Archivio per Febbraio 2012

La necessaria riforma dell’art. 49 della Costituzione

postato il 6 Febbraio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Davanti alla penosa vicenda dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi ci sono due reazioni deprecabili tanto quanto il reato commesso: la prima è liquidare la vicenda con un tristemente famoso “è un mariuolo isolato” e continuare a far finta di niente, la seconda è buttarla nella solita cagnara populista con tanto di Banda Bassotti di contorno come fa il Fatto Quotidiano. Minimizzare e abbandonarsi  al furor giacobino sono due reazioni opposte ma che hanno il medesimo risultato: non cambiare niente. Il recente passato ne è una testimonianza: tanto baccano all’indomani di Tangentopoli e poi, fatto passare un po’ di tempo, si è tornati a rubare meglio e più di prima.

Cosa fare per evitare nuovi casi Lusi? E’ sufficiente intervenire nuovamente sul finanziamento pubblico ai partiti? E’ importante dire subito che non bastano piccole modifiche o soluzioni provvisorie, ma oggi più che mai occorre affrontare il problema della regolamentazione giuridica dei partiti. Per far ciò occorre mettere mano all’articolo 49 della Costituzione che risente ormai del mutato quadro storico-politico; in altri termini è necessario salvare i partiti o meglio restituirgli dignità. Restituire dignità ai partiti significa ridare a questi quel ruolo di raccordo fra i cittadini e le istituzioni, che è fondamentale in una democrazia pluralista e che, proprio per questo motivo, non può più essere sottratto ad una regolazione dei partiti in forme autenticamente democratiche ed aperte al controllo dell’opinione pubblica e della legge. I partiti devono rinunciare ad una parte del loro arbitrio, subordinandosi a regole certe e trasparenti, devono altresì tornare a svolgere la loro funzione nella democrazia italiana, ritornando ad essere autenticamente soggetti democratici subordinati a regole certe e trasparenti mediante la pubblicità dei loro statuti e soprattutto  dando reale potere ai loro iscritti ed elettori. Una operazione di questo genere oltre che necessaria è richiesta dall’Europa, infatti il diritto comunitario prevede che un partito politico a livello europeo per accedere ai finanziamenti debba avere personalità giuridica nello Stato membro in cui ha sede.

Già don Luigi Sturzo che della lotta alla partitocrazia, una delle tre «malebestie» che già allora inquinavano la democrazia italiana con lo statalismo e l’abuso del denaro pubblico, ne aveva fatto una battaglia e propose nel 1958 un disegno di legge per dare ai partiti, allora come oggi mere associazioni di fatto, una personalità giuridica attraverso il deposito dello statuto alla cancelleria del tribunale civile del luogo in cui hanno sede legale, ed obbligarli  ogni anno a presentare alla stessa il rendiconto delle entrate e delle uscite. Altra regolamentazione prevista da Sturzo era la rendicontazione delle spese elettorali dei candidati davanti al tribunale.

Ma non è necessario andare al 1958 per trovare qualche buona soluzione ai problemi della partitocrazia senza partiti, sarebbe sufficiente riprendere in mano, anche semplicemente per aprire un ragionamento, sul ddl n. 2416 presentato dal senatore Gianpiero D’Alia e dal senatore Marco Follini nell’ottobre 2010. Il disegno di legge del presidente del gruppo Udc-Autonomie e del senatore del Pd è articolato in 10 articoli che qualificano i partiti come associazioni riconosciute con personalità giuridica, definiscono i requisiti di “democraticità” e modalità per essere riconosciuti, stabiliscono non solo un tetto alle spese elettorali e la nominatività dei titoli appartenenti al partito ma anche una commissione ad hoc presso il Ministero dell’interno per il controllo di tali spese, con la possibilita` di controllare e di conoscere i bilanci dei partiti politici e le spese sostenute. C’è dunque abbastanza materiale per ragionare, per discutere ma soprattutto per intervenire in questa materia delicata non solo per evitare altri casi Lusi, ma anche per salvare i partiti. E i partiti si salvano soltanto se si rivitalizza il rapporto fra cittadini e partiti.

