postato il 31 Gennaio 2012
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
Berlusconi non è più a Palazzo Chigi, Minzolini ha lasciato il Tg1 per una storia di carte di credito ma al Tg della rete ammiraglia Rai poco sembra essere cambiato o almeno qualcuno vorrebbe non cambiare niente. L’idea de dg della Rai Lorenza Lei di confermare alla guida del Tg1 Alberto Maccari più che una soluzione di transizione sembra una di quelle mosse per salvare lo status quo politico e quindi non dispiacersi troppo l’asse Pdl-Lega che fino a poco tempo fa faceva il bello e il cattivo tempo a Viale Mazzini. Non è in discussione la professionalità di Alberto Maccari ( anche se la telefonata con il finto Bossi David Parenzo è degna di un film di Alberto Sordi) ma l’immagine del Tg1 che viene da una stagione non troppo esaltante, per usare un eufemismo. Il Tg1 deve tornare ai vecchi fasti e per far questo è necessaria una direzione autorevole e di qualità che si caratterizzi per uno stile e uno spirito equivalente a quello del governo Monti. Come ha giustamente detto Roberto Rao alla Rai la resistenza degli ultimi giapponesi non serve; la guerra per il Tg1 è finita, è giunta l’ora del Monti style.
postato il 30 Gennaio 2012
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
Oggi si diranno e si scriveranno tante cose di Oscar Luigi Scalfaro. Non si conteranno articoli ampollosi, enfatici e sostanzialmente vuoti, i maestri dell’ipocrisia che in passato vomitarono su Scalfaro oggi avranno parole di cristiana pietà e infine i restanti si divideranno ancora una volta tra fan sfegatati e detrattori implacabili. Così vanno le cose in Italia. Fortunatamente nel marasma emotivo si riesce a cogliere anche qualche perla di saggezza che non a caso viene da Twitter che è stato anche il primo a dare la notizia della morte di Scalfaro. Mi sembra perciò opportuno in attesa di una riflessione più serena sull’opera politica di Scalfaro e in particolare sul suo settennato al Quirinale citare i tweet di due illustri commentatori che hanno messo in luce aspetti diversi della figura di Scalfaro. Il primo bel tweet a commento della scomparsa del Presidente emerito della Repubblica è di Enzo Carra:
Scalfaro visse a lungo ed ebbe diverse vite politiche, tutte vissute con passione.
Un commento sobrio, in perfetto stile democristiano diranno alcuni, dove si ricordano le diverse stagioni politiche di Scalfaro, più o meno condivisibili, ma dove si riconosce il valore profondo della passione civile di Scalfaro, della sua fede nella Costituzione simile a quella per il Vangelo. Scalfaro infatti fu uomo di fede: fede religiosa e fede civile, entrambe fedi radicali, senza sconti per se stesso e per gli altri.
Il secondo tweet che vale la pena citare è di Claudio Velardi:
Scalfaro era un vecchio conservatore. La destra se lo fece nemico e la sinistra se lo intestò. Questo dice tutto sull’Italia.
Una fotografia perfetta di quanto è accaduto e sta accadendo intorno alla figura di Scalfaro, un altro dei frutti amari del falso bipolarismo italiano senza idee e senza ideali.
Sarebbe ingiusto però adulterare la memoria di Scalfaro con la polemica politica, e se la riflessione storica ha bisogno di tempo è giusto in queste ore lasciare spazio alle emozioni, quelle emozioni suscitate dalle parole vigorose rivolte da Scalfaro ai giovani, quelle emozioni suscitate da quell’antico distintivo dell’Azione Cattolica sul bavero della giacca, segno di una tradizione forte di cui oggi si sente la mancanza.
postato il 30 Gennaio 2012
Pubblichiamo da QN l’intervista
di Pierfrancesco De Robertis
Presidente Casini, il governo Monti ha ormai due mesi. Che voto gli diamo?
«Darei un nove al governo e un sette alla politica…»
E’ uno dei pochi a dare sette alla politica.
«Va bene, gli diamo sei…»
Torniamo al governo.
