Tutti i post della categoria: Famiglia

Il quoziente familiare sul modello Parma e Roma

postato il 8 Gennaio 2011

Fare pagare meno tasse a chi ha più figli, in modo da allegerire la pressione fiscale per le famiglie numerose che maggiormente soffrono questo periodo di crisi è uno dei capisaldi, da sempre, dell’UDC.

A tal proposito, l’on.le Galletti è stato molto chiaro e in una sua recente intervista a Il Sole 24 ore, ha dichiarato che l’UDC potrebbe venire incontro al governo (senza entrare però nel governo, questo sia ben chiaro) se quest’ultimo inserisse il quoziente familiare nell’ambito dei provvedimenti del federalismo fiscale, andando a replicare i provvedimenti già presi a Roma e a Parma.

Ma come opera il quoziente familiare? Intanto chiariamo un concetto, esistono due modi di intendere il quoziente familiare. In maniera più estesa riguarda la creazione di un coefficiente che permette, alle famiglie con anziani a carico o molti figli, di avere uno “sconto” sia nei servizi comunali (ad esempio gli asili nido), ma anche nell’IRPEF.

Il quoziente familiare messo in atto in alcune realtà municipali, invece, riguarda solo i servizi comunali, come è stato fatto, appunto a Parma e a Roma: le famiglie numerose accedono ai servizi del Comune, usufruendo di uno sconto.

Nell’ambito del federalismo fiscale, e considerando la situazione delle Finanze pubbliche, al momento si può portare avanti solo la versione “municipale” del quoziente familiare, e qui si apre il confronto con la Lega.

Quest’ultima, mettendo in moto un gioco di specchi, afferma che nel Decreto sul federalismo, già è presente il quoziente familiare, ma questo “giochino” è facilmente smascherabile: in realtà il quoziente familiare non c’è. Infatti, se andiamo a leggere il testo del Disegno di Legge, osserviamo che, quello a cui si riferisce l’on.le Calderoli è un riferimento generale alla famiglia contenuto nel Disegno di Legge dell’IMU (la Imposta Municipale Unica che verrà introdotta dal governo Berlusconi), ma quello che bisogna stabilire ora non è un riferimento generale, ma i criteri concreti con cui dare attuazione al quoziente familiare.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

2 Commenti

Emendamento UDC per aumentare gli sgravi alle famiglie, i soldi sottratti alle slot machines

postato il 7 Dicembre 2010

Mentre alcuni politici fanno i salti mortali per districarsi tra affermazioni e promesse non mantenute, altri vanno al sodo e propongono sgrafi fiscali per le famiglie.

Tenendo fede all’impegno del proprio programma pubblicato questa estate, l’UDC ha presentato degli emendamenti che vogliono aumentare gli sgravi fiscali per le famiglie numerose e a basso reddito.

Ovviamente l’obiezione che sorge spontanea riguarda la copertura finanziaria di un simile provvedimento, perchè è noto a tutti che in questo momento lo Stato italiano tende più a tagliare le spese che ad investire sulle famiglie e aiutare i cittadini e secondo alcuni studi, un aumento degli sgravi fiscali costerebbe fino a 3 miliardi di euro.

Proprio per ovviare a tale obiezione, l’UDC ha collegato il maggiore esborso ad un aumento minimo del prelievo fiscale delle aliquote imposte sugli “apparecchi di intrattenimento”, ovvero le slot machines elettroniche e i poker elettronici che si trovano in molti bar, tabacchi e centri per le scommesse elettroniche. Tutte le altre forme di scommessa e di gioco non verranno toccate.

Quindi sostanzialmente come si finanzierà l’emendamento dell’UDC a favore delle famiglie?

L’attuale sistema a scaglioni prevede aliquote di 12,6%, 11,6%, 10,6%, 9% e 8% su quanto giocato; queste aliquote sarebbero incrementate, secondo la proposta dell’Udc, ognuna dello 0,5%.
Quindi le nuove aliquote andrebbero dal 13% al 8,5%.

Ma la cosa più rilevante è che questo aumento di prelievo non si traduce in un aumento di tassa per il cittadino, ma si tratta solamente di ridurre di poco, gli elevatissimi margini di profitto delle società che gestiscono le slot machines: per dare una idea, la sola Atlantis (la società leader in Italia nelle slot machines) nei primi 6 mesi del 2010 ha fatturato più di 15 miliardi di euro e si prevede che chiuderà il 2010 superando i 30 miliardi di euro.