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Siria, un doppio no che complica le cose

postato il 5 Febbraio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri

“Ci stanno bombardando! ci stanno bombardando” è la voce spezzata di un uomo nella notte mentre si odono  boati e detonazioni che giungono fino al Krak dei Cavalieri, il più potente baluardo degli antichi Crociati sul limite della frontiera libanese.  Alcuni cadaveri a terra adagiati in pozze di sangue o su letti di quello che sembra una rudimentale clinica o un ospedale. Immagini che scuotono Homs, l’antica Emesa teatro del più grande scontro tra l’Imperatore Aureliano e Zenobia la regina di Palmira.  Immagini non confermate dalla tv di stato ma scaricate su youtube dai residenti e pubblicate da Al Arabya. E’ tutto questo mentre la risoluzione Onu sulla Siria è stata bocciata con i veti di Cina e Russia. Avevamo atteso con Tigella su twitter la speranza che l’ultima versione emendata della risoluzione potesse placare le preoccupazioni russe.  Ad esse si è aggiunto anche il veto della Cina, un doppio “No” che il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki Moon ha definito una “delusione per il popolo siriano e per tutti i difensori della democrazia e dei diritti umani”.

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#nevearoma

postato il 5 Febbraio 2012

“Damose da fa’ e volemose bene, semo romani!”.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 5 febbraio ’12

postato il 5 Febbraio 2012
Il Premier Monti torna sulla vita interna del Governo e assicura che se anche la crisi non può ancora dirsi risolta, “le riforme audaci” fatte grazie al “disarmo tra i partiti” ci stanno conducendo sulla buona strada (leggete da Messaggero e Corriere). Da leggere, a questo proposito, anche i pezzi di Rusconi su La Stampa e Ceccarelli su Repubblica che analizzano con acume gli ultimi risvolti della strategia comunicativa di Monti e del suo governo (che ha scelto di abbandonare la retorica buonista di sinistra da una parte o quella paternalista di destra dall’altra, per abbracciare un linguaggio più schietto e chiaro: che farà pure più male, ma che di sicuro è più onesto). Spazio poi al tema caldo di questi giorni, la riforma del mondo del lavoro: il ministro Fornero ha ribadito la decisione del governo di andare avanti, anche a costo di non avere il consenso delle parti sociali, sulla strada della riforma e della flessibilità positiva (che, come ci racconta un interessantissimo pezzo sul Sole, è già una realtà tra molte aziende del nostro Paese). Tutto questo mentre Bossi torna a fare la voce grossa e sembra aver messo una pietra definitiva sul suo rapporto con Berlusconi (pur di vincere, il Senatur sacrificherà anche il partito?, si chiede Specchia su Libero).

Casini incontra De Magistris. (il Sole 24 Ore)

Monti: la crisi non è risolta ma siamo sulla buona strada (Fabrizio Rizzi, Il Messaggero)

Monti: in Italia riforme audaci grazie al disarmo tra i partiti (Paolo Lepri, Corriere)

Le accuse di super-Mario al marketing del cuore e al buonismo bipartisan (Filippo Ceccarelli, La Repubblica)

Il professore alla guerra mediatica. (Gian Enrico Rusconi, La Stampa)

Fornero rilancia: impresa-lavoratore legame non eterno. «Le aziende devono pagare di più». (il Sole 24 Ore)

Quella flessibilità che è gia nata (dal basso) (Michele Tiraboschi e Paolo Tomassetti, Sole24Ore)

Articolo 18. L’ossessione di Governo e Sindacati (Eugenio Scalfari, La Repubblica)

Fiducia nei partiti, dopo il caso Lusi giù all’8% E il 56% degli elettori vuole cambiamenti radicali. (Renato Mannheimer, Corriere della Sera)

Rai, il governo preme e il Pdl frena. (Paolo Conti, Corriere della Sera)

Bossi attacca ancora Silvio. «Se si ritira, Lega prima al Nord». (Enrico Camanzi, QN)

Umberto pur di vincere sacrifica il partito (Francesco Specchia, Libero)

Se crolliamo sotto i fiocchi (Pierluigi Battista, Corriere)

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Siria, si fermi la mano di Assad

postato il 4 Febbraio 2012

Le ultime immagini che da internet giungono dalla capitale della rivolta siriana Homs sono terribili: le forze di Bashar al Assad hanno bersagliato con colpi di mortaio diversi quartieri della città situata nel centro del Paese, roccaforte della rivolta: una carneficina, hanno raccontato attivisti dell’Osservatorio siriano per i Diritti umani. Ci sarebbero anche centinaia di feriti. Sembra dunque necessaria ed urgente una presa di posizione delle Nazioni Unite che dovrebbe arrivare entro 48 ore considerato che c’è già una bozza di risoluzione arabo-occidentale che condanna la repressione compiuta in Siria dal regime di Bashar al Assad  in “blu” cioè che si potrà votare in tempi strettissimi. Fondati però si sono dimostrati i timori di Pier Ferdinando Casini che già il 27 gennaio su twitter esprimeva preoccupazione per la reazione russa:

