Archivio per Giugno 2012

Una proposta per la Rai: evitiamo polemiche, no candidature Udc se il Governo indica i 7 consiglieri

postato il 10 Giugno 2012

Non mi sfugge e rispetto il valore simbolico della decisione di Bersani di non partecipare alla designazione dei consiglieri di amministrazione della Rai, pur in presenza di una legge che assegna questa specifica responsabilità ai membri della commissione di vigilanza Rai. Tuttavia, in presenza di nomine e indicazioni di alto profilo individuate dal governo, mi sembra necessario che questa decisione unilaterale del PD non porti alla conseguenza di un Consiglio di Amministrazione a “senso unico”.
Non mi sembrerebbe un gran risultato per nessuno.
Proprio per questo l’UDC è pronto a rinunciare ad esprimere candidature se sarà il governo ad indicare direttamente anche i 7 consiglieri.
Mi auguro che i partiti che sostengono l’esecutivo Monti vogliano riflettere su una proposta che è tesa unicamente a mettere al riparo la Rai dalle solite polemiche politiche.

Pier Ferdinando

5 Commenti

L’assalto alla società civile

postato il 10 Giugno 2012

Il 4 giugno è apparso sul quotidiano “La Stampa” un interessante editoriale di Gian Enrico Rusconi che fa chiarezza sull’uso spregiudicato del termine “società civile”.

La società civile si sta decomponendo, nel momento in cui tutti parlano in suo nome. Non esiste documento politico o sociale che non faccia riferimento in termini enfatici alla società civile. C’è la rincorsa – urlata – a presentarsi come i veri rappresentanti della società civile. L’indicatore principale è l’antagonismo: contro il sistema partitico, contro la casta dei politici, sino a coinvolgere confusamente l’intero apparato istituzionale e naturalmente la politica sin qui praticata dal governo Monti. Chi fa la faccia più ringhiosa e le spara più grosse è convinto di essere ascoltato. Chi si attiene ad un discorso sobrio e razionale rischia di essere sbeffeggiato. Sarà questa la vittoria della «società civile»?

La società civile più che l’interlocutrice, l’interfaccia o il deposito dei valori e delle risorse attivabili per la politica, è considerata e invocata sempre di più come la sua antagonista. O è così soltanto nell’immaginario di chi l’ha sempre sulla bocca? Per non fare confusione, è bene chiarire che non stiamo parlando della società in generale in tutta la sua complessa articolazione, o di quella «società civile» che si sta esprimendo sotto i nostri occhi in questi giorni negli eventi luttuosi legati al terremoto: coinvolgimento, partecipazione, solidarismo, dedizione insieme alle istituzioni. In questi momenti è percepibile quel potenziale di «coesione sociale» (termine che è diventata una formula istituzionale) che dovrebbe essere il segnale del rapporto ottimale tra società civile e sistema politico. Ma non può sfuggire il fatto che proprio in queste circostanze alcune forze politiche, convinte di rappresentare in esclusiva la «società civile», hanno contestato la celebrazione del 2 giugno. Ma c’è il sospetto che dietro agli argomenti avanzati si celino altre intenzioni.

Continua a leggere sul sito de “La Stampa”

Commenti disabilitati su L’assalto alla società civile

Dagli amministratori dell’Emilia un esempio di buona politica

postato il 8 Giugno 2012

Di fronte alle nostre risse inconcludenti, gli amministratori locali dell’Emilia Romagna sono una meravigliosa testimonianza di buona politica. Per chi, come me, ha compiuto i primi passi politici in questo territorio, quella di oggi è una visita di forti sentimenti. Nelle zone colpite dal terremoto ho visto una situazione molto difficile, ma anche uno straordinario esempio di buona politica: dai sindaci agli amministratori locali, di maggioranza e opposizione, tutti si sono rimboccati le maniche per far fronte all’emergenza.

