Merito, cominciamo dal territorio
postato il 31 Maggio 2012
Meritocrazia, chi era costei? Le ombre di un dibattito che tiene banco da alcuni anni si allungano sul nostro presente, ma senza portare grandi elementi di novità. Ormai è cosa nota, in Italia esiste un problema che si chiama “mancanza di meritocrazia”. I giovani che hanno studiato e portato a termine un percorso che ha significato fatica, sacrifici, rinunce, impegno non vengono ripagati e i loro sforzi ma soprattutto i loro risultati non vengono riconosciuti, in un Paese che ha altro a cui pensare.
È ormai giunto il momento di affrontare la questione e discutere non per esibire un interesse di facciata ma con l’intento di trovare una soluzione. Spetta alla politica tracciare il percorso per dare all’Italia una prospettiva diversa: pensare a un modello di crescita fondato sul merito. Perché i neolaureati trovano così tante barriere al momento di entrare nel mondo del lavoro? Perché le eccellenze non vengono valorizzate? Perché i risultati conseguiti da studenti capaci e meritevoli non vengono premiati con un maggiore investimento da parte di istituzioni e privati in questo preziosissimo capitale umano? La causa di questo disinteresse non è facilmente rinvenibile perché probabilmente affonda le sue radici in una cattiva cultura non meritocratica e in una tradizione ormai consolidata che vede i più raccomandati, i più furbi, i più abbienti andare avanti a scapito di chi avrebbe i titoli per arricchire la società.
Dobbiamo porre mano al problema, e lo possiamo fare partendo da una proposta. Una prima pietra, un primo step per rinnovare la classe dirigente di questo Paese, per un nuovo modello sviluppo fondato sulle qualità individuali, per fare relazionare il mondo del lavoro con il meglio della gioventù istruita. La proposta è una mozione che chiamiamo “Meritocrazia nel territorio”. Si chiede ai Sindaci di istituire sui siti internet dei comuni una sezione in cui i residenti laureati di quel comune potranno, una volta autorizzato il trattamento dei dati, inserire le proprie generalità, comprensive della Facoltà e del voto di Laurea così da far incontrare domanda ed offerta di lavoro in un ambito territoriale. L’intenzione è quella di mettere in comunicazione i giovani talenti locali e le imprese che operano a livello territoriale, premiando il merito. È una proposta che si rivolge ai laureati, e cioè a coloro che hanno proseguito gli studi ai livelli più alti, e che intende affermare una convinzione: una Nazione come la nostra per sopravvivere e crescere nei mercati internazionali non può che puntare su alti livelli di conoscenza. Il confronto con gli altri protagonisti della scena mondiale è durissimo e possiamo prevalere solo puntando sulle eccellenze che vivono, crescono, fanno esperienza nel nostro Paese. Ci troviamo invece adesso nella paradossale situazione di un’Italia che vuole uscire dalla crisi ma rischia di non far fruttare i talenti ancora presenti, prima che migrino definitivamente all’estero impoverendo ulteriormente il territorio.
È una sfida che i moderati devono saper cogliere. Impegniamoci per costruire davvero una società meritocratica. Valorizziamo competenze, capacità, risultati. Non può essere solo una battaglia ideale ma una concreta iniziativa per lo sviluppo: se le imprese e i neolaureati meritevoli si incontrano, questo non può che avere effetti positivi sulla ricchezza del Paese. Troveremo d’accordo il presidente Monti, da sempre in prima linea sul tema del merito. Del resto è stato lui, all’inizio del suo mandato, a pronunciare la significativa frase “Ciò che giova ai giovani giova al Paese”.