Fino a poche ore fa, infatti il vice ministro  degli Esteri russo, Ghennady Gatilov, aveva dichiarato di non poter appoggiare la risoluzione, nonostante le modifiche apportate, perché non presi in sufficiente considerazione i paletti posti dal suo governo. Ma Gatilov aveva comunque evitato di minacciare espressamente un eventuale ricorso russo al diritto di veto, come per contro aveva fatto in precedenza il suo ambasciatore al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin.

La versione emendata del testo, secondo le ultime notizie, sembra però aver ridotto le preoccupazioni russe. La sempre attenta e informata Claudia Vago, Tigella per gli utenti di Twitter, ci insinua però un dubbio:

Non resta che aspettare la votazione delle Nazione Unite, sperando che la previsione di Claudia Vago non sia esatta.

La Redazione

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Quella violenza inflitta due volte

postato il 4 Febbraio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

La corte di Cassazione ieri ha sentenziato che gli indagati per stupro eseguito in gruppo possono beneficiare di misure cautelari alternative alla detenzione. Questo in barba alla legge di contrasto alla violenza sessuale approvata dal Parlamento nel 2009, la quale sanciva chiaramente che per i rei di violenza sessuale l’unica misura cautelare applicabile è il carcere. Già per la Corte Costituzionale tale norma contrastava con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione. Tale interpretazione è stata recepita dai giudici della Corte di Cassazione nel caso balzato alla ribalta in questi giorni.

Unanime il coro di critiche verso una decisione definita “lacerante” a sinistra e “impossibile da condividere” a destra; la Cassazione si è difesa precisando che era l’unica interpretazione possibile verso la sentenza della Consulta, perché  in alternativa si sarebbe dovuto sollevare una questione di incostituzionalità, la quale avrebbe portato alla scarcerazione degli imputati per decorrenza dei termini.

Questo è ciò che dice la legge. Ciò che dicono i giudici. Ma può un paese civile fermarsi dietro sterili interpretazioni di norme e ignorare ciò che realmente è la tragedia dello stupro? La violenza sulle donne è un dramma che in italia si ripete ogni giorno. Una donna vittima di violenza subisce una ferita che nessuno di noi può lontanamente immaginare. Una donna vittima di violenza deve superare enormi resistenze per denunciare i propri aggressori: c’è la vergogna, la paura di far sapere a tutti cosa si è state costrette a subire, il terrore di ritorsioni da parte dei parenti degli aguzzini o da loro stessi, se lasciati in libertà. Il rimorso e il senso di colpa di essere state loro, in qualche modo, responsabili di ciò che si è subito, come se se lo fossero meritate in qualche assurdo modo. Ecco, pensate a quelle donne che, nonostante tutto, trovano il coraggio di denunciare, e sanno che i loro aguzzini sono liberi, una volta ricevuta la notifica della denuncia, di tornare da loro e farle pagare quel gesto di coraggio. Come reagireste? Parlereste ancora di principio di uguaglianza? E loro, non hanno diritto di tornare a essere uguali alle altre donne, senza doversi guardare le spalle di continuo? Il principio di libertà personale non varrebbe anche per loro, non più libere di condurre una vita normale, ammesso che trovino la forza di tornare a vivere? E per quanto riguarda la funzione della pena? La pena che si porteranno dentro per tutta la loro vita che funzione avrà?

Io mi auguro che un giorno le mie figlie vivranno in un paese che mette al centro la persona, e le restituisca davvero il diritto alla giustizia che, spesso, resta solo sulla carta. Altrimenti le donne continueranno a subire violenza due volte: la prima dai loro aggressori, la seconda dallo Stato.

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Impegno a sostenere Monti su tutto

postato il 3 Febbraio 2012

Non è possibile sostenere l’esecutivo su provvedimenti come lavoro e liberalizzazione e su tutto il resto essere in libera uscita. Ci deve essere una omogeneità della maggioranza anche su altri temi, a partire da giustizia, riordino delle amministrazioni e degli enti locali, e dalle altre grandi questioni aperte nel Paese.
Il comune impegno preso dopo l’incontro di ieri sera con il premier Monti è di procedere non in ordine sparso, ma in piena sintonia su tutto.

Pier Ferdinando

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