Archivio per Maggio 2012

Presto sbloccati i pagamenti della Pubblica amministrazione

postato il 15 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Il governo si preparerebbe a sbloccare i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione verso le aziende creditrici.

Questa notizia è stata fornita dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti che ha affermato: “Presto sarà possibile per le piccole imprese compensare i crediti verso la Pubblica amministrazione con i debiti verso il fisco, i debiti del passato. Per ora si potranno compensare sicuramente i debiti del passato. In settimana faremo tre decreti ministeriali – ha spiegato – che serviranno a sbloccare i pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, un problema patologico del nostro Paese che si trascina da almeno un decennio ed è aumentato nel corso del 2011. Tutto questo non sarà sufficiente ma sarà una boccata d’ossigeno importante”.

Al momento non sappiamo con precisione quale sarà il meccanismo con cui le aziende potranno compensare i crediti, ma è altamente probabile che le imprese potranno farsi certificare i propri crediti per poi andarli a “scontare” in banca. Nella fattispecie, il viceministro alla Finanze, Grilli ha specificato: “Sarà un meccanismo semplice basato su due moduli elettronici approntati dalla Consip. Questa certificazione unica permetterà sia lo sconto dei crediti presso le banche (per cui si sta realizzando una convenzione) ma anche la compensazione con i debiti iscritti a ruolo con il fisco”.

Questa novità permetterà due enormi ricadute positive sull’economia italiana.

La prima, come ha sottolineato De Vincenti è quella di fornire liquidità alle aziende, e si tratta di una montagna enorme di denaro perché se si va a considerare la pubblica amministrazione statale, arriviamo a circa 37 miliardi di euro ovvero circa il2,4% del PIL nazionale. Questa cifra, inoltre, aumenta se andiamo a considerare anche i rapporti che le imprese hanno con le amministrazioni locali (si dovrebbe arrivare a circa 60 miliardi di euro complessivi).

Il secondo vantaggio da sottolineare, che non è stato considerato da De Vincenti, è anche l’enorme risparmio sulla spesa pubblica, infatti le imprese private, al momento di prendere in carico lavori e forniture alla PA, considerano anche il rischio connesso alla dilazione dei pagamenti e l’onere finanziario da ciò derivante, con il risultato che vi è un aumento delle richieste finanziarie da parte dei fornitori, oltre la rinuncia da parte di molte imprese a partecipare a gare di appalto, con conseguente impoverimento della competitività delle offerte.
A quanto detto, dobbiamo anche aggiungere l’obbligo di corrispondere gli interessi di mora conseguenti al ritardato pagamento e le spese per le cause legali che i creditori attivano verso la Pubblica Amministrazione, con la conseguenza di un aumento delle risorse economiche necessarie per il conseguimento delle prestazioni oggetto di appalto (risorse che, come è intuibile, potrebbero essere diversamente e più utilmente investite). Infine, il ritardo nei pagamenti non incide solo sul contraente privato che ha l’appalto con la Pubblica Amministrazione, ma anche con le aziende dell’indotto sulle quali i ritardi vengono spesso ribaltati.

Un esempio di quanto sopra si è visto con la riduzione dei deficit delle ASL di Napoli e Salerno, dove anche grazie ad una maggiore puntualità nei pagamenti (e quindi evitare spese legali e pignoramenti) il deficit nel giro di un anno è stato dimezzato.

2 Commenti

Fondi per il sud: 2,3 miliardi di euro per la crescita

postato il 12 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Il governo, per rilanciare l’economia, ha deciso di iniziare a scendere in campo in prima persona per spendere meglio i Fondi Strutturali Europei (FSE) e a tal proposito ha deciso l’utilizzo di 2,3 miliardi di euro di fondi europei per finanziare investimenti in infrastrutture e per le politiche sociali da destinare al Sud.
Come saranno distribuiti i soldi? Intanto possiamo individuare alcuni “macro-capitoli”: 400 milioni di euro destinati agli asili nido per creare 18.500 nuovi posti entro il 2015;
per l’assistenza agli anziani sono destinati 330 milioni di euro che serviranno a coprire una parte della spesa dell’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti. In particolare quest’ultimo punto è molto interessante, perché si tratta di un progetto pilota che potrebbe servire a modificare il piano assistenza agli anziani, considerando che l’assistenza domiciliare costa la metà rispetto all’ospedalizzazione.

