Tutti i post con tag: Berlusconi

Ospite di Uno Mattina

postato il 30 Ottobre 2013

Negli studi di Rai 1, rispondo alle domande di Duilio Gianmaria

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Voto segreto un dovere ma il governo non si discute

postato il 30 Ottobre 2013

C’è una maggioranza a prescindere dalle scelte del Cavaliere

casiniL’intervista pubblicata su “Il Mattino” di Nando Santonastaso

Chi lavora per far cadere il governo rischia di compromettere la stabilità del Paese, avverte Pier Ferdinando Casini, presidente dell’Udc e della Commissione esteri del Senato. E la stabilità, spiega, «non è qualcosa di cui l’Italia possa fare a meno, perché perderebbe tutto ciò che ha faticosamente ricostruito in questi mesi».

Eppure, presidente, lo scontro sulla decadenza di Berlusconi sembra disegnare scenari a dir poco fragili per la maggioranza delle larghe intese.
«Se il governo fosse dovuto nascere sulla base di uno scambio esplicito tra le vicende giudiziarie di Berlusconi e l’appoggio del Pdl all’esecutivo, non sarebbe mai nato. Bisogna essere seri: il governo si è formato sull’onda di una emergenza e lo stesso Berlusconi ha assicurato più di una volta che le sue vicende giudiziarie dovevano essere separate da quelle dell’esecutivo. Se queste condizioni oggi sono cambiate, bisogna mettere le carte in tavola senza produrre fibrillazioni quotidiane che sono un colpo letale per la credibilità del Paese».

Ma il futuro di Letta sembra dipendere soprattutto dal braccio di ferro in corso tra falchi e colombe nel Pdl.
«Non so da cosa può dipendere, sicuramente non dalle vicende giudiziarie di Berlusconi. Il Pd non lo accetterebbe mai. Berlusconi dica che vuole andare al voto anticipato e si prenda atto di questo cambiamento di rotta. Dopo di che, però, io credo che il governo abbia comunque una maggioranza, a prescindere cioè dalle scelte del Cavaliere. È la maggioranza di chi crede al valore della stabilità ed è consapevole che bisogna assolutamente difenderla per non vanificare tutti i sacrifici che abbiamo fatto finora. [Continua a leggere]

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Casini: “Noi con Silvio? Mario è ridicolo, e la politica non è l’università”

postato il 19 Ottobre 2013

Sbagliate tante critiche al governo, Monti non ha saputo gestire il partito
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L’intervista di A. D’Argenio  a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Repubblica

Presidente Casini,cos’è successo con Monti?
«Io e altri undici senatori abbiamo chiesto una verifica politica perché da giorni si moltiplicavano le critiche di Scelta Civica al governo quando il nostro ruolo principale deve essere quello di stabilizzarlo e aiutarlo. Prendo atto che, di fronte a questa richiesta, Monti ha preferito dimettersi per l’impossibilità di conciliare le posizioni all’interno del suo partito. Ma la politica non è l’università dove il professore insegna e gli altri al massimo fanno domande; la politica significa ragionare con tutti e arrivare a una sintesi».

È pentito dell’alleanza con Monti?
«Ho sostenuto con convinzione il suo governo e trovo triste che oggi nessuno riconosca più a Monti i suoi meriti. Certo questa esperienza politica non ha funzionato. Fin dalla campagna elettorale si è colto un disagio nell’abbinare tanto dilettantismo al nostro professionismo politico. Consiglio di vedere i resoconti parlamentari per capire quale di queste due categorie funzioni meglio».

E ora qual è l’orizzonte dell’UDC e di Casini?
«Sono convinto che se facciamo finta di non vedere che il bipolarismo sbracato e primitivo è stato messo in discussione da Grillo non cogliamo l’essenza della sfida che abbiamo di fronte. In tutta Europa i populisti stanno crescendo, ma se in Germania si fermano al 5%, in Italia con Grillo sono arrivati al 25%. Per sconfiggere il populismo serve una democrazia dell’alternanza basata su chi si riconosce nel Partito socialista europeo e chi si riconosce nel Partito popolare europeo». [Continua a leggere]

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II centrodestra ora guardi all’Europa, per Silvio non c’è un futuro politico

postato il 4 Ottobre 2013

La Dc non tornerà, andiamo verso un bipolarismo di socialdemocratici e popolari

L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su ‘Repubblica” di Annalisa Cuzzocrea

La Dc è il passato, e non ritorna. Alfano? Sempre detto che aveva il quid. Renzi? Dovrà dimostrare che ha la stoffa. Quanto a Berlusconi, un futuro politico in senso tradizionale non ce l’ha, ma può ancora influenzare l’opinione pubblica.
Senatore Casini, ha vinto lei?
«Ma no, ha vinto l’Italia. La serietà che consisteva nell’impegno di sostenere il governo. Io penso solo di aver avuto un merito storico: denunciare la deriva del predellino, che è esattamente la causa di quel che è venuto dopo. Un partito che nasce sul predellino è un partito populista, gli insulti degli ultimi giorni ai ministri Pdl sono la dimostrazione che quella forza politica non poteva essere l’incarnazione del popolarismo».