Pier Ferdinando

2 Commenti

09 giugno, Santa Margherita Ligure

postato il 8 Giugno 2012

Ore 12.00 – Grand Hotel Miramare

Partecipa al 42° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria

 

Commenti disabilitati su 09 giugno, Santa Margherita Ligure

La Serbia tra un passato che non passa e un presente da costruire

postato il 7 Giugno 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri

Fuori rosa dalla Fiorentina, cacciato dalla nazionale serba. Dopo il litigio che ha causato l’esonero di Delio Rossi, di nuovo si parla di Adem Ljajic. Si è rifiutato di cantare l’inno della Serbia nell’amichevole contro la Spagna, è stato sospeso dalla nazionale. Quello che può sembrare l’ennesimo capriccio di un ragazzino un po’ viziato è in realtà l’espressione di un malessere più grande, uno stato d’animo in cui si trova un’intera nazione. Guardando alla stabilità politica si prospetta uno scenario di non facile coabitazione fra il governo serbo di coalizione tra il partito democratico di Tadic e i socialisti con il neo-presidente Tomislav Nikolic. Da un lato la necessità di proseguire un cammino intrapreso negli ultimi anni di modernizzazione economica e avvicinamento all’Europa che ha visto il suo culmine a marzo con la richiesta ufficiale di ingresso nell’Unione Europea, dall’altro il ritorno dei nazionalismi e la vicinanza alla Russia che in un momento di crisi economica e sociale dell’Europa tornano a farsi sentire. E tutto ciò mentre regioni come il Sangiaccato- da cui proviene anche Ljajic- a maggioranza musulmana e confinanti con il Kosovo, chiedono maggiori poteri al governo centrale. Il neo-eletto presidente Tomislav Nikolic fu uno dei protagonisti dell’ascesa del nazionalismo dei Balcani, manager di stato fin dai tempi del maresciallo Tito, fu prima perseguitato e incarcerato da Milosevic per poi diventarne collaboratore, vice-ministro nel 1999 e membro del governo quando le forze della Nato- tra cui l’Italia del governo D’Alema- bombardarono la Serbia.

A onor del vero si deve anche riconoscere però che Nikolic ha rinnegato il suo passato, dimostrato la sua estraneità alla pulizia etnica nella regione della Slavonia , Croazia Orientale, di cui veniva accusato e ha contestato duramente l’operato politico di Seselj- ex amico e compagno del partito radicale che sarà poi estradato al tribunale dell’Aja- abbandonando il partito estremista radicale per fondare il partito nazionalista moderato che lo ha portato alla vittoria.

L’inizio non è stato esaltante. Il presidente Nikolic ha negato in diretta televisiva che Srebrenica, il massacro di migliaia di musulmani bosniaci nel luglio 1995, sia stato un genocidio. Sì, “un grave crimine di guerra compiuto da una parte del popolo serbo” ma non un genocidio. Tutto questo mentre il Tribunale Internazionale dell’Aja sta processando l’ex capo militare Ratko Mladic per crimini contro l’umanità, pulizia etnica finalizzata alla strage, tortura e genocidio.

Ma ci auguriamo che sia stata solo una brutta gaffe.

Srebrenica fu genocidio. Le atrocita’ commesse a Srebrenica sono state un crimine contro l’intero genere umano, non dovremmo mai dimenticarlo e non dovremmo

permettere che accada di nuovo, come ha prontamente ribadito la portavoce della Commissione Europea Pia Ahrenkilde e come sarà ribadito da Barroso incontrando a Bruxelles Nikolic il prossimo 14 giugno.

Tadic ha in mano una grandissima opportunità per sé e per il popolo serbo ed è questo l’augurio più grande che noi gli facciamo: poter chiudere definitivamente con il passato, dimostrare che è possibile un nuovo inizio, una nuova alba su Sarajevo, riscattare i Balcani distrutti da odi etnici e da guerre portando la Serbia in un nuovo ordine europeo e mondiale. Auguri a Tadic, auguri alla Serbia.

Scegliere l’Europa vuol dire andare avanti.

Il contrario invece ripiombare nei fantasmi di un passato che deve essere chiuso definitivamente.

 

Commenti disabilitati su La Serbia tra un passato che non passa e un presente da costruire


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram