Archivio per Novembre 2010

Ospite di Otto e mezzo

postato il 16 Novembre 2010

Alla trasmissione di La7 condotta da Lilli Gruber, con la partecipazione Antonio Polito

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Ci vediamo a Milano

postato il 16 Novembre 2010

La promessa non mantenuta di abbassare le tasse, l’assenza di incentivi a giovani imprenditori, il federalismo vuoto di numeri e sostanza. Per non parlare dei favoritismi delle “quote latte”, dell’innovazione mancata della banda larga, della nullità delle ronde e dei numerosi ritardi dell’Expo 2015. Cosa ha fatto questo governo per il nord? Finora solo spot.
L’Assemblea Nazionale del 20 e 21 novembre a Milano (qui tutte le indicazioni), insieme a quella che si terrà in seguito a Napoli, saranno due importanti occasioni per costruire un’alternativa nazionale di sviluppo. Vi aspetto.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 16 novembre

postato il 16 Novembre 2010
Sono giorni di grande concitazione e gli obiettivi dei giornali sono tutti per il Terzo Polo. Dopo la vittoria di Pisapia a Milano, infatti, torna prepotentemente in pista il nome dell’europarlamentare Albertini come guida di una coalizione moderata che vada oltre Pd e Pdl: il Corriere ci racconta di un suo incontro con i leader di Udc, Api e Fli, mentre Avvenire mette l’accento sul fatto che questa alleanza non nascerebbe “per aiutare la sinistra”. Proprio sui dissidi e sui travagli democratici, intervengono Andrea Romano (che scrive sul Sole di una “Sinistra che non sa guardare al futuro”) e Angelo Panebianco (che sul Corsera ci spiega che il PD è il “Partito delle Delusioni”). Intanto si consolida l’asse Fini-Casini e la richiesta di dimissioni del Premier è sempre più forte: al Messaggero il leader dei centristi ha rinnovato l’invito alla costruzione di un nuovo governo di larghe intese con Pd e Pdl (da registrare l’attenzione di D’Alema), mentre Michele Ainis – su La Stampa – sottolinea come “mezza fiducia” non faccia un governo e come l’uscita dei ministri finiani sia solo la formalizzazione di una crisi che era nell’aria da tempo.

II terzo polo punta dritto all’obiettivo: un altro premier a Palazzo Chigi (Alberto Gentili, Il Mattino)

E Albertini incontra i «terzopolisti» (Maurizio Giannattasio, Corriere della Sera)

La “sirena” di Albertini chiama i moderati. Pisapia: ma con loro saprò dialogare anch’io (Andrea Montanari, Repubblica)

Casini: «Berlusconi a fine corsa, lasci prima della sfiducia. Poi un governo con Pdl e Pd» (Il Messaggero)

Asse Fini-Casini: niente reincarico al Cavaliere (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Nun te reggae più (Massimo Gramellini, La Stampa)

Mezza fiducia non fa un governo (Michele Ainis, La Stampa)

Terzo Polo: sale l’ipotesi Albertini (La Stampa)

Montezemolo e la Lega: “Dimettermi? Assurdo” (Corriere)

Luca guiderà il terzo polo? La risposta entro due settimane (Libero)

Lo stop all’atomo costa 44 miliardi (Sole24Ore)

La sinistra a Milano non sa ancora guardare al futuro (Sole24Ore)

Il Partito delle delusioni (Corriere)

“Ha vinto un candidato non condivisibile” (Corriere)

Follini pronto a tornare nell’Udc (ItaliaOggi)

“Esecutivo dal Pdl al Pd”. Le condizioni di Casini (Corriere)

E Luca ora rivede la strategia (La Repubblica)

Casini e D’Alema all’unisono (La Stampa)

Albertini terzo incomodo? “Ma non per favorire sinistra” (Avvenire)

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Vorrei che andasse in onda l’inno alla vita

postato il 15 Novembre 2010


Non mi importa di andare a “Vieni via con me“. Mi dispiace che questa sera vadano in onda solo Mina Welby e Peppino Englaro, che parleranno della cosiddetta dolce morte e non chi, come Mario Melazzini, vuole vivere e non vuole staccare quella spina.

Mi piacerebbe che ci fosse un confronto su questi grandi valori e non una campana sola.

Pier Ferdinando

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Aprire una fase nuova senza Berlusconi, serve responsabilità

postato il 15 Novembre 2010

Sono pronto a firmare una mozione di sfiducia al governo, ma mi auguro che Silvio Berlusconi voglia staccare la spina prima.
Il governo ha finito la sua corsa, come noi avevamo previsto oltre due anni fa. Con il ritiro della delegazione del Fli si è aperta virtualmente la crisi. C’è per fortuna un senso di responsabilità che consentirà di approvare prima la legge di stabilità.
Se Berlusconi continuerà pervicacemente a tentare di rimanere al suo posto commetterà un errore. Non ho nessun rancore nei confronti del premier, ma non credo alla sua idea della politica e non mi fido del suo populismo, né della sua sintonia con la Lega Nord.
Serve un governo di larga coalizione, di responsabilità nazionale, con il Pdl e il Pd che si siano liberati della Lega Nord e di Di Pietro.

