Archivio per Maggio 2012

Governo: no alle polemiche, serve responsabilità

postato il 10 Maggio 2012

Per gli italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani

Non credo sia il momento dei giochini e delle vecchie polemiche, è il momento di guardare avanti: le forze che sostengono il governo Monti non devono abbassare la guardia, ma alzarla e capire cosa c’è dietro l’angolo, perché per gli italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. Siamo in una situazione molto difficile, lo si vede dallo spread, dall’andamento dei mercati: è chiaro che la situazione in Grecia ha generato una grandissima turbolenza nei mercati.
Questo è il momento della responsabilità: sarà stucchevole ripeterlo, ma è evidente che se c’è chi fa appello alla responsabilità è perché si vede in giro troppa irresponsabilità, di persone che non sembrano rendersi conto della situazione drammatica che potenzialmente è ancora davanti a noi.
C’è bisogno di iniettare liquidità nel sistema, di cominciare a pagare le imprese, e c’è bisogno che l’Europa parli di crescita. Il governo è chiaramente impegnato in questo.

Pier Ferdinando

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La Sardegna passa dalle parole ai fatti e dice SI: aboliamo le province

postato il 10 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

In tempo di crisi, i costi della politica sono inevitabilemente finiti sull’occhio del ciclone. Fra il populismo e la facile demagogia di chi proclama il taglio netto di tutte le spese conseguenti alla pratica politica (senza però precisare come potrà far politica un operaio o un disoccupato senza mezzi pubblici) e l’immobilismo di una classe politica ormai irrigidita su se stessa e incapace di rispondere alla richiesta di razionalizzazione e austerità che i tempi ci impongono, il dibattito si è dilungato per parecchio tempo, senza portare a soluzioni decisive.

Non dappertutto. In Sardegna, la regione dai Consiglieri regionali pagati meglio d’Italia, con 80 consiglieri regionali e 8 province per poco più di un milione e mezzo di abitanti, il dibattito non si è fermato a parole. Si è scelto di dare la parola ai cittadini, attraverso un referendum abrogativo e consultivo che riguarda appunto temi cruciali quale il numero dei consiglieri regionali e i loro compensi, l’abolizione delle province di nuova costituzione (Olbia-Tempio Pausania, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias) ma anche di quelle “storiche” (Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro), la riscrittura dello statuto regionale tramite un’assemblea eletta dai cittadini sardi, l’abolizione dei consigli di amministrazione delle agenzie e degli enti controllati dalla regione sardegna e l’elezione diretta del Presidente della Regione attraverso candidati scelti attraverso primarie.

Ha stravinto il Sì, con percentuali oltre il 90% e con un quorum del 35% circa. E dal momento che i primi quattro quesiti, che riguardavano l’esistenza delle ultime province costituite, erano abrogativi, questo ha portato all’immediata riduzione delle province sarde da otto a quattro. Ora il consiglio regionale è impegnato a provvedere alle norme che vadano a riempire il vuoto legislativo creato dall’improvvisa abrogazione degli articoli oggetto di referendum e per dare attuazione alla volontà espressa dai sardi con i referendum consultivi.

La Sardegna, una delle regioni più colpite dalla crisi, con un’economia industriale e agro-pastorale in ginocchio e con vertenze fondamentali aperte da troppo tempo, ha dato una lezione all’Italia. Ha mostrato che rendere la politica meno costosa e più vicina ai cittadini si può, e lo si può fare in poco tempo. Occorre determinazione e buon senso. Che l’Italia, per una volta, prenda esempio, perché i cittadini hanno diritto a istituzioni meno onerose e più efficienti.

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Amministrative: bene Udc ma andare oltre il Terzo Polo

postato il 8 Maggio 2012

I risultati di queste elezioni amministrative sono favorevoli per l’Udc ma nel complesso non mi fanno sorridere: i partiti tradizionali ne escono sconfitti, e non credo che le forze politiche che hanno avuto un exploit in questa tornata elettorale siano in grado di governare il Paese.
Il progetto di costituire un Partito della nazione, se prima era urgente ora è fondamentale. Abbiamo individuato prima degli altri che era necessaria un’offerta politica nuova e i risultati elettorali confermano questa tesi: dobbiamo andare molto oltre l’Udc, molto oltre il Terzo polo stesso.

Pier Ferdinando

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Febbre d’azzardo…

postato il 7 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Anna Giunchi

Il gioco d’azzardo patologico, classificato in psicodiagnostica all’interno dei disturbi ossessivo-compulsivi, è una problematica da non sottovalutare, soprattutto in conseguenza degli esiti che può determinare nella vita sociale dell’ individuo.  I giocatori compulsivi (o patologici) sono persone incapaci di resistere all’impulso di giocare con somme di denaro, al punto da farlo in maniera cronica e progressiva, fino alla compromissione delle proprie relazioni sociali e familiari. Si è calcolato che i giocatori d’azzardo patologici presentano tentativi di suicidio di 4 volte superiori rispetto alla media dell’intera popolazione. A ciò bisogna aggiungere i danni creati dalla frequente associazione con altre dipendenze, come quelle da alcool o da sostanze stupefacenti.
Le conseguenze più evidenti, tuttavia, sono quelle strettamente legate alle perdite finanziarie, nonchè le ripercussioni sull’ambiente di lavoro e sul contesto familiare.

Tuttavia, grazie alla proposta di legge presentata alle Camere dall’ Udc , firmata dal consigliere regionale dell’Emilia Romagna Silvia Noè, da qui a pochi mesi si compieranno grossi passi avanti nella prevenzione  all’insorgere della patologia.  La proposta di legge parla infatti di un “divieto di installazione dei sistemi di gioco d’azzardo elettronico in luoghi pubblici, o aperti al pubblico, nei circoli e associazioni”. Si parla di una sanzione che va dai 1.000 ai 6.000 euro a dispositivo, e la confisca (con distruzione) degli apparecchi senza autorizzazione.  Accanto al progetto di legge nazionale vi è anche una normativa regionale, firmata dalla stessa Noè, sorta con lo scopo di prevenire tutte le forme di dipendenza particolarmente comuni nelle fasce sociali maggiormente colpite dalla crisi. Vi sono persone che riservano speranze e illusioni nella monetina da un euro, e non vedono più la giocata come intrattenimento, quanto come dipendenza ossessiva.

Nella proposta di legge vi è l’obbligo, per i gestori, “di esporre materiale informativo che evidenzi i rischi connessi al gioco eccessivo”. Riportato, inoltre, il divieto di fare pubblicità sull’apertura o sull’esercizio di sale giochi.

La Regione prevede corsi di formazione per gli operatori delle sale da gioco, nonchè campagne di sensibilizzazione e di sostegno per gli affetti da quella che è una vera e propria patologia: la ludopatia.

Un viaggio di incontro da parte della politica locale verso una problematica di carattere sociale; lo stesso Ministro della Salute Renato Balduzzi ha mostrato il proprio sostegno verso l’iniziativa.

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