postato il 19 Settembre 2014 | in "Esteri"

Scozia, bene vittoria “no”, ma frazionismi forti per indecisioni Ue

Per fortuna in Scozia hanno prevalso i ‘no’. Se guardiamo agli indici della sterlina e dello spread di questa mattina, pensiamo a che cosa sarebbe capitato se, al contrario, avessero prevalso i sì; i mercati sarebbero stati soggetti a fibrillazioni enormi. Mi sembra che il referendum ci dica comunque che il Regno Unito non sarà più come prima, perché il ‘sì’ che ha prevalso in città come Glasgow è indicativo di uno stato d’animo, di un atteggiamento di frustrazione che c’è su grandi questioni. Anche Cameron non mi è sembrato molto trionfalista, mi è apparso piuttosto riflessivo dichiarando di voler onorare impegni che hanno preso in termini di autonomia. È questa semmai la strada da intraprendere, non quella del separatismo.
In Spagna c’è un braccio di ferro tra Barcellona e Madrid che è ancora più forte di quello che è capitato nel Regno Unito e anche in Italia si fanno avanti voci del genere. Ma bisogna essere seri non si possono sottoporre gli Stati a continui stress di questo tipo. Davanti ad una Ue che non sa se andare avanti o se tornare indietro i frazionismi prendono forza, ma possiamo immaginare che sia un elemento positivo favorire una Europa delle disgregazioni?. L’Ue ha smarrito il proprio disegno politico generale, mentre occorre tornare alla spinta ideale dei padri costituenti e a quella della generazione di Mitterrand e Kohl nella quale l’Europa riusciva a superare le difficoltà gettando il cuore oltre l’ostacolo, progettando un futuro in grado di attrarre i sentimenti degli europei.



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram