Blandire e punire, la strategia (perdente) del Pdl
Il rapporto tra Pdl e Udc non è mai stato facile, soprattutto perché la nascita del primo ha segnato il definitivo allontanamento dell’Udc dal centrodestra berlusconiano: il discorso del predellino rappresentava un percorso politico totalmente contrario alla tradizione politica dei democratici cristiani, e il rapporto veniva reso sempre più ostico dalla volontà manifesta di voler inglobare l’Udc nel Pdl. Il no a Berlusconi e in generale al sistema bipartitico che il Cavaliere voleva instaurare con la sponda di Veltroni hanno fatto guadagnare a Pier Ferdinando Casini il ruolo di “nemico pubblico numero uno” per il Pdl.
Berlusconi contro l’insubordinazione di Casini schierò tutta la sua potenza di fuoco, che nel 2008 non era indifferente: una campagna di denigrazione e una massiccia campagna acquisti avevano l’obiettivo dichiarato di cancellare i centristi dal Parlamento in nome del voto utile. Nonostante l’offensiva berlusconiana l’Udc riuscì a superare lo sbarramento del 5% e portò in Parlamento i suoi rappresentati.
La sopravvivenza politica dell’Udc e il suo essere determinante in alcuni passaggi politici fondamentali come le dimissioni di Berlusconi hanno determinato un cambiamento di strategia nel Pdl, o almeno tra i fedelissimi del Cavaliere. Già perché nel Pdl una parte consistente, fatta di persone serie come Frattini e Pisanu, non ha nessuna intenzione di assumere il ruolo dell’amante respinta così ben interpretato dai fondamentalisti berlusconiani.
L’amante respinta è colei che alterna schizofrenicamente parole d’amore e minacce, e questa è l’icona perfetta del rapporto tra Pdl e Udc, con il primo nei panni dell’amante respinta. Il partito del Cavaliere, terrorizzato dai sondaggi, piuttosto che pensare a riformulare la propria proposta politica, passa il tempo a consumarsi nell’amore-odio per l’Udc. Così un giorno sui giornali ci sono le dichiarazioni d’amore di Maria Stella Gelmini mentre un’altro giorno si assiste ad una vera e propria spedizione punitiva, con tanto di complicità in Rai e in certa stampa, contro l’Udc. Accade poi che si esageri con l’olio di ricino e che Maurizio Lupi arrivi a chiedere l’espulsione dell’Udc dal Ppe.
Blandire e punire, questo è lo strabismo che vive il Pdl nei confronti dell’Udc. Una strategia perdente che oltre a far scadere il livello del dibattito politico paralizza la riorganizzazione del campo dei moderati. Ma forse non siamo davanti ad una strategia sbagliata, siamo solamente davanti al tentativo di riproporre uno schema fallimentare che veda ancora Berlusconi dominus dell’area moderata. Si accorgeranno tristemente che ancora una volta aveva ragione l’Udc.
In un pdl che ha creduto alla favola della nipote di Mubarah, crede veramente sig. Frinchi che qualcuno di questi signori si possa mai accorgere della realtà? Sulla religiosità di molti piedillini anzi della stragrande maggioranza di loro, ho dei seri dubbi.
Ma come si fa a discutere di alleanze se prima non ci diamo una chiara fisionomia culturale e politica? Mantenersi nel generico professandosi moderati serve a poco, la metà dell’elettorato italiano vota per i moderati. Perché dovrebbe scegliere l’UDC e non un altro partito? Allora,cerchiamo di definire una proposta politica concreta da presentare agli elettori nella tornata elettorale prossima in modo da essere riconoscibili ed apprezzati.I punti da approfondire non possono che essere: crescita,occupazione,sistema fiscale equo, sanità, istruzione, università e ricerca che sono aspetti che toccano tutte le famiglie italiane. C’è poi da affrontare un’altra spinosa questione che riguarda: riforma delle istituzioni e legge elettorale, con particolare interesse per tutta la materia che prevede un nuovo assetto delle Autonomie Locali. Buon ultimo, ma non secondario il problema del Mezzogiorno, dove l’UDC raccoglie i maggiori consensi ma non riesce a dare risposte coerenti e congrue. Pdl, Pd, Idv,Vendola, DeMagistris possono pure aspettare per allearsi con noi. Portiamo in dote idee e credibilità maturate in un decennio di opposizione.