postato il 18 Ottobre 2010 | in "Politica"

«No ad alleanze con questo Pd»

Appello ai moderati dei due fronti: portiamo al governo le persone serie

Pubblichiamo da “Il Corriere della Sera” l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Paola di Caro
ROMA – Gli hanno «fatto male» le critiche arrivate dal Pd per i suoi giudizi, decisamente critici, sulla manifestazione della Fiom di sabato scorso: «Una deputata che non conosco, la signora Codurelli, dice che le mie dichiarazioni umiliano le persone oneste che hanno sfilato. Beh, siccome questo deve essere il momento della chiarezza, voglio essere chiaro».

Chiarisca, onorevole Pier Ferdinando Casini.
«Io rispetto profondamente le persone oneste, mi inchino davanti ai lavoratori che hanno sfilato pacificamente, che hanno manifestato in nome dei diritti dei lavoratori».

Ma…
«…ma se non si dicono le cose come stanno, si fa solo un immenso regalo a Berlusconi».

È un messaggio al Pd?
«Insomma, va detto che proprio nel momento in cui l’esperienza dell’alleanza Lega-Pdl sta arrivando al capolinea, e la gente si sta accorgendo che Berlusconi è bravo a vincere le campagne elettorali ma non a governare, se l’idea dell’opposizione è quella di creare un’alternativa partendo da piazza San Giovanni, allora siamo fritti».

Dunque lei non vuole avere niente a che fare con il mondo della sinistra, parlamentare e no, che ha sfilato assieme alla Fiom o comunque ha sostenuto quella battaglia?
«Lo ripeto, rispetto tutti, ma gli slogan e le idee di quella manifestazione ci riportano indietro agli Anni 70, i manifesti che indicavano come bersagli Bonanni e Marchionne non possono simboleggiare l’alternativa a questo governo, e anche se rispetto Vendola e gli sono amico, invito l’onorevole Codurelli a leggere i riferimenti programmatici e ideali di Sinistra e Libertà, in cui si accusa il capitalismo di aver depredato la gente…».

Ma lei crede sia diventata questa la posizione del Pd?
«Spero di no, visto che ricordo bene Bersani dire che imprenditori e lavoratori sono sulla stessa barca. Parole da sottoscrivere, quelle che mi aspettavo dal Pd per l’evoluzione che ha avuto negli ultimi 3-4 anni, come mi aspetterei oggi che si sia tutti d’accordo nel sostenere che se Pomigliano non può essere la bandiera dei moderati, nemmeno può diventare il bersaglio polemico dell’alternativa».

I suoi dubbi stanno a significare che lei è rimasto deluso da Bersani?
«Premesso che non invidio Bersani, e che apprezzo il fatto che anziché andare in piazza sia rimasto a casa sua e non per altri impegni, mi sembra che il Pd stia cercando di dare un colpo al cerchio e una alla botte, posizione che non ha grande respiro. Perché se si vuole davvero creare l’alternativa a Berlusconi cogliendo il fortissimo disagio che sta maturando in interi settori del Pdl e se si vuole una piattaforma programmatica in cui la sinistra moderata sia parte costitutiva seria, non basta non partecipare al corteo della Fiom, bisogna essere molto più decisi».

Crede che la cautela di Bersani sia dovuta al riavvicinamento con Vendola?
«Vendola è un interlocutore importante sulle regole, fa bene a tentare di riportare la sinistra estrema in Parlamento. Ma sul piano programmatico è ben lontano dalle stesse posizioni della sinistra europea come la conosciamo in Germania, Francia, Inghilterra. Sempre che i documenti approvati nei congressi abbiano un senso e un valore: io ad essi faccio riferimento».

Cosa chiede in sostanza a Bersani?
«Io non chiedo niente, è un problema loro, non mio. Perché io posso dire che, se queste sono le loro posizioni, l’Udc non si allea con il Partito democratico, non ci sono dubbi in proposito. Ma mi chiedo, è un problema solo dell’Udc o anche dei moderati del Pd se il loro partito non si dissocia da questi contenuti? Perché – vorrei ricordarlo – proprio su questi temi si è impantanato il governo Prodi, sulla dissociazione di Bertinotti. Su questo terreno si è sfaldato il centrosinistra che vinse nel ’96. E allora la piazza può anche essere ascoltata, ma non può essere seguita».

La sua è una chiamata ai moderati del Pd?
«Ai moderati dell’uno e dell’altro polo che credono in ricette nuove, e nel fatto che il Paese si rilancia mettendo assieme a governare le persone serie che nel Pd sanno che seguendo le piazze non si va da nessuna parte, e persone serie del Pdl che non ne possono più di dover sottostare a un patto in cui è la Lega che dà le carte. Noi ci poniamo l’obiettivo di mettere assieme queste persone e di fare riflessioni profonde anche sull’evoluzione del movimento sindacale: in poche parole, neanche Bonanni ha il dono dell’infallibilità, ma il nostro Paese dovrebbe ringraziare Cisl e Uil che davanti a una drammatica crisi non ripetono le parole d’ordine del passato come “sciopero generale”».