E così, dopo anni di tentativi, ecco il grande centro.
«Il centro non è una maledizione, ma il riconoscimento delle ragioni degli uni e degli altri. Nessuna democrazia dell’alternanza può basarsi sulla demonizzazione degli avversari, anche in riferimento a Silvio Berlusconi. Bisogna invece che si basi su un minimo comun denominatore di valori condivisi».

Il centro non sarà una maledizione, ma in queste ore qualcuno lo dipinge come un’incombente balena bianca.
«La Dc è stata un grande fatto storico, oggi però non esiste più il contesto – neanche internazionale – per ricrearla. C’è invece – in tutt’Europa – un bipolarismo fondato su due grandi forze, quella del socialismo democratico e quella del partito popolare. Dopo le elezioni in Austria e Germania queste forze hanno dovuto dar vita a grandi coalizioni. È una cosa normale, e io vorrei scommettere sulla normalità italiana. Vorrei che fossimo un Paese in cui si fa una grande coalizione senza interpretarla come il secondo tempo della campagna elettorale, con tutti che cercano di piantare la loro bandierina. [Continua a leggere]

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Fiducia a Letta: il commento al voto

postato il 2 Ottobre 2013

Ospite de ‘La vita in diretta’

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Casini s’appella ai moderati: ma no a governicchi.

postato il 30 Settembre 2013

casini_300913Intervista di M. Antonietta Calabrò pubblicata sul Corriere della Sera.

«Al Paese serve un governo vero, un governo dei problemi, la stabilità in sé non è un valore: o si mette in moto un’operazione politica vera oppure dico no a un governicchio. Ma nuove elezioni potrebbero essere l’ennesima dimostrazione di impotenza».

Pier Ferdinando Casini ha appena finito di sentire in tv le dichiarazioni di Berlusconi.

Che ne pensa?



«In questa situazione bisogna guardare in faccia alla realtà. Francamente se dobbiamo mentire, almeno mentiamo in modo credibile: Berlusconi non può andare a dire che ha provocato la crisi per protestare contro le tasse. Non può dire questo dopo che il governo Letta, proprio per rispettare gli accordi con il Pdl, ha sospeso l’Imu e stava risolvendo il problema dell’Iva… Questa non è una cosa seria. La realtà è che Letta le tasse le ha tolte nella misura del possibile».

E allora qual è la realtà vera di questa crisi?



«Sono stati gli impegni enormi sottoscritti dal governo Berlusconi con l’Europa, che hanno strangolato l’economia. Non può prendersela adesso con Letta, quando sappiamo tutti che Berlusconi ha rovesciato il tavolo per la questione giustizia. Non lo biasimo ma è così. Io speravo che fosse coerente con l’impegno assunto di voler distinti i due tavoli: quello del governo e quello giudiziario ».

Ecco, parliamo della condanna definitiva di Berlusconi, del giudizio di decadenza che la Giunta e il Senato dovranno dare…

«Guardi che io sono molto rattristato da questa vicenda, non sono tra coloro che si compiacciono di questa situazione. Ma il caso giudiziario è una cosa, un’altra è il governo, altra cosa ancora è la riforma della giustizia, che non è stata mai affrontata in modo organico, perché si è preferito inseguire i singoli processi. Non si possono mischiare le cose. È un atto di autolesionismo enorme, gigantesco, per i moderati. È il secondo tempo della cosiddetta rivoluzione del predellino, questa volta però è il danno è ancora più grande».

Da questa crisi, come se ne esce?



«Letta cercherà la maggioranza in Parlamento. Non credo che sia un problema di numeri, ma di credibilità del Paese: non è solo un problema del Pdl, ma anche della sinistra. Bisogna guardare anche al Pd e ai protagonismi del Pd. Perché, anche nel partito di Epifani, c’è che sotto, sotto…».

Come dovrà essere la nuova maggioranza?



«Solida numericamente e seria politicamente».

Sì, ma parliamo dei parlamentari del Pdl: lei cercherà di portare nella nuova maggioranza i transfughi dal partito di Berlusconi?



«Io penso che chi fa parte del Partito popolare europeo debba comportarsi responsabilmente. Vede, anche in passato, con alcuni esponenti del Pdl, nonostante i dissensi, io ho sempre dialogato. Penso a Quagliariello,a Sacconi, a Lupi, ad Alfano, alla Lorenzin che ora ha fatto un discorso di grandissima dignità. Non penso che un gesto così grave come l’apertura della crisi possa essere accettato da quanti nel Pdl hanno sempre lavorato alla creazione di una vasta area moderata e popolare. Il mio dissenso da loro è che io non ho mai creduto che il Pdl potesse essere la casa dei moderati. Beninteso, Berlusconi fa il suo gioco e questa è la linea della Santanchè che non ha nulla a che fare con i moderati».

Casini allora che farà?

«Io sono al lavoro per creare la sezione italiana del Partito popolare europeo».

