“Berlusconi e Fini ci hanno spiegato 2 anni fa che il Pdl era la terra promessa, che ci sarebbe stato il regno delle felicità. Hanno vinto e dopo 2 anni siamo agli stracci. Per cui un loro piccolo atto di umiltà sarebbe molto onesto: quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta. E’ possibile che ci sia una campagna acquisti di parlamentari, ma questo è degradante.
All’Italia serve un governo di responsabilità nazionale che affronti il capitolo delle grandi riforme perché così si campicchia, e noi non possiamo permettercelo.
D’Alema propone un governo di transizione per fare la legge elettorale e poi andare al voto? Io non credo solo a un governo per fare una legge elettorale, ma per risolvere questioni che vanno affrontate con una massiccia dose di impopolarità”.
La crisi all’interno del Pdl è frutto di un affrettato processo politico, l’unione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, e del bipolarismo. La responsabilità è di Berlusconi, che credeva bastasse salire su un predellino per fare un nuovo partito, ma anche di chi su quel predellino ci è salito. Berlusconi e Fini si sono presentati insieme, e insieme dovrebbero chiedere scusa agli italiani.
L’Udc esclude qualsiasi sostegno al governo Berlusconi in Parlamento. Per noi fare da tappabuchi sarebbe umiliante, e francamente nessuno ce lo ha chiesto. Abbiamo avanzato nei giorni scorsi una proposta ben precisa alla luce del sole, e cioè quella di un governo di responsabilita’ nazionale.
Noi ci accontenteremmo di un altro governo, e che chi ha sbandierato finora l’autosufficienza ammettesse che questa autosufficienza non esiste.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno
Ieri c’è stato l’incontro tra Fiat, Sindacati e Governo, in seguito alla decisione di Fiat di produrre una monovolume nel suo stabilimento in Serbia.
Su questa decisione è stato detto molto, ma la maggior parte dei commenti che ho letto, mi sembrano mossi più da questioni ideologiche vecchie, che non da uno sguardo alla realtà attuale e futura. [Continua a leggere]
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Vincenzo Andraous, detenuto nel carcere di Pavia impegnato in attività sociali e culturali con enti, scuole, parrocchie, università, associazioni culturali.
“Quando giungerà il tempo di riparare”
di Vincenzo Andraous
Per superare la non-raccontabilità del carcere italiano occorre avere più coraggio per ciò in cui si crede, per non lasciare inalterata questa condanna aggiunta ingiustamente alla condanna da scontare, affinché l’uomo che convive con la propria pena, colga il senso di ciò che si porta dentro.
Chi sbaglia e paga il proprio debito con decenni di carcere ( quando giungerà il tempo di sostituire quel verbo “pagare” con “riparare” sarà sempre troppo tardi ), attraversa davvero tempi e contesti di un lungo viaggio di ritorno, lento e sottocarico.
Non c’è più l’uomo sconosciuto a se stesso, ma uomini nuovi che tentano di riparare al male fatto, con una dignità ritrovata, accorciando le distanze tra una giusta e doverosa esigenza di giustizia per chi è stato offeso, e quella società che è tale perché offre, a chi è protagonista della propria rinascita, opportunità di riscatto e di riparazione. [Continua a leggere]
Signor Presidente, abbiamo condiviso la scelta del Ministro Tremonti di adottare una politica di rigore tesa a mettere in sicurezza i nostri conti pubblici. Era necessario farlo in un momento di crisi come quella che stiamo vivendo, ma il problema non è questo, il problema, per noi, è un altro. [Continua a leggere]
È giunto il momento in Italia di istituire un nuovo Ministro, quello per l’Onestà, ma assolutamente senza portafoglio, mai cadesse in tentazione.
Al contrario di quanto accaduto con il Ministro per il Decentramento (se questo era il nome esatto, maa!) è utile sin da subito individuare i compiti e le deleghe da attribuirgli. Io pensavo ad una sola delega (se ne avete altre in mente…), tutte le altre in fondo sono già attribuite ad altri organi dello Stato, dalle Commissioni parlamentari, alla Magistratura, dalle varie Autorità garanti alla Guardia di Finanza.
Ecco la delega: ad ogni seduta del Parlamento, ad ogni convocazione del Consiglio dei Ministri, ad ogni riunione del CSM, e così via, dovrebbe avviare i lavori ricordando che ogni decisione deve essere presa a favore del “Popolo italiano”, che le loro dichiarazioni sono fatte in nome del “Popolo italiano” e che, infine, prima o poi dovranno dare conto del loro operato al “Popolo italiano”. [Continua a leggere]
Distinguere fra testate giornalistiche online e blog amatoriali
In molti mi hanno scritto negli ultimi giorni preoccupati per una norma riguardante i blog contenuta nel ddl intercettazioni. A tutti loro voglio dire che ci siamo opposti e ci opporremo con fermezza ad una legge irragionevole che estende l’obbligo di rettifica entro le 48 ore a tutti i blog e i siti – pretendendo di mettere sullo stesso piano testate giornalistiche online di grandi gruppi editoriali e blog amatoriali – e che minaccia di modificare in peggio le dinamiche dell’informazione online.
Non possiamo in nessun modo avallare una legge che rischia di determinare l’auto-censura di chi teme di urtare i ‘poteri forti’.
E’ proprio grazie ai blogger e alla rete, infatti, che oggi viene prodotta un’informazione libera, un giornalismo d’inchiesta e d’opinione che spesso non trova spazio nei media tradizionali.
Internet è un grande strumento di comunicazione e di libertà. Non mi piace l’idea di mettere a tacere le voci con leggi speciali quando dovremmo piuttosto avere uno sguardo aperto sul futuro, incoraggiare il pluralismo, proteggere la libertà della rete e svilupparne le infrastrutture, come accade in gran parte del resto del mondo.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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