postato il 19 Novembre 2010 | in "Agricoltura, Ambiente, Europa, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Il governo latita e il cittadino ne paga le conseguenze: multe europee e aumento dei prezzi degli alimenti

Questo governo sofferente e moribondo sta calamitando tutta l’attenzione dei media italiani, che sembrano essersi dimenticati che le esigenze delle persone sono anche altre: la gente non ha solo bisogno di chiarezza politica, ma anche di qualcuno che risolva i problemi che si accavallano e che, se ignorati, si ingigantiscono.
Un esempio lampante di ciò è nelle multe che recentemente l’Unione Europea ha sanzionato al governo italiano, reo di non avere preso provvedimenti dopo gli avvisi e le comunicazioni inviate dalla UE medesima.
Le multe in questione sono due: la prima riguarda la mancata applicazione di una sentenza del 2004 riguardante tre discariche nei pressi di Milano nei Comuni di Rodano e Pioltello, e contenenti rifiuti industriali. Queste discariche contengono rifiuti pericolosi e costituiscono una minaccia per l’aria e le acque locali (come si legge dal provvedimento dell’UE), e le sanzioni richieste all’Italia ammontano ad una multa giornaliera di 195.840 euro a decorrere dalla data della seconda sentenza della Corte fino all’avvenuta applicazione della decisione, più una somma forfettaria che è pari a 21.420 euro per ogni giorno trascorso dalla data della prima sentenza della Corte (2004) fino alla seconda. Considerando che sono passati ormai 6 anni, la somma sarebbe davvero elevata, circa 440 milioni di euro, paragoniamoli ai 100 milioni messi a disposizione per le cure dei malati di Sla.
Per altro solo una delle tre discariche risulta bonificata (con l’asportazione di 35.000 tonnellate di rifiuti), mentre la seconda discarica non è ancora stata rimossa e la bonifica della terza discarica è appena cominciata, nonostante la vicenda del “Polo Chimico di Pioltello-Rodano” fosse nota dal 1986.
La maggiore responsabile del danno è la Sisas, Società Italiana Serie Acetica Sintetica, che nel frattempo è fallita, lasciando, ancora oggi, circa 280 mila tonnellate di rifiuti industriali da smaltire nelle vasche A e B. La bonifica era stata affidata, nel frattempo alla Tr Estate 2, società che faceva capo a Giuseppe Grossi, l’imprenditore arrestato nell’ambito dell’inchiesta Montecity-Santa Giulia assieme a Rosanna Gariboldi, assessore all’Organizzazione Interna e Relazioni Esterne della provincia di Pavia e moglie di Giancarlo Abelli, deputato del Pdl.

L’altra multa è stata comminata al governo italiano per non avere recuperato, come gli era stato imposto, fli aiuti di Stato concessi a imprese di servizi pubblici a prevalente capitale pubblico.
“La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per non aver eseguito una decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea che ordina il recupero di aiuti di Stato illegali e incompatibili da imprese di servizi pubblici a prevalente capitale pubblico”, dice la nota.
La sentenza risale al 2006 e, la cosa più incredibile è che, nonostante i progressi compiuti nel recupero, le autorità italiane non hanno notificato alla commissione l’avvenuto completamento di tale operazione. Trattandosi di un deferimento alla Corte per il mancato rispetto di una precedente sentenza della Corte, “la Commissione ha deciso di chiedere alla Corte di imporre il pagamento di una penalità di 65.280 euro per giorno di ritardo successivo alla seconda sentenza della Corte fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione e di una somma forfettaria di 7.140 euro al giorno per il periodo intercorso tra la sentenza della Corte del 2006 e la seconda sentenza della Corte”, come recita il comunicato UE.
In pratica, paghiamo questa multa, perché il governo italiano si è scordato di comunicare alla UE di avere adempiuto ad una sentenza; per avere scordato di spedire una lettera con annesso francobollo (se consideriamo una raccomandata, diciamo 5-10 euro), noi pagheremo alcuni milioni di euro.
In mezzo a tutto questo, suona strano e preoccupante il silenzio assordante del ministero delle politiche agricole, relativo al nuovo rapporto FAO che prevede un notevole aumento nei prezzi dei cereali e delle derrate alimentari, aumento di prezzo che verrà pagato dai cittadini. Concordo con chi chiede un rilancio del settore agricolo, considerando che sempre la FAO prevede che, per evitare tensioni, bisognerà raddoppiare la produzione mondiale a breve, invocando una politica agricola non velleitaria, ma concreta e pragmatica. Ma la cosa peggiore è che la FAO prevede che questo aumento riguarderà tutto il comparto alimentare, considerando, ad esempio, che il mercato ittico da alcuni mesi ha visto impennarsi i prezzi, come anche lo zucchero, la soia, i cereali e così via, mentre le scorte di cereali stanno diminuendo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese



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