Archivio per Febbraio 2012

10 febbraio, Cefalù

postato il 8 Febbraio 2012

Ore 11.00 – Hotel Costa Verde  (Viale dell’imprenditoria c/da San Nicol)

Winter School dell’UDC

 

 

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9 febbraio, Marsala

postato il 8 Febbraio 2012

Ore 18.00 -Villa Favorita

Incontro pubblico

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Quando la natura alza la voce

postato il 8 Febbraio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan

A voler ben guardare, si individua facilmente un comune filo rosso che collega i disagi di questi ultimi giorni con mezza Italia sotto la neve ed i terribili momenti delle alluvioni in Liguria e Toscana; anzi, seguendo quel filo comune si risale ancora indietro nel tempo passando di disastro in disastro fino ad attraversare tutta la nostra penisola in lungo ed il largo.

Il denominatore comune di quasi tutte le calamità naturali degli ultimi anni è sempre lo stesso: il progressivo abbandono del territorio e l’allentamento delle tutele una volta riservate ai terreni anche nelle aree a minor inurbamento. Persino in occasioni delle recenti copiose nevicate, non è fuori luogo considerare la questione della prevenzione sul territorio; logicamente non si può pensare di prevenire le nevicate, è pero del tutto legittimo pensare di prevenire catastrofi originate da una cattiva gestione dell’ambiente cittadino o rurale, affinché il malgoverno dei territori non finisca per peggiorare una situazione già critica.

D’altronde un collegamento simile era già stato evidenziato nell’editoriale pubblicato sul numero 6/2011 della rivista “Energia, Ambiente ed Innovazione”, bimestrale dell’ENEA, dal significativo titolo “Quando la natura alza la voce”; nell’articolo infatti si parlava profeticamente di “città resilienti, cioè in grado di resistere ad alluvioni, ondate di calore, nevicate eccezionali”. Anche in quell’editoriale si rilevava infine come l’imputato numero uno fosse sempre il cambiamento climatico pur se in realtà i dati ben indicassero nell’urbanizzazione spesso selvaggia, quando non abusiva, e nell’abbandono del territorio i veri responsabili dei disastri ambientali.

A dimostrazione di un comune sentire che pervade ambito molto diversi, un recentissimo comunicato di FedAgri – Emilia Romagna, emesso in seguito alle recenti nevicate, segnala lo stato di grande preoccupazione per le aziende agricole dei territori dell’Appennino Alto-Romagnolo individuate quali “indispensabile presidio territoriale e di tutela ambientale”, usando quindi quasi le stesse parole dell’articolo citato poc’anzi.

In molte parti del nostro Paese, territori che grazie all’agricoltura avevano visto in passato lunghe fasi di ricchezza hanno poi vissuto il decadimento ed il conseguente abbandono della gestione di corsi d’acqua, dei canali e delle strade silvo-pastorali, diventando quindi terreno ideale per frane ed eventi alluvionali; senza contare che la mancata manutenzione dei boschi e dei pascoli mette il territorio nelle condizioni di non essere in grado di sopportare eventi climatici improvvisi e violenti.

In questo panorama veramente preoccupante, piace però rilevare come finalmente pare di poter esprimere un cauto ottimismo di fronte alle recenti notizie che giungono dal nuovo Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che ha recentemente sbloccato una parte consistente di finanziamenti finalizzati proprio alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Speriamo veramente che questa rinnovata attenzione anche da parte ministeriale segni un nuovo inizio nel modo di gestire il territorio e le sue problematiche; speriamo davvero che la natura, per farsi sentire, non debba alzare la voce un’altra volta.

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Il futuro di internet potrebbe parlare italiano

postato il 7 Febbraio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Il prossimo motore di ricerca su Internet potrebbe parlare italiano

grazie a Massimo Marchiori che promette di rivoluzionare i motori di ricerca.

Il suo algoritmo iniziale (che ideò circa 10 anni fa) è la base della struttura di Google: senza Marchiori, google non esisterebbe (fu Larry Page a vedere l’algoritmo e intuendone la genialità propose a Marchiori di poterlo usare). Dopo avere lavorato negli USA è tornato in Italia e ha provato a mettere su una sua iniziativa. Attualmente lavora per 2000 euro al mese per l’università di Padova, e ha fondato una sua piccola società, con la quale ha lanciato un nuovo motore di ricerca che rivoluzionerà (afferma) il mondo di internet e dei motori di ricerca.

Questo nuovo motore di ricerca consente di creare una mappa personalizzata del sito stesso in consultazione utilizzando gli elementi che ospita, inoltre permette un’immediata visualizzazione dei contenuti multimediali per effettuare rapidamente delle ricerche. Ma il punto più importante è la possibilità di vedere chi e quanti lo stanno consultando nello stesso momento, o lo hanno consultato, e entrare  in contatto con loro. «È questo un modo prezioso per fare amicizia con persone che hanno i nostri stessi interessi; è cioè una possibilità straordinaria di socializzazione».