Ovviamente a beneficiare di questi soldi saranno anche i giovani e le imprese: i primi con dei fondi per contrastare la dispersione scolastica (77 milioni) e per favorire le iniziative no profit (38 milioni) e l’apprendistato (50 milioni); invece per le imprese i soldi (pari a 900 milioni di euro) serviranno a rafforzare la competitività e l’innovazione.

Volendo andare nello specifico, il provvedimento preso dal governo Monti prevede i seguenti punti:

Social card. 50 milioni da destinare ai cittadini più poveri. Saranno soldi che verranno destinati caso per caso, stabilendo le graduatorie assieme agli assessori municipali del Nord e del Sud.
Efficientamento energetico. 124 milioni per favorire l’efficientamento energetico (ovvero le iniziative per il risparmio energetico e uno sfruttamento più efficiente delle risorse energetiche) e l’innovazione energetica. Questi fondi provengono dal Piano di azione del Governo per il Mezzogiorno che ha lo scopo di aumentare la percentuale di consumo energetico coperto da fonti rinnovabili, dal miglioramento delle prestazioni energetiche, e dal risparmio energetico nelle città grazie a tecnologie innovative e all’aumento delle quota di risparmio di energia coperta da microgenerazione da fonti rinnovabili e da congentamento.
Attrazione culturale. Questo stanziamento punta a migliorare la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del Mezzogiorno, la razionalizzazione delle condizioni di gestione e sostenibilità dei poli culturali oggetto dell’intervento, e l’adozione di nuove tecnologie e metodologie di conservazione e valorizzazione, rilancio dell’attrattività delle aree culturali oggetto dell’intervento e allo sviluppo e il rafforzamento della competitività territoriale, anche in chiave turistica, attraverso interventi integrati caratterizzati da avanzata maturità progettuale.
Cervelli in fuga. 

Stanziati Per il progetto “Angels” sono stati destinati 5,3 milioni di euro. Questo progetto riguarda ricercatori italiani impegnati al’estero (nel numero di 30-50) che illustreranno le loro esperienze in 10-15 dipartimenti universitari del Mezzogiorno per stimolare il rinnovamento intellettuale e culturale “per superare pratiche e metodi obsoleti nel lavorare, fare impresa e amministrare” come ha affermato il Ministero per la coesione territoriale, nell’ottica di aumentare la possibilità per i giovani del Sud di trovare un lavoro.

Per chi fosse interessato a sapere esattamente quello che ha affermato il governo, a questo link trovate anche i video della conferenza stampa.

Commenti disabilitati su Fondi per il sud: 2,3 miliardi di euro per la crescita

Arriva l’abbattimento degli sprechi della finanza pubblica. Si inizia con le auto blu.

postato il 11 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

La scure del Governo, che ha colpito duramente i cittadini, sta iniziando anche a tagliare i costi inutili. Dopo il lancio della iniziativa “spending review”, è notizia di queste ore che anche il parco auto sta iniziando la “cura dimagrante” per le auto blu , dando quindi conferma delle promesse fatte da Monti nel gennaio scorso in tema di primi tagli sulla spesa pubblica.

Certo siamo solo all’inizio, ma già con il taglio di 758 vetture si arriverà a risparmiare già da quest’anno ben 105 milioni di euro e il ministro Patron Griffi ha assicurato che vi saranno a breve ulteriori tagli per eliminare altre auto blu, mentre quelle rimanenti verranno gestite in maniera migliore e più efficiente, utilizzando anche la formula del leasing e del noleggio (al posto di acquistare le auto) che porterebbe a risparmi pari al 66% della spesa attuale.

