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Avevo scritto, a commento dell’intervista apparsa sul Corriere della Sera il 4 giugno, che di quanto affermava Casini condividevo l’invito a votare ai referendum e, per ragioni diverse dalle sue, anche la scelta di votare SI sul legittimo impedimento, mentre ero in netto dissenso sulle sue indicazioni relative agli altri referendum.
Visto i risultati condivido l’affermazione di Casini “è ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire ció che vogliono gli italiani”.
Credo però che una qualche riflessione debba essere fatta anche Casini e dall’UDC in quanto hanno espresso, invito a votare a parte, indicazioni di voto diverse e contrarie al sentire della grandissima maggioranza degli italiani.
La nazione ha parlato,le quattro leggi abrogate erano state proposte da questo governo ed approvate a colpi di maggioranza da questo parlamento.La sconfitta é inequivocabile,i numeri proposti dalla nazione sono terribilmente lontani dalla volontà parlamentare ,lontana anni luce dal paese reale.Una maggioranza ingessata al volere di pochi,incapace di leggere il paese che governa muore in un battibaleno.I due partiti Pdl e lega ,e le congreghe di nuovi “responsabili” hanno ormai le gambe corte:non possono più garantire uno sviluppo democratico del paese.Il tempo delle idolatrie édefinitivamente finito, abbiamo bisogno di aria nuova e gli italiani lo hanno detto chiaramente
Ho partecipato attivamente alla battaglia referendaria, nel mio piccolo, in quanto sono convinto che i problemi prima si affrontano e si vincono sul piano culturale tra la gente e poi su quello politico amministrativo. Detenere le leve del potere senza avere una intesa con la gente non porta da nessuna parte. Per esempio per poter invertire la rotta sul nucleare occorreva, il Presidente Casini lo ha sempre detto, una larghissima maggioranza parlamentare in grado di dare organicità e stabilità nel tempo all’intervento. Non sono pentito del mio voto e del mio impegno a favore del nucleare. Sapevo che ero perdente. I referendum hanno preso una strada demagogica e non tecnica ed è paradossale che il confronto sul nucleare sia avvenuto non a livello tecnico-scientifico ma a livello politico. Anche la trasmissione Annozero del “furbastro” Santoro sull’argomento ha contrapposto ad arte uno scienziato (di parte ed autoreferenziale) ad un politico. Il risultato elettorale è, a mio giudizio, miope per un paese che ha un altissimo debito pubblico e che da vent’anni non riesce a creare sviluppo economico. I giovani, e spero di sbagliare, pagheranno in termini di stabilità e di certezza economica queste scelte che loro stessi hanno contribuito a determinare. Dove si troveranno i 60 miliardi di euro per rendere efficiente la rete idrica? Come si farà a ridurre il prezzo dell’elettricità per rendere competitiva la nostra industria? Come si farà a garantire l’autonomia energetica e quindi politica del nostro paese? Quale maggioranza referendaria è in grado di governare il Paese? Chi ha vinto ha l’onere della indicazione mentre chi ha perso non ha l’obbligo delle scuse perché i referendum passano ma i problemi rimangono, si complicano e si aggravano!!