Pier Ferdinando

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Trasporti: l’Italia che si muove a due velocità

postato il 15 Novembre 2010

Mentre sto scrivendo queste mie considerazioni, un velocissimo treno Frecciarossa sta correndo lungo la tratta Roma-Milano, a circa 300 km/h , per collegare le due città in quasi 3 ore.

Contemporaneamente, sta partendo da Melfi, cittadina di circa 15000 abitanti della Basilicata, un “modernissimo” ritrovato di tecnologia, un veicolo di trasporto che circola su rotaie ( non riesco proprio a definirlo “treno”!), sta muovendo alla volta di Potenza e, se non dovessero esserci ritardi o imprevisti di qualsiasi tipo, dovrebbe impiegarci poco più di un’ora.

Questa è l’immagine che più rispecchia l’Italia: si corre a due velocità.

Il nostro Paese è profondamente diviso, soprattutto se si parla di trasporti: da una parte, si viaggia abitualmente su treni ad alta velocità, da un’altra si spera quotidianamente che il treno con il quale viaggiare… semplicemente ci sia.

A volte, poi, può capitare che tu debba viaggiare su bus sostitutivi perché, a causa del maltempo, c’è una frana che interrompe la tratta che collega tra di loro due regioni.

E’ ciò che è successo nella mattina di martedì: dalle 10.40, infatti, il tratto ferroviario Battipaglia-Potenza è stato sospeso perché, a causa delle piogge degli ultimi giorni, si è riversata sui binari una frana, tra le stazioni di Contursi e Campagna.

In queste condizioni versano le ferrovie del Sud: chi è “colpevole” di viaggiare su mezzi pubblici, non deve soltanto sopportare quasi ogni giorno disagi e ritardi, ma, addirittura, può rischiare la propria vita. Ora capisco tutto: Trenitalia, sicuramente, avrà pensato a questo quando ha deciso di lasciare “a piedi” i siciliani che, tra qualche mese, non potranno raggiungere la propria regione in treno. Il tutto è stato fatto per salvaguardare la salute dei cittadini, per evitare loro spiacevoli episodi di questo tipo.

Ebbene, piuttosto che investire in innovazione e programmare l’ammodernamento delle infrastrutture in zone disagiate, si sceglie di eliminare alcune tratte, poco produttive perché quasi inutilizzabili.

La risposta a queste nostre perplessità, d’altronde, è stata ripetuta centinaia di volte: non ci sono soldi per portare avanti questo tipo di riforme, tanto che, in questi giorni, si è a lungo parlato di un aumento nelle tariffe dei treni regionaliquesto non è un Paese per pendolari!

Allora mi chiedo: che fine hanno fatto i fondi FAS? La loro funzione non era certo quella di fungere da “bancomat” del Governo, ma di fornire un aiuto a quelle regioni che necessitavano di una mano per mettersi al passo con il resto nella Nazione.

Quest’idea è stata tradita, e i meridionali, per di più, continuano ad essere trattati da piagnoni. Non credo che questo sia lamentarsi, ma far sentire la nostra voce e rivendicare ciò che politici, da troppi anni, promettono in campagna elettorale.

Dunque, se l’idea per cui nascono i fondi FAS, cioè di essere concretamente d’aiuto alle regioni che ne hanno bisogno, viene tradita, permettetemi di sentirmi offesa. Offesa non solo perché meridionale, ma soprattutto perché italiana.

“Riceviamo e pubblichiamo” da Marta Romano

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15 novembre, Grosseto

postato il 15 Novembre 2010

Ore 17.00 – Fondazione il Sole  (Viale Uranio, 40 B )