Nell’ottica di una ulteriore riduzione, il ministro ha dato mandato alla Formez PA per verificare quali enti e amministrazioni non si stiano adeguando al taglio,  per evidenziare ulteriori aree in cui procedere a tagli della spesa pubblica. La Formez fa sapere che dal mese di maggio il Dipartimento della Funzione Pubblica fornirà i dati del censimento a scadenza mensile, distinti per amministrazioni centrali e regionali e con ripartizione per ciascuna regione. Entro il 15 giugno è prevista la conclusione dell’indagine sui costi delle auto di servizio.

Indubbiamente ha ragione chi, come l’Adiconsum, chiede ulteriori tagli, ma è anche vero che le promesse fatte stanno per essere mantenute e proprio per questo è necessario ribadire l’appoggio al governo Monti, soprattutto ora che si sta iniziando a procedere alla razionalizzazione e all’abbattimento degli sprechi nella finanza pubblica.

Per quanto riguarda il taglio delle auto blu, vi è un altro effetto positivo: il personale in esubero ricoprirà altre mansioni, andando a coprire i buchi di organico degli uffici pubblici e potendo dare, così, migliori servizi ai cittadini.

8 Commenti

Dai comuni, insieme per la casa dei moderati

postato il 11 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Stefano Barbero

Da Nord a Sud nove milioni di italiani sono stati chiamati a scegliere il loro sindaco e i loro amministratori. Un nuovo test elettorale che ha visto i partiti tradizionali soffrire e l’antipolitica esplodere: i grillini hanno eletto il loro primo sindaco, a Sarego in provincia di Vicenza (terra padana), e vanno al ballottaggio a Parma, città non esattamente marginale. Le formazioni di sempre non interpretano più i bisogni della gente e sono soprattutto i moderati a pagare il conto: per Pierferdinando Casini si trovano sotto un cumulo di macerie. Sottoscrivo.

A questo punto non si può far altro che ricostruire. Siamo italiani, sappiamo come ci si rimbocca le maniche: facciamolo noi per primi. Gli spunti per ripartire, se guardiamo ai risultati del nostro simbolo, ci sono: Agrigento, Cuneo, Genova, L’Aquila, Lucca. Sono capoluoghi dove l’UDC è riuscita a raccogliere i numeri tali da essere protagonista al ballottaggio, sono località dove l’unione con liste civiche dinamiche e vitali ha portato alla costruzione di una coalizione forte e capace di arrivare prima. Il quadro generale è sconfortante specialmente per il PDL, che si inabissa nei risultati delle amministrative: in tanti casi abbandona la doppia cifra, in tantissimi non arriva al ballottaggio. Il diretto concorrente, il PD, può sorridere timidamente: non ha aumentato i voti e in comuni da sempre roccaforti del centrosinistra è costretto ad affrontare il secondo turno. È un momento critico per la politica e chi se ne avvantaggia è il movimentismo che parte dal basso, con un leader, che più che un segretario è un guru, che mena fendenti a destra e a manca contro partiti e istituzioni.

Il popolo dei moderati oggi si trova in mezzo al guado, incerto sui passi da fare per arrivare a riva. Bisogna ripensare il nostro cammino e interrogarci se così come ci presentiamo ora siamo in grado di interpretare il bisogno di cambiamento, di rinnovamento, di rottura o di rigenerazione che dir si voglia. Il terzo polo ha espresso un’idea di collocazione geografica della nostra proposta politica, ma ha perso troppo tempo:  l’Unione di Centro ora è pronta ad aggregare uomini e donne liberi, uomini e donne di buona volontà, personalità esterne alla politica ma impegnate nel governo locale, come le tante liste civiche che ci hanno accompagnato in questa esperienza elettorale, per mettere le fondamenta per una vera casa dei moderati. E lo possiamo fare da soli, senza forni o convergenze, perché “a forza di parlare di alleanze abbiamo smesso di fare politica”.