Ma Berlusconi la accusa. Ha detto:

«Alle ultime elezioni, Monti, Casini e Giannino hanno diviso i moderati che, altrimenti, avrebbero vinto con grande scarto».

Cosa risponde?

«Non ho niente da rispondere perché i fatti di questi giorni sono purtroppo la risposta più eloquente».

Mario Monti ha fatto un appello ai moderati: si unisce a lui , nonostante le vostre divergenze?

«Io è una vita che faccio il moderato. In ogni caso i problemi tra noi dell’Udc e Monti e Scelta civica adesso non sono all’ordine del giorno. Tra noi c’è rispetto».

A conti fatti, sembra che per la nuova maggioranza bastino una ventina di senatori…



«Il problema non è la contabilità. E non è un problema di far passare nella nuova maggioranza soltanto esponenti del Pdl. Ci sono altri settori, altri gruppi parlamentari, in cui si registra un serio disagio».

Ad esempio?



«Il partito di Grillo».

Nuova maggioranza stabile numericamente e seria politicamente, è più facile a dirsi che a farsi…



«Il punto vero è qual è il disegno politico della nuova maggioranza che si troverà per sostenere non un governo qualsiasi, ma il governo del Paese. Ripeto che il problema non è numerico. Un governicchio autosufficiente numericamente, ma incapace di avere uno spessore politico, non serve all’Italia. Personalmente a questo esito non sono interessato e credo nemmeno i possibili dissidenti del Pdl. La stabilità è utile se c’è un governo dei problemi, perché la stabilità in sé non è un valore».

Si parla di un governo di scopo: che ne dice?  

«Il punto è che lo scopo sia serio. Il mio problema non è evitare il voto adesso, e andarci tra due mesi, questo sia chiaro».

Ecco, il voto. Dia una buona ragione per non andare a votare…

«Il voto, come si è dimostrato l’ultima volta, può essere un’ulteriore dimostrazione di impotenza».

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Da Pdl assist a chi nel Pd vuol mandare a casa Letta

postato il 26 Settembre 2013

Intervento a margine dell’Assemblea Onu a New York

Vista da qui una crisi di governo e’ incomprensibile e compromette i sacrifici degli italiani. Se da un punto di vista umano si puo’ capire l’atteggiamento dei parlamentari del Pdl, da quello istituzionale l’iniziativa e’ sconclusionata e politicamente da’ un assist clamoroso a chi, nella sinistra, vuole mandare a casa Letta e il suo governo

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«Una catastrofe se vincono i falchi alla Santanchè»

postato il 6 Settembre 2013

Sarebbe un’altra occasione persa», dice l’ex presidente della Camera. Che però ammette di aver chiamato Berlusconi perché «il caldo dell’asino lo lascio ai tanti beneficiati che ora vorrebbero sbranarlo»

Casini Pier Ferdinando

Pier Ferdinando Casini intervistato da Vittorio Zincone su “Sette”

Lo incontro sulla terrazza della sua casa romana. Quartiere Parioli. I polsini della camicia bianca sono tenuti insieme da una coppia di gemelli che portano il simbolo di Montecitorio: CD. Domando: ma a Palazzo Madama la fanno entrare con quella roba? Sorride: «Più che presidente della Commissione Esteri del Senato, mi sento ex presidente della Camera. La Camera è il mio primo amore». Pier Ferdinando Casini, 57 anni, ne ha trascorsi trenta in Parlamento. Ha vissuto in prima fila, da forlaniano, le guerre fratricide tra dicci negli anni Ottanta. Ha visto crollare la Prima Repubblica. Nella Seconda è stato il testimone fiero dì un centro-centrismo con sbandamenti a destra: Dc, Ccd, Udc. Dice: «Finita la sbornia per il bipolarismo muscolare che ha disseminato disastri per il Paese, mi godo lo spettacolo». Quale spettacolo? «Quello dei poli armati, gonfi di falchisti e vetisti, di berlusconiani e di antiberlusconiani, che si sgretolano e sono costretti a convivere nella maggioranza. Io e Monti, che abbiamo perso le elezioni, siamo gli unici davvero soddisfatti».

Nella maggioranza ci sono Letta, Alfano, Lupi e Franceschini.
«La Democrazia cristiana è morta, ma il tasso dicci è molto alto. Ed è quello che ci vuole: serietà, ragionevolezza, moderazione. Non ci scordiamo Renzi. Anche lui non è esente da questo piccolo peccato centrista di gioventù».

Gli ex dicci potranno mai tornare tutti insieme?
«Se facessi questa ipotesi verrei impallinato. Mi sembra prematuro. Impossibile. Piuttosto immagino un futuro con due grandi partiti che si fronteggiano rispettandosi, sul modello europeo Ppe/Pse. Il mio tavolo è quello del Ppe».

[Continua a leggere]

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Al Talk di Unomattina

postato il 3 Settembre 2013

Rispondo alle domande di Duilio Gianmaria e Benedetta Rinaldi nell’approfondimento mattutino di Rai1

PF CASINI

PF CASINI

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L’intervista a SkyTg24

postato il 2 Settembre 2013
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