Questi emendamenti, se approvati, saranno la dimsotrazione di come si possa intervenire a favore delle famiglie senza appesantire i conti dello Stato e senza deprimere le attività produttive in Italia.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catenese

5 Commenti

Le chiacchiere stanno a zero, per la famiglia non c’è nessun sostegno nel ddl stabilità

postato il 18 Novembre 2010

Sulla famiglia siamo al ‘redde rationem’: c’e’ un emendamento dell’Udc che propone detrazioni e che si puo’ votare o non votare, senza tante scuse.
Qui le chiacchiere stanno a zero: la social card non esiste piu’, il bonus famiglie nemmeno, si fanno grandi convegni nei quali si dicono cose anche condivisibili, ma poi si fa niente in Parlamento.
E’ gia’ importante che almeno oggi, grazie all’Udc, si sia discusso di famiglie in Aula: poi gli atti parlamentari chiariranno chi ha votato a favore o contro la famiglia.

Pier Ferdinando

5 Commenti

Pisa, il Comune dimentica le domande di bonus dei cittadini meno agiati

postato il 29 Ottobre 2010

lampadina di caramellamentaIl caso esplode in modo pubblico solo in questo mese. Migliaia di cittadini si sono presentati agli sportelli del comune facendo la domanda per il bonus gas e luce. La domanda scadeva il 30 aprile del 2010. L’URP acquisiva le domande ma, si sa solo ora, non le inviava alla Sgate, società nazionale che si occupa della gestione dei bonus. Il comune non aveva né attivato la procedura d’inserimento delle domande né stipulato con CAF alcun accordo in merito.

Cosa fare allora? La giunta comunale in maggio, a tempi scaduti, riesce a passare la patata bollente all’Ufficio UC Alta Marginalità della Società della Salute, che non si sa per quale “generosità” abbia accettato un simile incarico. Il detto ufficio ha un’altra trovata. Il 14 ottobre invia una lettera (circa 6 mesi di ritardo) dal titolo: Pratica incompleta “Bonus tariffe Energetiche”.  Ma di incompleto non c’era niente se non quello che ha combinato il Comune. Si giustifica dicendo che è scaduto l’ISEE: ovvio si risponde, se lo tieni sei mesi nel cassetto!
La lettera della Società della Salute invitava a presentarsi a uno dei nove CAF che hanno stipulato la convenzione con la pratica detta “incompleta”. Telefonando alla maggioranza di questi CAF, si riceve in genere l’indicazione di un altro numero da chiamare, che poi non risponde, o che la persona incaricata è fuori. Uno di questi ha un orario settimanale di solo 15 ore, un’altro di 6: praticamente irraggiungibili con l’orario di lavoro di molti cittadini.

Ad ogni modo i primi cittadini che sono riusciti a recarsi a uno dei nove CAF si sono sentiti rispondere, dopo aver aspettato giorni per avere l’appuntamento, di andare ad un altro CAF perché non sanno come portare avanti la pratica (evitiamo di fare nomi per rispetto umano). Una raccomandazione: non fidatevi di quei CAF che reinseriranno la vostra domanda come nuova. La Sgate respingerebbe e perdereste i bonus.
I Caf dovranno inviate la digitalizzazione che avete ricevuto indietro dall’Ufficio Alta Marginalità. Alcuni CAF sostengono addirittura che l’Ufficio Alta Marginalità abbia negato l’accesso al portale dello Sgate unica via per poter inviare queste vecchie domande. Si prospetta così il serio rischio che le famiglie meno abbiente di Pisa perdano circa 150 euro in un anno. Grazie a chi? Il Comune di Pisa sembra essere stato un caso unico in Italia. Una cosa non la sappiamo. Ma chi è stato il responsabile di tutto ciò? Chi è l’Assessore di competenza? Il Comune non dovrebbe indennizzare tutti quelli che si sono dovuti recare di nuovo o agli sportelli, o tutti quelli che in un CAF convenzionato abbiano ricevuto una procedura che ha fatto bocciare la richiesta di bonus? Una vicenda che ricorda tanto un altro “governo del fare”.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Simone Matteoli

Commenti disabilitati su Pisa, il Comune dimentica le domande di bonus dei cittadini meno agiati

Il governo non parli di quoziente familiare se azzera i contributi alle famiglie

postato il 28 Ottobre 2010


E’ inutile che il governo parli di quoziente familiare se poi azzera i contributi alle famiglie italiane, che scivolano dal cento medio all’area della povertà. Siamo preoccupati. Oggi incontrando la Cisl abbiamo posto sul tavolo queste questioni, e naturalmente c’è stata una grande condivisione della preoccupazione per l’azzeramento del welfare. Questo non è accettabile.
Tassiamo dunque gli speculatori e con questi fondi rispristiniamo il welfare. Incontreremo sindacati, parti sociali e Confindustria, nella speranza che si possa ricostruire un tessuto di solidarietà per i più deboli.

