postato il 3 Luglio 2011 | in "Politica"

«Ora Berlusconi è finito, ho rispetto per il segretario ma chiuda con il bipolarismo»

Pubblichiamo da “La Repubblica” l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Goffredo de Marchis

«Berlusconi un tempo agitava il popolo contro il palazzo, ora sta asserragliato nel palazzo preoccupato dal popolo. L’elezione di Alfano alla segreteria del Pdl non va sottovalutata ed è un segno, più eloquente di altri, che la parabola di Silvio si sta esaurendo». Pier Ferdinando Casini osserva da fuori ciò che succede nel centrodestra. Ma lo fa con occhi esperti perché quella è stata casa sua per molti anni. «Aspetto il neosegretario alla prova dei fatti», dice il leader centrista. «E’ un ragazzo intelligente che ha un compito difficile».

Alfano punta a costruire la costituente popolare anche con voi. Senza chiedervi i voti per puntellare il governo. È la strada giusta per un dialogo con l’Udc?
«Non mi meravigliano le parole di Alfano. Il Terzo Polo è strattonato a destra come a sinistra. L’autosufficienza proclamata all’atto fondativo di Partito democratico e Popolo delle libertà infatti è rimasta sulla carta. Tutti sanno che la nostra forza è semplicemente decisiva. Nella politica italiana sta avvenendo qualcosa di molto importante. E l’elezione di Alfano, per alcuni versi, ne è la certificazione. Chi vuole vedere il bicchiere mezzo vuoto può pensare sia solo la protesi di Berlusconi, o può sindacare sul modo singolare in cui è stato eletto».

E il bicchiere mezzo pieno?
«È la parte che mi interessa di più. Berlusconi per primo sa che la sua storia volge al termine. L’omaggio del suo partito e l’annuncio di una nuova candidatura nel 2013 sono stati più atti di cortesia dovuti che una vera scelta».

Lei sa bene che Berlusconi è stato dato morto un’infinità di volte.
«Ma i fatti sono più eloquenti delle parole. Dopo 20 anni l’Italia resta con i suoi vecchi problemi senza una soluzione. Non si è vista la rivoluzione liberale. Non c’è traccia di riforme epocali. C’è invece un fallimento decretato dagli elettori. Un uomo intelligente come Berlusconi può far finta di nulla. Ma sa che molto è successo. Le amministrative e il referendum sono il preannuncio di una tempesta e questo vale soprattutto per lui. Dunque sarebbe sbagliato sottovalutare ciò che è accaduto venerdì».

Bersani allora sbaglia a ironizzare sul “segretario del presidente”?
«In politica le battute si fanno e si ricevono. A volte sono felici, altre volte lo sono meno. Bersani, tra le tante battute simpatiche che fa, questa non l’ha indovinata».

Alfano si muove nel solco del bipolarismo. È una rotta lungo la quale può incontrare l’Udc?
«La democrazie dell’alternanza va difesa. Ma il bipolarismo italiano è catastrofico. Lo abbiamo visto con Prodi e con Berlusconi. Lasciamo ad Alfano il tempo di lavorare. Non pretendo che un giovane prete alla prima messa dica subito che Dio non esiste».

Un “partito degli onesti” come deve votare mercoledì sull’arresto di Alfonso Papa?
«Non penso ci siano automatismi, nel senso che ogni singola posizione va valutata sulla base degli atti. Ma dietro lo schermo di Berlusconi si sono nascosti in questi anni gaglioffi di ogni tipo. Tutti novelli perseguitati, naturalmente. Perciò è chiaro che chi vuole dare credibilità a uno slogan e a certi propositi, si trova davanti macigni come questi».

Il Ccd che lei ha fondato si vantava di aver fatto una scelta bipolare. Adesso l’Udc appoggia il referendum Passigli per il ritorno al proporzionale. Non c’è una contraddizione?
«Abbiamo messo tutti un po’ di capelli bianchi da allora. E il meccanismo italiano si è rivelato sbagliato. Si assemblano armate, con grande potere di interdizione delle forze marginali, e puntualmente chi vince non è in grado di governare. Guardiamo con interesse al referendum Passigli. Perché sul maggioritario si può sbagliare una volta, ma perseverare sarebbe diabolico».

Il proporzionale non vi serve per rimpinguare un bacino elettorale che oggi non sembra affollato?
«Non è così. Dove ci siamo presentati abbiamo speso, e ha la sua importanza, un trentesimo rispetto ai candidati degli altri due schieramenti. Al secondo turno, come dimostrano i flussi, i nostri elettori sono stati determinanti per la vittoria dei nuovi sindaci. E i sondaggi continuano a darci, nel caso peggiore, intorno al 15 per cento. Non possiamo essere chiamati a rispondere di elezioni in cui in pratica non ci siamo presentati».

La scelta di Alfano e la manovra cambiano qualcosa per le prospettive del governo?
«Terrei i due piani distinti. Anzi: fa bene Alfano ad allontanarsi il prima possibile da un governo che naviga al buio e non è credibile. Varare una manovra che scarica su chi verrà nel 2013 più dei quattro quinti del lavoro significa esporre il Paese a un rischio enorme sui mercati e certificare che l’esecutivo ha fallito. Poi, ci sono dei punti ambigui da chiarire. La stretta su 5 milioni di pensioni quale fascia colpisce? Se colpisce i pensionati che prendono mille euro al mese mentre salva le speculazioni finanziarie e i grandi patrimoni non si è fatto nulla di buono e si scarica il peso del risanamento sui soliti noti. Vale anche per i ticket che non sono negativi in sé ma devono prevedere esenzioni per quel ceto medio che scivola verso la soglia di povertà».

Con Alfano considera più vicino il governo di emergenza che dovrebbe sostituire quello dell’attuale premier ?
«Dopo Berlusconi un passaggio di questo tipo sarà inevitabile. Ma mi lasci dire che sono preoccupato anche da quello che vedo a sinistra. A fronte della responsabilità di Bersani e di altri dirigenti del Pd emergono atteggiamenti che mal si conciliano con una cultura di governo. Qualcuno storce il naso per l’accordo tra i sindacati e la Confindustria, qualcun altro contesta la Tav. non si costruisce un’alternativa moderata cavalcando i referendum sull’acqua. Altrimenti avremo il bis dei governi Prodi».

2 Commenti
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Aldo Tufano
12 anni fa

Ottima intervista, certamente risposte esauriente. Sembra, ma forse sbaglio; che il nuovo segretario Pdl sia il nostro nuovo interlocutore, se cosi fosse non si faccia l’ingenuità di concedere ciò che è stato negato a Berlusconi. Dobbiamo riprendere il ruolo guida che il populismo fallimentare di questo inutile governo ha rappresentato. Avanti cosi Presidente ho fiducia nelle sue indubbie capacità politiche, noi moderati la sosterremo perché l’Italia ha bisogno di persone serie che la smetta di governare con soli slogan.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

Ottima analisi, come sempre.



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