«Gli do nove perché in questi due mesi ha fatto quello che Prodi e Berlusconi non erano riusciti a fare: liberalizzazioni, pensioni, semplificazioni, manovre straordinarie. Sta adesso affrontando il delicato tema del lavoro e soprattutto siamo tornati al centro della trattativa europea. Lo spread sta scendendo ed è un segnale importante, dopodiché nessuno ha la bacchetta magica…» [Continua a leggere]
postato il 29 Gennaio 2012
Riflettere sul suo settennato
Siamo affettuosamente vicini alla figlia Marianna nel ricordo del Presidente Oscar Luigi Scalfaro, per lunghi anni appassionato militante e dirigente della Democrazia Cristiana, ministro, vicepresidente e presidente della Camera dei deputati e poi Presidente della Repubblica.
Ha sempre difeso il Parlamento e la sua centralità, la magistratura e la sua autonomia e le Istituzioni dello Stato.
Sulla sua opera bisognerà riflettere con la serenità che spesso è mancata nel valutare in particolare il suo settennato al Quirinale. Personalmente lo ricordo con grande amicizia.
Pier Ferdinando
postato il 29 Gennaio 2012
Dopo il decreto Salva-Italia, la riforma delle pensioni e le misure su liberalizzazioni e semplificazioni, il Governo Monti affronta un altro impegnativo giro di riforme, a partire dal rinnovamento del mercato del lavoro. Due letture, centrali, su questo argomento le tiriamo fuori dalla Repubblica di oggi: la prima è del vicedirettore del quotidiano, Massimo Giannini, che spiega nel dettaglio il piano di riforma elaborato dal Ministro Elsa Fornerno; la seconda è a firma, invece, di Eugenio Scalfari che, citando una sua vecchia intervista allo storico segretario della CGIL Luciano Lama, mette al muro i sindacati che continuano a dichiararsi indisponibili al piano di riforma del Governo. Del resto, Fourquet sul Sole elogia il cammino riformista intrapreso dal Governo e indica quali sono i prossimi passi da compiere: il primo, come rilancia anche Guiso sullo stesso giornale, è quello di ridurre il carico fiscale e procedere a un grande piano di standing review (meno spese per meno tasse). Spazio poi al tema della giustizia e alla possibilità dell’abolizione del valore legale del titolo di studio (noi ne avevamo scritto qui, per chi volesse conoscere la nostra opinione). Infine, da leggere il bel (e triste, purtroppo) pezzo di Pierluigi Battista – lo trovate su La Lettura del Corriere – sulla fine dell’illusione liberale nel nostro Paese: tutti liberali, vent’anni fa (forse), pochi e sparuti, i liberali di oggi.
Lavoro, ecco il piano Fornero (Massimo Giannini, La Repubblica)
Una lettera per la Camusso che viene da lontano (Eugenio Scalfari, La Repubblica)
Un poker di riforme per una svolta duratura (Fabrizio Fourquet, Sole24Ore)
Meno spese per meno tasse (Luigi Guiso, Sole24Ore)
Rai nella bufera la Lei proroga Maccari al Tg1. (Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica)
«Libano Paese chiave, l’Italia ha il dovere di restarci». (Maurizio Caprara, Corriere della Sera)
II libro nascosto e il complesso svelato. (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)
Il peso (perduto) della laurea. (Andrea Garibaldi, Corriere della Sera)
Giavazzi: “Non diamo più agli atenei lo stesso peso” (Corriere)
E Scola scaricò Formigoni “Non partecipo alle marachelle”. (Andrea Tornielli, La Stampa)
Sulla giustizia l’Europa resta un miraggio. (Donatella Stasio, il Sole 24 Ore)
L’urgenza dell’agenda digitale e la fragilità (informatica) dei Comuni. (Edoardo Segantini, Corriere della Sera)
Le colpe delle banche che non fanno credito. (Dario Di Vico, Corriere della Sera)
Equità e convivenza (Enzo Bianchi, La Stampa)
La cittadinanza non basta (Giovanna Zincone, La Stampa)
La fine dell’illusione liberale (Pierluigi Battista, La Lettura del Corriere)