Pier Ferdinando

3 Commenti

Tassare speculazioni finanziarie per aiutare le fasce deboli

postato il 27 Ottobre 2010

Sotto la scure dei tagli del ministro Tremonti sono finiti capitoli di spesa di estrema delicatezza, a partire da quelli per il sostegno ai disabili, la ricerca per la sanità pubblica, le politiche sociali delle Regioni, le politiche familiari e le politiche per la gioventù. Il governo ha tagliato i contributi già previsti per le scuole non statali, violando in questo modo il principio costituzionale di libertà di educazione.
Non possiamo pero’ accettare che lo stato sociale venga azzerato. Per questo, con un emendamento alla legge di stabilità, proponiamo di tassare le speculazioni finanziarie, per ritrovare fondi da investire per le famiglie e le fasce deboli della popolazione.
La nostra non è una proposta demagogica, ci siamo fatti carico di trovare coperture reali. Le rendite finanziarie riguardano anche i risparmiatori, mentre il “mordi e fuggi” in borsa dà sì guadagni legali, ma che possono e devono essere tassati.

Pier Ferdinando

7 Commenti

Mentana intervista Pier Ferdinando Casini

postato il 12 Settembre 2010

Chianciano Terme 12 settembre 2010

Casini, abbiamo visto affluenze, adesioni, amici che sono diventati più amici, c’è un alone positivo, ovviamente. Abbiamo visto anche quali sono gli umori della vostra base, gli umori, gli amori, i disamori. Io sono venuto qui due anni fa, lei aveva appena vinto  la gara per la sopravvivenza in una campagna elettorale fortissima se non sbaglio baciata nel finale anche da un lieto evento familiare! Era riuscito però a superare quella che era stata la morsa che le avevano fatto due ex alleati che si erano dimenticati di essere stati alleati. Avete corso da soli, avete vinto. Allora, due anni fa, l’ha pagata essendo l’unico partito, il leader dell’unico partito che è stato all’opposizione dal 2006 al 2008 e poi ha continuato ad essere un partito di opposizione. Io credo che vi abbia fatto bene stare all’opposizione perché ci si rafforza da un punto di vista di coesione politica.  Adesso la situazione sta cambiando però tutti si chiedono: dove va questo nuovo partito?  Sta lì ad aspettare sulla riva del fiume ma prima o poi dovrà fare delle scelte.  E allora di fronte a tutto questo, innanzitutto come ci si pone?  Ci si pone nell’idea di dire aspettiamo e vediamo oppure prima di tutto i nostri valori? Oppure ci sono delle pietre angolari che sono la legalità, la giustizia, i valori cristiani, che cosa?
Come prima domanda è uno scibile umano! [Continua a leggere]

Commenti disabilitati su Mentana intervista Pier Ferdinando Casini

Trento, quando l’indifferenza è anche infedeltà

postato il 11 Settembre 2010

cuidados di gesteiraC’è una ragazza a Trento con una vita difficile: un matrimonio fallito, un figlio in affidamento condiviso, e come se non bastasse niente casa e un lavoro da 500 euro al mese. Ma a Trento ci sono anche solerti assistenti sociali e un integerrimo Tribunale dei Minori che non appena vengono a conoscenza della seconda gravidanza della ragazza consigliano un bell’aborto perché con una vita così non si può essere delle buone mamme.

A Trento c’è una ragazza che dice “sì” alla vita nonostante tutto e tutti e nonostante tutti i suoi fallimenti decide di fare un miracolo: decide di dare al mondo una figlia. Ma al Tribunale dei Minori di Trento sono bravi a riconoscere i fallimenti ma non i miracoli e così dopo poche ore dal parto, senza nemmeno averla attaccata almeno una volta al seno, la bambina viene tolta alla madre. Oggi questa bambina è stata dichiarata dal Tribunale “adottabile”  e le speranze della mamma di riabbracciare quella bambina appena vista in sala parto sono ridotte al lumicino.

