Albania: I governi cambiano, amicizia con Italia no
“E’ un minimo comune denominatore della politica estera italiana: i governi passano ma l’amicizia con Tirana rimane”. Con Romano Prodi ed il premier albanese Edi Rama al convegno “Albania-Italia, una partnership per l’Europa”. Una due giorni organizzata dall’ambasciata d’Italia, nell’ambito della presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, per riflettere sul futuro dell’Albania e sulle sue prospettive di adesione all’Ue.
L’Italia sara’ sempre l’avvocato dell’Albania in seno all’Unione europea. Non e’ un caso che il tema dell’allargamento dell’Unione europea all’intera area dei Balcani, ed ovviamente all’Albania, e’ uno degli obiettivi del programma del semestre di Presidenza italiano: e’ uno strumento indispensabile per rafforzare la stabilita’ e la crescita non solo di quell’area geografica ma dell’intera Europa. L’allargamento dei Balcani serve anche a riportare verso il Mediterraneo il baricentro dell’Unione, che per troppi anni e’ stato troppo a nord.
L’Europa ha bisogno di paesi come l’Albania, non meno di quanto un paese come l’Albania ha bisogno dell’Europa. Ne ha bisogno per tanti aspetti, primo tra tutti la stabilizzazione dell’area, ma anche come arricchimento culturale.
L’ingresso nell’Unione di un paese a maggioranza musulmana, come l’Albania, significa dimostrare una volta di piu’ l’assurdita’ di chi sostiene che quello in atto sia uno scontro di civilta’ e non, invece, uno scontro tra la civilta’, che e’ cristiana e musulmana allo stesso modo, e l’incivilta’ degli estremisti e dei terroristi, di qualsiasi religione siano. E l’Albania e’ un modello di convivenza di diverse religioni e diverse sensibilita’, come ha riconosciuto Papa Francesco nella sua recente visita a Tirana.