Per realizzare tutto questo, Marchiori ha creato una società (www.volunia.com) che ha incontrato tantissimi problemi legati sia alla burocrazia (due mesi per avere l’allacciamento alla rete elettrica da parte dell’ENEL….) e legati all’arretratezza della rete informatica italiana; addirittura Telecom sostenne che non poteva connettergli i computer alla rete, come racconta lo stesso Marchiori: “Quando dovevo collegare i computer, Telecom mi informava che non poteva perché nel condotto non c’era spazio per un altro cavo. Sono stato costretto a installare una parabola e attivare una connessione radio con un fornitore remoto che supplisce ai disservizi delle reti normali.”

Se azzerassimo il famoso digital divide, se vi fosse stata la disponibilità della rete a banda larga e ultralarga, avrebbe avuto molti meno problemi (ci sono voluti 4 anni per metter in piedi la sua piccola società). E’ un italiano geniale, giovane, che lavora e genera sviluppo; e dobbiamo aiutarlo, e oltre a lui aiutare tutti gli italiani geniali, con voglia di lavorare e che sono “castrati” dalle carenze infrastrutturali italiane.

Per questo motivo, oltre a dettare i tempi dell’agenda digitale, bisogna dare certezza dei fondi; e siccome i fondi necessari sono circa 10-15 miliardi per abbattere il digital divide e potenziare al rete italiana, e i fondi pubblici stanziati in passato sono solo 800 milioni, io aggiungerei nella proposta, di usare una parte dei fondi FAS che, a vario titolo, giacciono inutilizzati (per mancanza di progetti e/o altro genere di problemi). Potenziare le infrastrutture informatiche, infondo, permetterebbe di sviluppare tutta l’Italia e soprattutto le aree più disagiate del nostro paese (è innegabile che le zone economicamente più svantaggiate sono anche quelle dove è maggiore la carenza di infrastrutture tecnologiche adeguate a cominciare dalle possibilità di connessione alla rete).

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Ospite di ‘Otto e mezzo’

postato il 7 Febbraio 2012

Pier Ferdinando Casini ospite di 8 e mezzo: Chi vuol far fuori Casini? .

Ospite della trasmissione condotta da Lilli Gruber, con Stefano Folli.

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Storie ordinarie di digital divide

postato il 6 Febbraio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

Non ho mai disdegnato l’idea di vivere in un piccolo paesino di una altrettanto piccola regione come la Basilicata. Certo, le difficoltà sono molte, come la necessità dell’automobile, le scuole lontane, l’essere pendolare. Tuttavia, con l’ottimismo e con la convinzione di vivere in un paese dove persiste “l’aria buona”, ho sempre accettato queste difficoltà con spirito positivo. Tutte, tranne una: il non poter usufruire di internet veloce. Ebbene sì, faccio parte di quei 2,3 milioni di italiani del tutto privi di copertura internet, senza la possibilità di godere di una connessione internet davvero veloce, costretta a ripiegare su molto meno convenienti soluzioni. Dopo sfortunate esperienze con vari operatori telefonici per sopperire all’assenza della copertura della banda larga, sono giunta ad un’ovvia e sconsolata conclusione: ebbene sì, in Italia esiste ed è forte il problema del digital divide. Siamo alle solite, ad un’Italia che corre su due binari: l’uno prosegue spedito verso il progresso, l’altro retrocede verso l’oblio e approda nella stazione del mancato sviluppo.

Purtroppo, questo mancato sviluppo lo si avverte nella vita quotidiana di un piccolo paese: disservizi e ritardi nelle operazioni alle poste, impossibilità di fruire di servizi internet per le piccole imprese, isolamento totale. Un isolamento che appare ironico e beffardo in un mondo globalizzato, capace di azzerare le distanze tra nazioni e continenti, e non tra paesi della stessa Italia. Questo per la miopia di una politica, incapace di intuire che nell’accessibilità ad internet veloce si Può nascondere una grandissima possibilità di sviluppo e investimento. Rendendo efficienti anche i territori più periferici (che costituiscono la vera Italia, fatta di piccoli centri, e non soltanto di grandi città), si potrebbero aprire nuove zone d’investimento, invogliare gli imprenditori ad investire in piccole imprese, anche in centri di modeste dimensioni, naturalmente con adeguate condizioni infrastrutturali.

E far sì che tutta l’Italia possa godere di un’adeguata copertura ADSL, significa fornire già il primo mattoncino per una nuova economia, per aprirsi al nuovo mondo e alle nuove tecnologie.


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Governo di armistizio per quattro-cinque anni

postato il 6 Febbraio 2012

La stagione dell’uomo solo al comando è finita. Serve un partito della Nazione che sappia prospettare il futuro andando oltre il governo Monti, moderati e riformatori insieme. Se qualcuno pensa che il presidente del Consiglio, che sta facendo le cose che da anni sollecitiamo, in un anno e mezzo risolverà i problemi italiani è sulla luna: questa tipologia di governo di armistizio deve durare quattro-cinque anni.

Pier Ferdinando

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