Sbagliate tante critiche al governo, Monti non ha saputo gestire il partito
L’intervista di A. D’Argenio a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Repubblica
Presidente Casini,cos’è successo con Monti?
«Io e altri undici senatori abbiamo chiesto una verifica politica perché da giorni si moltiplicavano le critiche di Scelta Civica al governo quando il nostro ruolo principale deve essere quello di stabilizzarlo e aiutarlo. Prendo atto che, di fronte a questa richiesta, Monti ha preferito dimettersi per l’impossibilità di conciliare le posizioni all’interno del suo partito. Ma la politica non è l’università dove il professore insegna e gli altri al massimo fanno domande; la politica significa ragionare con tutti e arrivare a una sintesi».
È pentito dell’alleanza con Monti?
«Ho sostenuto con convinzione il suo governo e trovo triste che oggi nessuno riconosca più a Monti i suoi meriti. Certo questa esperienza politica non ha funzionato. Fin dalla campagna elettorale si è colto un disagio nell’abbinare tanto dilettantismo al nostro professionismo politico. Consiglio di vedere i resoconti parlamentari per capire quale di queste due categorie funzioni meglio».
E ora qual è l’orizzonte dell’UDC e di Casini?
«Sono convinto che se facciamo finta di non vedere che il bipolarismo sbracato e primitivo è stato messo in discussione da Grillo non cogliamo l’essenza della sfida che abbiamo di fronte. In tutta Europa i populisti stanno crescendo, ma se in Germania si fermano al 5%, in Italia con Grillo sono arrivati al 25%. Per sconfiggere il populismo serve una democrazia dell’alternanza basata su chi si riconosce nel Partito socialista europeo e chi si riconosce nel Partito popolare europeo». [Continua a leggere]
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La Dc non tornerà, andiamo verso un bipolarismo di socialdemocratici e popolari
L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su ‘Repubblica” di Annalisa Cuzzocrea
La Dc è il passato, e non ritorna. Alfano? Sempre detto che aveva il quid. Renzi? Dovrà dimostrare che ha la stoffa. Quanto a Berlusconi, un futuro politico in senso tradizionale non ce l’ha, ma può ancora influenzare l’opinione pubblica. Senatore Casini, ha vinto lei?
«Ma no, ha vinto l’Italia. La serietà che consisteva nell’impegno di sostenere il governo. Io penso solo di aver avuto un merito storico: denunciare la deriva del predellino, che è esattamente la causa di quel che è venuto dopo. Un partito che nasce sul predellino è un partito populista, gli insulti degli ultimi giorni ai ministri Pdl sono la dimostrazione che quella forza politica non poteva essere l’incarnazione del popolarismo».
E così, dopo anni di tentativi, ecco il grande centro.
«Il centro non è una maledizione, ma il riconoscimento delle ragioni degli uni e degli altri. Nessuna democrazia dell’alternanza può basarsi sulla demonizzazione degli avversari, anche in riferimento a Silvio Berlusconi. Bisogna invece che si basi su un minimo comun denominatore di valori condivisi».
Il centro non sarà una maledizione, ma in queste ore qualcuno lo dipinge come un’incombente balena bianca.
«La Dc è stata un grande fatto storico, oggi però non esiste più il contesto – neanche internazionale – per ricrearla. C’è invece – in tutt’Europa – un bipolarismo fondato su due grandi forze, quella del socialismo democratico e quella del partito popolare. Dopo le elezioni in Austria e Germania queste forze hanno dovuto dar vita a grandi coalizioni. È una cosa normale, e io vorrei scommettere sulla normalità italiana. Vorrei che fossimo un Paese in cui si fa una grande coalizione senza interpretarla come il secondo tempo della campagna elettorale, con tutti che cercano di piantare la loro bandierina. [Continua a leggere]
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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