A Trento, la civilissima Trento, c’è tutto questo. Ma in questa storia triste ci sono anche degli assenti e sono assenti illustri. Penso sia legittimo chiedersi dove siano in questa vicenda drammatica i cristiani trentini. Non è questo un attacco alla Curia trentina, ma una domanda accorata rivolta alla coscienza di ogni singolo cristiano, di qualunque confessione, della città di Trento: è possibile credere nel valore della vita e della famiglia e permettere allo stesso tempo che si verifichi una situazione del genere? E quando parlo di cristiani è evidente che il riferimento non è fatto esclusivamente ai ministri di culto e ai parroci che sono sempre di meno e sempre più carichi di responsabilità e di lavoro, ma alle comunità cristiane.

Dove sono le parrocchie? E i gruppi e i movimenti specie quelli con le famiglie numerose da sfoggiare ai “Family Day”? Dov’è il singolo cristiano? La vicenda della mamma di Trento non è un caso per preti e suore o destinato al volontariato oppure alle varie Caritas e strutture assistenziali , era un caso per una comunità cristiana, un caso che poteva essere risolto con un po’ di attenzione e solidarietà umana ancor prima che evangelica. E’ un tempo triste per la Chiesa e per i cristiani, e lo è ancor di più per i cattolici italiani divorati ormai da apatia e indifferenza. Diceva il Cicerone britannico Edmund Burke che “niente è più fatale alla religione che l’indifferenza, che alla fine, è una mezza infedeltà”. E’ vero e l’indifferenza dei cristiani è una infedeltà al Vangelo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Commenti disabilitati su Trento, quando l’indifferenza è anche infedeltà

Poche nascite e nessun sostegno per le famiglie. Quale futuro per l’Italia?

postato il 8 Settembre 2010

Sleeping di margianaItaliani? Soli al mondo tra quarant’anni.

Lo avevano detto tempo fa vari istituti come la Banca d’Italia, l’Istat e altri ancora: le famiglie sono sempre più povere e, per di più, poco sostenute economicamente dalle istituzioni.

“Italia, riposa in pace”. È questo il titolo di un articolo che compare oggi nel sito del Wall Street Journal, in cui si  stigmatizza la morte demografica del nostro paese.

Nell’articolo, firmato dal giornalista italiano Giulio Meotti, si legge che «se la demografia è un destino, l’Italia sta letteralmente morendo» e la sua bassa natalità «minaccia di avere conseguenze sociali ed economiche catastrofiche». Dunque, c’è ben poco da sperare.

Dal 1994 – i dati citati – il numero delle nascite è sistematicamente superato da quello dei decessi e la fertilità è ai livelli minimi: 1,3 figli per donna. Dati sconcertanti, se si pensa che negli anni Sessanta era di 2 bambini a coppia.
La crisi delle nascite, prosegue il WSJ, minaccia di avere conseguenze sociali ed economiche disastrose. Già oggi, il 22%  della popolazione italiana è in età pensionistica: uno dei tassi più elevati a livello mondiale.

L’Italia non è il solo Paese sull’orlo del suicidio  demografico, sottolinea l’editoriale, ma è il primo nel mondo che vive il cosiddetto “crossing over”, cioè il numero degli under 20 è inferiore a quello degli over 60. E infine, annuncia il quotidiano, entro il 2050, il 60% degli italiani non avrà fratelli, sorelle, cugini, zii o zie.

La famiglia è il pilastro fondamentale della società, ma oggi è abbandonata a se stessa. Sosteniamola in concreto, rivoluzioniamo il fisco con il quoziente familiare: chi ha più figli deve pagare meno tasse!