Quando parla di persone serie, ha dei nomi in mente?
«Beh, non si capisce perché Enrico Letta e Pisanu, Fitto e Follini debbano stare su versanti opposti. Davvero dobbiamo ancora rendere omaggio ad un bipolarismo che si è dimostrato fallimentare?».

Ma lei si sta augurando una rottura nel Pd, dopo quella avvenuta nel Pdl? Non è un bel modo per convincere Bersani a cambiare rotta…
«Io mi auguro che il Pd scelga, come mi auguravo che il Pdl scegliesse, non che si spaccasse. Mi sarei accontentato di molto meno di quello che è accaduto…».

7 Commenti
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Giovanni Nicolosi ⓋⓛⓅ
13 anni fa

….ecco, quello che ci voleva per dire a Romano che non c’è alleanza alcuna con questo PD….

bartolomeo
bartolomeo
13 anni fa

Presidente Casini,
ok ci siamo
una squadra di persone serie e oneste
che si candidi a governare questo paese.
Senza più perdere tempo a parlare di destra, sinistra o centro.
Questa è la strada giusta.
Buon lavoro.
Se le serve una mano mi chiami.
Con stima
Saluti di cuore

Monkeychop
Monkeychop
13 anni fa

“Io rispetto profondamente le persone oneste, mi inchino davanti ai lavoratori che hanno sfilato pacificamente, che hanno manifestato in nome dei diritti dei lavoratori”

“se l’idea dell’opposizione è quella di creare un’alternativa partendo da piazza San Giovanni, allora siamo fritti”

———————————————

Si decida.

Non può in una frase legittimare e magnificare le persone oneste e i lavoratori, e in quella successiva relegarli a non essere rappresentati, addirittura “schifando” una alternativa basata su di loro.

E se non parte dalle persone oneste, indipendentemente dalla loro posizione politica, da dove vuole partire?

francesco(aq)
francesco(aq)
13 anni fa

Ecco forse è giunto il momento,si evince dalla “chiama” (linguaggio parlamentare),i nomi sono quelli giusti,vada avanti Presidente.in tanti l’affiancheranno in tanti La seguiremo

gianpiero89
gianpiero89
13 anni fa

Condivido le sue parole presidente Casini.Con questo pd non possono esserci al momento delle alleanze future.Il pd se ha scelto Vendola come alleato se lo tenga,non credo che noi dell’udc potremo stare in un’alleanza con la sinistra e neanche con Di Pietro.Questo certo non significa ritornare nelle braccia di Berlusconi,dobbiamo invece rimanere al centro e creare il terzo polo magari con Fini e Rutelli per dare una vera alternativa moderata all’italia di domani.

Maria Giuseppina Giarrizzo
13 anni fa

Presidente Casini la politica oggi è sporca! vogliamo persone oneste non politici che si fanno i loro interessi! persone che aiutino in modo onesto e con i giusti criteri per progredire la nostra Italia! se le serve una mano con piacere. Saluti di cuore.

Attilio
Attilio
13 anni fa

Io la interpreto così. L’Udc da tempo ha individuato in un governo di solidarietà nazionale, quindi in una larga maggioranza parlamentare la sola strada in grado di far uscire l’Italia dalla crisi che ormai dura da circa vent’anni. Non è una buona notizia che il Pd dell’on. Bersani rispolveri l’antiberlusconismo, e quindi la contrapposizione pregiudiziale, seppure in modo soft e sorridente. Allora l’Udc non deve demordere dal suo progetto politico ma lasciare sempre la porta aperta e costruire con gli elettori un’area di responsabilità nazionale in modo da avere un “ruolo”, di diventare un interlocutore obbligato e non subalterno nella politica italiana; un ruolo che se ci sarà andrà giocato fino in fondo!! Ritornare a cuccia dagli on. Berlusconi e Bossi oltre ad essere degradante, oltre ad avallare il loro “vulnus” (conflitto di interessi e secessione) alla democrazia italiana, sarebbe pressochè inutile ai fini della soluzione della crisi. Mi ha aiutato in questa mia riflessione anche il “magistrale” intervento dell’on. Mannino a Chianciano nel 2009 che si può riascoltare sul sito di radio radicale (Nasce dal centro l’Italia di domani. Stati generali: cliccare De Mita perchè l’audio è sfalsato). Un distacco che mi ha sorpreso ed amareggiato. Alla luce delle vicende siciliane penso che occorra una riflessione corale sulla necessaria funzione del leader in un sistema tendenzialmente bipolare, in una situazione di sopravvivenza identitaria, di tattica e di “missione” culturale e politica.



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