Commenti disabilitati su Dai comuni, insieme per la casa dei moderati

Il compito dei moderati: liberare le energie positive delle nostre comunità

postato il 10 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

L’immagine del cumulo di macerie utilizzata da Pier Ferdinando Casini per commentare i risultati della recente tornata elettorale è efficace e veritiera. Ma cosa c’è dopo il cumulo di macerie che ha seppellito anche i moderati? C’è solo la ricostruzione, l’apertura di un cantiere, di una officina. Non dobbiamo però pensare ai cantieri dei nostri giorni a quelli delle opere incompiute, degli incidenti sul lavoro o dell’abusivismo edilizio, la nostra mente deve correre a quanto abbiamo letto nei libri di storia, a quanto ci hanno insegnato i nostri maestri, a quel racconto che di bocca in bocca è passato dai nostri avi a noi: all’inizio del Medioevo una serie di splendide costruzioni che gareggiavano fra loro in bellezza, fascino e suggestione costellarono d’improvviso l’Europa preda di povertà, pestilenze e guerre. Sono le cattedrali, che sorsero grazie allo sforzo di intere comunità che misero a disposizione risorse economiche ed umane per queste opere stravaganti ed utopistiche, slanciate verso il cielo con una grazia inimitabile nella sua perfezione. Le cattedrali racchiudono una energia straordinaria e il loro compito era, ed è tuttora, quello di catturare, concentrare ed amplificare l’energia di una comunità, la stessa energia che fece rifiorire le città di un continente devastato. Tutto ciò successe anche nel nostro Paese dove nei centri storici dei nostri comuni sorgono ancora questi prodigi comunitari che sono le cattedrali.

Oggi i moderati devono identificarsi con quegli antichi costruttori di bellezza e devono nuovamente essere pronti al lavoro. I moderati di questo Paese devono avere nel cuore e nella mente un progetto straordinario: devono destare una comunità, affinchè ciascuno dei suoi membri si riappropri del suo destino e spenda le sue energie migliori per dare all’Italia una nuova stagione politica.

La crisi economica, la disoccupazione, il degrado e l’abbandono che quotidianamente viviamo, l’inerzia politica che sembra avere ragione delle nostre energie ci spingono al pessimismo, a credere che l’incantesimo per cui nulla mai potrà cambiare non può essere rotto.

Percorrendo le piazze e le strade delle nostre città, possiamo percepire preoccupazioni, incertezze, timori e dispiaceri. Sono sentimenti legittimi, ma sono anche nemici che lentamente ci fanno piegare verso la terra 
e diventare polvere prima della morte. Questi sentimenti sono il nostro primo avversario, il primo ostacolo al cambiamento di questo Paese e possiamo batterli solamente se riusciamo a liberare le energie positive della nostra comunità. E’ l’energia dei nostri bambini che giocano a pallone, dei commercianti che combattono la crisi, dei nostri anziani che non si arrendono alla solitudine, dei giovani che non si rassegnano a perdere la speranza.

La sfida politica dei prossimi mesi, la sfida di tutti i moderati italiani è dunque quella di liberare queste energie, di fare sì che ogni italiano torni ad essere ricettivo a tutto ciò che è bello, buono e grande. Il nostro Paese deve tornare a sfidare gli avvenimenti con la sua volontà e il suo ingegno, dobbiamo ritrovare la gioia al gioco della vita per non lasciarci immobilizzare dal pessimismo e farci corrodere dal cinismo. I moderati, superando le alchimie della politica e i giochi di palazzo, devono esclusivamente regalare all’Italia un desiderio. L’Italia deve tornare a desiderare, perché desiderio nella sua etimologia è sentire la mancanza delle stelle. L’Italia deve tornare a guardare il cielo, quel cielo stellato delle notti italiane cantate da Fossati, e l’Italia deve trovare la sua stella per avere luce e camminare sicura nella notte.

Non si tratta di fare poesia, si tratta solamente di costruire un progetto politico con un’anima, di tornare a credere che la politica non è l’attività della casta, ma il mezzo con cui liberare e convogliare le energie positive della nostra comunità civile. E’ questo il punto di partenza per i moderati italiani.

4 Commenti


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram