postato il 4 Agosto 2015
Ai microfoni del Tg5, rispondo alle domande di Simonetta di Pillo
Rispetto l’idea di Orlando, ma non la condivido. Ci sono principi del costituzionalismo moderno che sono sanciti nella nostra Carta a garanzia dell’equilibrio tra i poteri.
L’articolo 107, ad esempio, tutela l’inamovibilità dei magistrati, così come l’articolo 68 garantisce le prerogative dei parlamentari.
Ciascuno continui a fare il proprio dovere, senza invasioni di campo: l’intromissione della Consulta sull’immunità parlamentare sarebbe impropria per la natura stessa della Corte.
postato il 2 Agosto 2015
L’intervista di Daria Gorodisky a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Corriere della Sera”
Quando si comincia a parlare con Pier Ferdinando Casini della polemica interna al Pd per il voto sulla richiesta di arresto per Antonio Azzollini (Ncd), il presidente della commissione Esteri del Senato sottolinea subito che si esprime «soltanto a titolo personale».
Però è pur sempre un senatore eletto per l’Udc…
«Il partito hai suoi dirigenti. Io non lo rappresento, né voglio farlo: non ho un secondo fine, ho già compiuto il mio percorso di carriera politica e ne sono orgoglioso».
Dunque, il caso Pd-Azzollini?
«È un passo avanti che Matteo Renzi si sia assunto la responsabilità, dopo anni di balbettii o ricerca della convenienza, di spiegare che il voto su Azzollini è stato un voto sulla libertà del Parlamento. Perché non è un atto dovuto che risponda positivamente alle legittime richieste della magistratura».
Infatti a volte ha deliberato per la concessione dell’arresto di un parlamentare, mentre altre volte contro.
«Sì, ma era una libertà teorica, piegata alla logica delle convenienze. Per una lunghissima fase il Parlamento ha sempre respinto le richieste e in una fase successiva le ha sempre approvate. Adesso finalmente si torna a valutare il merito. Non vedo come si possa gridare allo scandalo».
La polemica è tutta interna al Pd, che prima aveva preso una posizione, poi un’altra, poi le ha sostenute entrambe; fino alla dichiarazione, a cose già avvenute, di Renzi.
«Ha dato una buona spiegazione».
Insomma, allora c’è davvero un avvicinamento di Area popolare, di cui fa parte anche l’Udc con Ncd, al Partito democratico? Si è anche parlato di «scambio»…
«Se dì avvicinamento si può parlare, è del Pd alla linea delle riforme. Per me è inspiegabile che si continui a rimanere imprigionati nelle categorie destra e sinistra. Se un presidente del Consiglio afferma che la politica industriale del Paese non può essere determinata dalla magistratura, e penso all’Ilva, dice una cosa di destra o di sinistra?»
A lei la risposta. [Continua a leggere]
postato il 27 Luglio 2015
L’intervista di Umberto Rosso a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “La Repubblica”
«Questo centrodestra a trazione Salvini è immangiabile per i moderati, e finisce per dare a Renzi la responsabilità ma anche l’opportunità di rappresentarne una fascia sempre più ampia».
Senatore Casini, i moderati rischiano di soffocare nel centrodestra?
«Gli spazi politici purtroppo si restringono sempre di più. C’è un convitato di pietra che si chiama Grillo, che sta mettendo radici con il suo populismo e l’antipolitica. Dall’altro, la Lega di Salvini. Che un giorno strizza l’occhio al disastroso referendum di Tsipras e l’altro attacca Alfano sugli immigrati e scatena la caccia all’extracomunitario».
Berlusconi però annuncia un ritorno in pista.