“Riceviamo e pubblichiamo” di Daniele Coloca

1 Commento

I bambini? Per la Lega non sono tutti uguali

postato il 7 Settembre 2010

Con l’arroganza tipica di chi si sente vincitore e si sente potente, senza magari esserlo, la Lega inaugura il nuovo corso dei contributi alla famiglia, sommando ad un concetto positivo (l’aiuto alla famiglia), un concetto negativo, attuando una distinzione tra bambini “di razza italica” e bambini che non lo sono.
Ma andiamo con ordine.
Il Comune di Tradate (Varese) un paio di anni addietro, istituisce il cosiddetto “bonus bebè”, 500 euro per ogni bambino nato , con lo scopo dichiarato e condivisibile di incentivare le nascite e aiutare le famiglie.
Sembra una iniziativa bella, pura e lodevole.
Ma non è così, infatti andando a leggere i criteri di assegnazione si legge che il bonus è destinato solo a coppie dove i genitori sono cittadini italiani di nascita, escludendo le coppie miste e quelle straniere. Lo scorso 3 giugno il Tribunale di Milano, interessato della vicenda da un ricorso presentato dall’ACLI, emette una sentenza secondo la quale “i criteri di assegnazione del bonus bebè sono discriminatori” è ordina al comune di Tradate di correggere l’ordinanza.
Ed ecco il cambio di rotta della Lega. Prima avrebbe parlato di un fraintendimento, ma ora no.
Anzi, con decisa arroganza, il sindaco di Tradate (Lega -PDL, Stefano Candiani, afferma con una nota mezzo stampa che “il comune di Tradate rivendica il criterio di assegnazione in quanto il bonus bebè non si configura come un intervento rientrante fra i servizi sociali assistenziali obbligatori ma appartiene alla categoria degli incentivi collocata in ambito concettuale e giuridico tutt’affatto diverso ed altro rispetto ai servizi sociali obbligatori”.
Pensate che abbiamo toccato il fondo? Ma quando mai. Qui si riscrivono pagine di storia e di genetica. Qui si riesuma Goebbels, Hitler e quant’altri. Sono esagerato? Forse, ma giudicate voi.
Il sindaco Candiani, presenta ricorso alla sentenza del Tribunale di Milano, ricorso che verrà discusso la prossima settimana.
Quale è la motivazione di questo ricorso? Reggetevi forte e ricordatevi quanto ho detto su Goebbels e soci: secondo il comune di Tradate, il “bonus bebè” sarebbe stato istituito per “la salvaguardia del ceppo europeo”. Infatti, e cito testualmente: “Il fine perseguito non è nel modo più assoluto di garantire sostegno a un bisogno. Il fatto è che la popolazione europea mostra un forte tasso di calo demografico. E’ del tutto ovvio che alla morte dei popoli si accompagna la morte delle rispettive culture. Il bonus attiene al futuro della cultura europea indissolubilmente legata ai popoli dell’Europa medesima”.
Ancora più divertente, il manifesto che accompagna questa iniziativa, rappresentato da un bel bambino biondo e dalla carnagione lattea, ovvero per i leghisti il ceppo europeo è rappresentato solo da chi è biondo, con carnagione chiara, mentre tutti gli altri, evidentemente non lo sono.
Per i leghisti gli immigrati vanno bene se lavorano e li fanno arricchire, ma poi non devono avanzare neanche le più elementari pretese. Il sogno leghista sarebbe immigrati che lavorano e poi spariscono, diventando invisibili. Se poi non figliano, sarebbe anche meglio.
E qui, darei un premio per la faccia tosta e l’astuzia.
Astuzia perché, per giustificare un provvedimento palesemente razzista, parlano di “difesa della cultura europea”.
Faccia tosta, perché queste stesse parole, non le hanno mica gridate a Gheddafi che ha parlato di islamizzare l’Europa, o di dare il via libera e non fermare più gli immigrati clandestini. In quel caso, hanno abbozzato, e non hanno criticato, perché Gheddafi porta gli “sghèi” (o denaro per chi non conoscesse il dialetto lumbard) e perché la Lega è questa: un partito che si presenta in un certo modo, ma agisce in un altro: protesta, ma poi è la prima ad intascare privilegi.
Ricordiamoci di Alessandro Noventa, Assessore leghista, inquisito perché gestisce un giro di prostituzione; oppure pensiamo a Ballaman che recentemente ha dovuto rinunciare alla presidenza del Friuli perché sorpreso ad usare l’auto blu per scopi personali, appesantendo i conti dell’erario; certo la Lega lo ha scaricato, ma io mi chiedo se davvero fossero all’oscuro del comportamento del loro collega di partito.
Ma torniamo a Tradate.
Voi penserete che è un piccolo paesino e quindi non fa testo, e invece no: a Brescia, il sindaco del PDL, Adriano Paroli, ha stanziano 1 milione e 250 mila euro per dare 1000 euro di contributo ad ogni bebè nato nel 2008, purché sia bresciano o di genitori italiani. E quando il tribunale nel 2009 ha imposto di estendere questo contributo anche agli immigrati, ecco un’altra prova di faccia tosta: il contributo viene tolto a tutti, anche agli italiani, così alle prossime elezioni si potranno aizzare ancora di più gli animi contro gli immigrati e contro gli avversari politici che chiedono regole chiare per tutti.
Però nulla di tutto ciò, il PDL e la LEGA ha avuto il coraggio di dirlo a Gheddafi.
Forse prima che dei 5 punti, dovrebbero discutere del coraggio e della coerenza dei propri comportamenti.

‘Riceviamo e Pubblichiamo’

di Gaspare Compagno

1 Commento


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram