Rassegna stampa, 28 luglio
postato il 28 Luglio 2010La manovra al traguardo-fiducia (Sole 24 Ore)
Nucleare, il governo rilancia intesa nazionale (Messaggero)
La manovra al traguardo-fiducia (Sole 24 Ore)
Nucleare, il governo rilancia intesa nazionale (Messaggero)
Il voto di fiducia che sarà posto sulla manovra non ci sorprende. Ci rammarica però che, in una manovra comunque inevitabile, da un lato si continuano a chiedere sacrifici alle forze dell’ordine, già ridotte in condizioni difficili. Dall’altro si trovano i soldi per i truffatori delle quote latte e per chi non ha pagato le multe.
Pier Ferdinando
Su segnalazione dei giovani di “estremocentrobasilicata”, Pubblichiamo la riflessione del prof. Pasquale Tucciariello (Coordinatore Centro Studi Leone XIII), su uno dei problemi che attanagliano la nostra società: il clientelismo.
“Cliens et patronus”, cliente e protettore
“C’è un alunno – mettiamo – di Liceo che agli esami di Stato arriva a 100 ma ha meriti culturali poco convincenti ad ottenere questo voto ottimale. Ce n’è un altro, dalle riconosciute capacità, che invece deve combattere per arrivare al 90. Questi due casi, qualora si verificassero, come definirli se non si trattasse di una errata valutazione orientata, diciamo così, semplicemente da buona fede? Il prodotto di una pratica truffaldina. Sei dipendente di una amministrazione che ti paga affinché tu faccia correttamente il tuo lavoro mentre invece utilizzi l’Ufficio per scopi personali e di comodo. E’ una truffa. Qui non si tratta di esercizi di logica applicata. Qui siamo ai fondamentali, alle strutture, ai primordi della costruzione dello stato moderno quando si teorizzava una carta – la Costituzione – che definisse i diritti e i doveri, ossia il passaggio, tra la fine del 1700 e i primi decenni del 1800, dell’uomo dallo stato di sudditanza a quello di cittadinanza. [Continua a leggere]
Una riflessione sulla perdita del senso civile della legalità e della giustizia
di Antonio di Matteo
“Lo Stato sociale di diritto mantiene la garanzia di separazione dei poteri dello Stato di diritto e, sul potere statuale così istituito, innesta un sistema di valori al quale devono conformarsi i poteri pubblici. Nel corso degli anni questo modello di costruzione del benessere e della giustizia collettiva ha avuto attuazione distorta e parziale, caratterizzata dalla proliferazione caotica di leggi speciali, talvolta di limitatissimo rilievo collettivo (c.d. leggine), e dalla dilatazione del potere amministrativo (burocrazia). La complessità della vita associata e la crescente dipendenza dalle prestazioni pubbliche formano le premesse per una invasione del potere burocratico nella società civile e moltiplicano le occasioni di corruzione o di abuso del potere politico amministrativo a fini di conseguimento del potere personale. Spese sociali sempre maggiori, difficoltà di controllare la qualità e l’equità nell’erogazione dei servizi, proliferazione di conflitti, confusione di potere politico ed economico, diffusione di egoismi e particolarismi vecchi e nuovi completano il quadro della crisi dello Stato sociale. In crisi è, in realtà, la cultura sulla quale si fonda lo Stato di diritto e quindi lo Stato sociale. La giustizia è sconfitta quando la società si consolida sul valore dei particolarismi singoli o dei gruppi, sulla raccomandazione, sull’interesse a lucrare sempre anche nella forma della tangente, sull’estorsione o, peggio sulla necessità, per ottenere ciò che spetta, di utilizzare forme illecite, ed infine sul sistema della spartizione dei posti senza alcun rispetto per il merito e le competenze dei singoli. La crisi è smarrimento culturale, perdita del senso civile della legalità e della giustizia. Lo Stato sociale si deve fondare sui diritti e ad un tempo sui doveri sociali: la cultura dei doveri non è ancora diffusa e ciò ha causato la crisi dello Stato sociale.” [Continua a leggere]
Partecipa alla conferenza stampa di presentazione della costituzione del Forum Nucleare Italiano
‘Questo Paese va avanti, se va avanti assieme’.
A Jesolo, per il Veneto Young Summer Camp, Pier Ferdinando Casini rilancia il nuovo soggetto politico ‘che parli il linguaggio della riconciliazione nazionale e che ricucia un paese disgregato, impegnato in mille lotte corporative, gli uni contro gli altri, il Nord contro il Sud. Gli egoismi reciproci non salvano il Paese, lo distruggono’.
Il disegno di legge sulle intercettazioni, così com’è oggi, ancora non va. L’Udc si è fortemente battuta per il miglioramento del testo, e continuerà a farlo nei prossimi giorni contro il rischio censura che aleggia su blog e siti internet. In particolare, contro la misura che prevede per gli stessi l’obbligo di rettifica delle notizie pubblicate entro 48 ore, equiparandole di fatto a testate giornalistiche.
“Pretendere di applicare tale limite anche ai blog e ai siti non sarebbe ragionevole e determinerebbe, consapevolmente o meno, il
rischio concreto di auto-censura del web – ha dichiarato oggi il deputato dell’Udc Roberto Rao, componente della commissione giustizia della Camera – Ecco perché tra le modifiche al ddl intercettazioni per le quali ci impegneremo fortemente in Aula c’è anche quella che limita solo alle testate giornalistiche on line (per le quali come è noto si applicano gli stessi obblighi giuridici della carta stampata) l’obbligo di rettifica entro 48 ore”.
Per un approfondimento leggi anche: Ddl intercettazioni, si può fare di meglio
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I tre punti cardine su cui si gioca il futuro immobiliare italiano
Il mondo immobiliare italiano in questi giorni è stato al centro della politica finanziaria nazionale, anzi si può dire che è uno dei campi principali su cui si gioca buona parte della sopravvivenza del governo interessando anche le tasche dei cittadini.
E non vi sembri esagerato quanto affermo, perché sull’immobiliare si gioca il futuro e la tenuta finanziaria dei comuni, e il federalismo fiscale tanto caro alla Lega: stando ai diktat della Lega, i Comuni dovrebbero essere la prima linea del federalismo, ma per fare ciò, hanno bisogno di fondi e di autonomia impositiva, ovvero di potere liberamente decidere se e quanto tassare i cittadini. [Continua a leggere]
Da tempo l’Udc ha posto una questione centrale nella politica italiana: i provvedimenti impopolari che servono al Paese non si riescono a fare perché chi governa ha paura di perdere le prossime elezioni. Per questo serve un governo di unità nazionale, che abbia un’agenda dolorosa, che affronti le questioni vere di questo Paese.
C’è qualcuno che vorrebbe le larghe intese prescindendo da Berlusconi, come se Berlusconi non dovesse esistere. O peggio, partendo da una politica di larghe convergenze con veto su Berlusconi che è quello che ha vinto le elezioni.
Credo che questo sia un percorso irrealistico. E’ chiaro che quando si parla di armistizio tra i partiti si parla anche di un coinvolgimento di tutti: da Berlusconi a Bersani. E’ un ragionamento diverso rispetto a quello fatto fino ad oggi nel quale tutti sono all’autosufficienza, all’esibizionismo, pensano di governare il paese da soli o magari contro gli altri.
Pier Ferdinando