Partecipa ad un incontro pubblico organizzato dall’UDC di Grosseto

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Rassegna stampa, 15 novembre

postato il 15 Novembre 2010
Siamo davvero arrivati alla fine della corsa? E’ un po’ questa la domanda di fondo, il filo rosso che lega i giornali oggi: la “realtà” del Terzo Polo pressa ormai sempre più incalzante, e la compagine di Centro Destra sembra incapace di ripartire. Ecco perché l’unica proposta che viene dei centristi è quella di garantire un nuovo esecutivo al Paese, per evitare un’inutile “campagna degli stracci”. Mentre però Casini sbarra l’ipotesi al voto, considerato una follia, e i costituzionalisti respingono la possibilità di sciogliere solo la Camera, il Premier tenta ancora il tutto per tutto per salvare la propria maggioranza, almeno al Senato (ma La Stampa parla di un bluff). Lina Palmerini sul Sole 24 Ore poi spiega come dietro la crisi di governo si celi il declino rapido e irreversibile del Bipolarismo – almeno come l’abbiamo conosciuto – mentre Francesco Alberoni sul Corriere saluta il ritorno di grandi movimenti popolari animati da passioni e ideali. Da non perdere poi Massimo Cacciari, che lancia un appello per la Costituente di un “Centro che faccia le riforme” e Ilvo Diamanti, che sentenzia su La Repubblica: “la colla del Cavaliere è finita”.

Il terzo polo incalza il premier. «Accetti un nuovo esecutivo» (Alessandro Trocino, Corriere della Sera)

Battaglia al Senato ma vincono i sì. Camera, il Pdl adesso è «sotto» (Antonietta Calabrò, Corriere della Sera)

«Il premier sfidudato prima del voto del Senato», Fli e Udc accelerano su Finanziaria e mozioni (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Casini sbarra la strada al voto: una follia (Il Tempo)

Tornano i movimenti collettivi. Ora la passione è vincente (Corriere della Sera)

Onorevoli a rischio pensione (Sole24Ore)

L’Italia corre verso il nucleare e cerca 200 ingegneri all’anno (Il Giornale)

La lezione ecologista del Papa (Corriere della Sera)

La crisi di governo segna il declino del bipolarismo (Sole24Ore)

Il welfare dei giovani è la famiglia (La Repubblica)

“Il terziario senza più valori: è questo a preoccupare la Chiesa” (Corriere della Sera)

“I tre partiti non bastano. Serve Montezemolo” (Corriere della Sera)

E’ finita la colla del Cavaliere (La Repubblica)

“Davo milioni all’Avanti di Lavitola per blindare il mio appalto Canadair” (La Repubblica)

Bluff del Cavaliere per convincere i senatori dubbiosi (La Stampa)

I costituzionalisti: «Improbabile. E la scelta tocca a Napolitano» (Corriere della Sera)

Capotosti: “Sciogliere un solo ramo del Parlamento si può, ma unicamente se non è in grado di funzionare” (Mario Coffaro, Il Messaggero)

Wi-Fi il bluff di Maroni (L’Espresso)

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Le promesse mancate del Governo sono ormai un capitolo in continuo aggiornamento: web radio e alluvionati

postato il 14 Novembre 2010

Il governo Berlusconi ormai ci ha abituati a cambi di rotta che lasciano sconcertati e sinceramente non credevo fosse possibile andare oltre, eppure c’è riuscito. Lo ha fatto su due questioni su cui si era espresso a favore: rendere più libero e fruibile il web e gli aiuti al Veneto allagato.

Ma andiamo con ordine.

Tutti sanno che è possibile farsi una propria emittente radio che trasmetta su Internet a costi praticamente nulli. Quel che non tutti sanno è che l’AGCOM, l’autorità garante delle comunicazioni, si appresta a rendere molto più difficile e oneroso potere fare la propria “stazione radio”: chi vorrà aprire una radio web dovrà prima di tutto fare una dichiarazione di inizio attività, poi pagare una autorizzazione pari a 750 euro (cifra che raddoppia arrivando a 1.500 per le web tv lineari, quelle cioè con palinsesto). Tutto questo grazie ad un provvedimento approvato dall’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), che deve trasformare in regolamento attuativo il decreto Romani sui servizi media audiovisivi.

Ma non si fermano solo a questo, perché l’AGCOM sta anche valutando nuove misure anti pirateria, che sono di una ferocia inaudita e che di fatto bloccheranno il peer to peer. Intendiamoci, la pirateria deve essere stroncata, ma non si può neanche bloccare la rete e la libertà solo per zittire alcuni, si passa così da un estremo all’altro. Ciò che non torna è che il Governo, che pure aveva garantito di sbloccare il web per renderlo più fruibile, aveva previsto nella bozza orginaria una imposta di 3000 euro e la richiesta di una autorizzazione alla AGCOM che doveva essere data da quest’ultima entro 60 giorni dalla richiesta. In pratica si parla di provvedimenti assurdi, che nessun altro paese ha.