«Ma in realtà tira i remi in barca e perde pezzi. Ha completamente smarrito quel ruolo di grande equilibrista del centrodestra che aveva un tempo, giostrando fra Fini e Tremonti, Casini e Bossi. Era riuscito – e lo riconosco io che non sono certo mai stato alla sua corte ma eletto sempre coi miei voti – a evitare la deriva leghista. Al centrodestra serviva una rifondazione, all’altezza del suo ruolo nel Ppe. Invece è finito nelle mani dell’estremismo di Salvini». [Continua a leggere]
postato il 25 Luglio 2015
La lettera-appello di Emma Bonino, già ministro degli Affari esteri; Lucio Caracciolo, direttore di Limes; Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato e Marta Dassù, direttore di Aspenia pubblicata su “la Stampa”
Caro direttore,
lo scenario internazionale intorno al nostro Paese è segnato da elementi drammatici di conflitto e instabilità. La minaccia del terrorismo, le sfide dello sviluppo, le incognite sui rifornimenti energetici e il futuro dell’ambiente, flussi migratori sempre più complessi da gestire, un nuovo clima di tensione tra blocchi contrapposti, l’ombra sinistra della guerra che si insinua di nuovo fin dentro l’Europa: realtà che, meglio di tante teorie, ci ricordano quanta parte della nostra vita quotidiana e della nostra sicurezza dipenda da dinamiche esterne.
Non possiamo rispondere a sfide di questa portata chiudendoci in noi stessi. Non può certo bastare la speranza di esser risparmiati da rischi o contraccolpi gravi. Dobbiamo piuttosto aprirci al di là dei nostri confini, rafforzare un ordine internazionale fondato sulla gestione politica e non solo militare delle crisi e ispirato al diritto internazionale. Dobbiamo promuovere la diplomazia economica e culturale, strumenti essenziali per avvicinare i popoli tra loro e allontanare lo spettro delle guerre. Per l’Italia ora e’ più che mai cruciale rilanciare le ragioni della politica estera, a cominciare dal quadro europeo, per alimentare una visione comune e di tutela dei nostri interessi nazionali. Per farlo servono strumenti efficaci, risorse umane e finanziarie adeguate per la politica internazionale, uno dei settori più penalizzati dai tagli degli ultimi anni. [Continua a leggere]
postato il 22 Luglio 2015
Col sindaco di Lizzano, Elena Torri, e Charles Bernardini, attivo a Chicago e impegnato nello staff del Presidente Obama, da oggi cittadino onorario del paese dell’Appennino bolognese.

postato il 21 Luglio 2015
A Palazzo Giustiniani il punto della situazione con l’inviato speciale dell’Onu per la Libia

postato il 20 Luglio 2015
Alla trasmissione di approfondimento politico di Rai 3 si parla di Libia e di migranti.
postato il 16 Luglio 2015
Possiamo dare un contributo importante in settori come ambiente e beni culturali
L’intervista di Jacopo Giliberto a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Sole 24 Ore”
Beni culturali, investimenti in ambiente; sviluppo delle tecnologie petrolifere e chimiche sono alcuni dei settori in cui secondo Pierferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, le imprese italiane potrebbero investire in Iran.
Senatore, che le pare dell’intesa con l’Iran?
Ogni accordo presenta incognite, e anche questo – un accordo coraggioso – va verificato sul campo. Ma non si può rimanere prigionieri del passato. L’accordo è stato concepito con clausole di salvaguardia e automatismi che lo espongono a una verifica continua. E qui mi consenta un apprezzamento: l’Italia è stata esclusa impropriamente da questo formato negoziale ma siamo entrati per la porta principale grazie alla professionalità del rappresentante della Ue, nella persona di Federica Mogherini.
Che è cambiato?
Sono passati decenni dalla rivoluzione komeinista del ’79 e molti giovani iraniani sono figli di una stagione diversa, guardano all’occidente. Dovrebbe far riflettere profondamente il fatto di chi è contro questo accordo. [Continua a leggere]
postato il 15 Luglio 2015
Contribuisce alla stabilità dell’area
L’accordo raggiunto a Vienna sul nucleare iraniano va salutato con soddisfazione e premia la linea di apertura al dialogo con l’Iran che l’Italia ha sempre coltivato, sia a livello governativo che parlamentare. Ci auguriamo che lo Stato persiano possa dare un contributo più forte alla stabilità di un’area mediorientale che è essenziale anche per il Mediterraneo e per l’Europa. Infine, è fin troppo chiaro che questo accordo non allenta di un millimetro la tradizionale solidarietà e amicizia dell’Occidente con lo Stato d’Israele.