Sull’argomento, l’on.le Rao (UDC) ha dichiarato che “nonostante gli annunci del Ministro Maroni, ancora non c’è nessun atto concreto del governo che vada nella direzione del superamento dell’art 7 del decreto Pisanu. Nel frattempo l’Agcom sta elaborando il regolamento attuativo del decreto Romani sui servizi media audiovisivi, e nella sua prima stesura prevede l’introduzione di una serie di passaggi burocratici e oneri finanziari capaci di frenare lo sviluppo delle radio web libere, oltre ad una serie di assurdi tecnicismi e filtri inapplicabili nella rete, a meno di non ipotizzarne il suo spegnimento. Nel nostro paese si conferma una questione che è generazionale e culturale al tempo stesso: molti di coloro che sono deputati a prendere decisioni nel campo delle comunicazioni e dello sviluppo tecnologico sembrano avere timore di uno strumento potente, sempre on-line, libero e gratuito come è internet, non comprendendo che proprio questi tre fattori rappresentano un volano di sviluppo sociale ed economico di enormi dimensioni”.

L’altra promessa mancata potrebbe essere quella di aiutare il Veneto allagato.

Sembra assurdo, ma pare che sia così. E quel che è peggio, pare che la bocciatura sia avvenuta con l’imprimatur della Lega. Possibile?
Secondo il Corriere parrebbe di sì. Si apprende infatti che in Commissione bilancio, proprio con i voti determinanti dei deputati leghisti, è stata bocciata una mozione che prevedeva il congelamento del pagamento delle imposte per gli alluvionati.

Sembra incredibile, ma pare che sia così. La proposta prevedeva il congelamento fino al 30 giugno prossimo le imposte per gli alluvionati del Veneto, ma stranamente la Lega si è opposta. I maligni potrebbero pensare che questo è funzionale alle ipotetiche future elezioni, visto che la Lega da sempre è di lotta e di governo, ma sinceramente non credo che i deputati leghisti siano così cinici, e preferisco pensare che la bocciatura sia dovuta o per incomprensione o perchè preferiscono un provvedimento organico.

Certo, l’approvazione di quel provvedimento sarebbe stata una prima risposta alle richieste di aiuti dei veneti che si sentono abbandonati dallo Stato.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

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Rassegna stampa, 14 novembre

postato il 14 Novembre 2010
Ieri, a un convegno organizzato dai Liberal-democratici, si sono incontrati i leader di Udc, Api e Fli che – come ha scritto l’Avvenire – sono pronti a “scaldare i muscoli”. Che sia nato davvero il Terzo Polo? Troppo presto per dirlo, ma Casini avverte: altro che Terzo, saremo il Primo (noi ne avevamo già parlato qui); e la prima mossa comune sarà un’unica mozione di sfiducia al Governo Berlusconi, dopo l’approvazione (ammesso che ce la facciano) della Finanziaria. Un “Patto per la Nazione”, da lanciare in tempi brevi: come vi abbiamo raccontato nella rassegna di ieri, il primo appuntamento potrebbe essere a Milano il prossimo 27 novembre, insieme a Cacciari e Montezemolo (sul Corriere di oggi, infatti, Giangiacomo Schiavi analizzando le prossime elezioni comunali, scrive di “fantasma del Terzo Polo”). Mentre, sempre al Nord, esplode la protesta degli immigrati sfruttati (leggete l’intervista a Pezzotta su La Repubblica), pare che a Napoli si registrerà il gran debutto di Italia Futura (la fondazione di Montezemolo) in politica (ma sarà la volta buona?). Infine, leggete sul Corriere il bellissimo editoriale di Galli Della Loggia sulla solitudine di un leader: Berlusconi (tra l’altro in picchiata assoluta anche nei sondaggi, come sottolinea il Fatto).

Udc, Fli e Api scaldano i muscoli (Avvenire)

Sondaggi e Camere: tutti i numeri sono contro B. (Il Fatto)

Solitudine di un leader (Corriere)

Si schiera il Terzo Polo. “E saremo il primo” (La Repubblica)

Per i tre amigos parla Casini: “Mozione di sfiducia comune” (Il Riformista)

“Patto per la nazione”. I giovanotti del terzo polo pensano in grande (Unità)

“Non faccio Tv con il manuele Cencelli, ma se il premier vuol venire è il benvenuto” (La Repubblica)

Ma Casini lancia la sfida: “Terzo Polo? No, il primo” (QN)

“Le rivolte degli ultimi sbarcano al Nord: colpa della crisi, ora serve una sanatoria” (La Repubblica)

Le primarie di Milano e il fantasma del terzo polo (Corriere)

La sfida-alleanza con Casini per il nuovo centrodestra (Il Messaggero)

Italia Futura debutterà a Napoli (Corriere)

Il premier: “Finanziaria, poi la fiducia”. E i centristi provano il “gioco” di Fini (Avvenire)

Il 27 a Milano, i leader Udc e Api con Montezemolo e Cacciari (Il Messaggero)

Ici, scudo fiscale e cedolare sugli affitti, tutti gli aiuti del governo ai superbenestanti (La Repubblica)

Fini, Casini e Ruteli Prove di Polo (La Stampa)

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