postato il 24 Giugno 2009
L’attacco del Presidente del Consiglio alla stampa è un grosso errore, politico e istituzionale. Ragioniamo in astratto: Berlusconi potrebbe anche avere tutte le ragioni del mondo, ma nulla può giustificare l’invito agli inserzionisti pubblicitari a boicottare i giornali. Le aziende editoriali sono una ricchezza per l’industria del nostro Paese: danno lavoro a migliaia di persone, concorrono al pluralismo dell’informazione al nostro sistema di libertà.
Se si consente al Presidente del Consiglio una deriva di questo tipo, il Paese è avviato su una brutta china.
Pier Ferdinando
postato il 18 Giugno 2009
Che bello sarebbe un Paese normale…
A Berlusconi che ha definito l’Udc ‘unione delle clientele’…
E’ veramente triste che Berlusconi insolentisca l’UDC che non accetta di tornare alla sua corte. Trattare la gente alternativamente con blandizie e minacce è tipica di una mentalità padronale, una mentalità molto diversa dalla nostra. E’ così difficile parlare ai propri interlocutori con rispetto anche quando si è in disaccordo?
Che bello sarebbe un Paese normale…
L’UDC non era in vendita un anno fa, non lo è oggi e non lo sarà domani.
Pier Ferdinando
postato il 17 Giugno 2009
Berlusconi attacca l’Udc? Lo capisco, è in uno stato di nervosismo comprensibile. Ma non intendiamo seguirlo sul terreno delle offese.
Evocare complotti come ha fatto il premier significa perdere altro tempo, essere fuori dalla realtà. E’ irresponsabile procedere con battute di questo tipo. E’ un’umiliazione continua a cui si sottopongono le istituzioni dello Stato ed è un’umiliazione alla quale si sottopongono anche i cittadini, che hanno ben altri problemi da risolvere.
Pier Ferdinando
postato il 16 Giugno 2009
L’Udc è pronta a ritirare tutti gli emendamenti al decreto terremoto, a patto che nel testo sia sancito il rimborso per la ricostruzione anche delle seconde case e che la ricostruzione sia affidata a Regione ed enti locali. Siamo disponibili a ritirare immediatamente tutti i nostri emendamenti a una sola condizione, che secondo me è seria perché richiesta da tutti, dal presidente della Regione Chiodi, da quello della provincia e dal sindaco. Ci sono impegni solenni presi dal presidente del Consiglio sulla ricostruzione e si riferiscono ai contributi esclusivamente garantiti ai residenti. Ma per i piccoli paesi e per la città dell’Aquila significa una ricostruzione a gruviera. E allora, il comunicato di ieri della presidenza del Consiglio deve essere sancito nella legge.
Pier Ferdinando
postato il 15 Giugno 2009
Evocare complotti come ha fatto Berlusconi e indirettamente D’Alema significa perdere altro tempo, essere fuori dalla realtà. Se il presidente del Consiglio ha degli elementi per dire che c’e’ stato un complotto venga in Parlamento e parli al Paese.
E’ irresponsabile procedere con battute di questo tipo. E’ un’umiliazione continua a cui si sottopongono le istituzioni dello Stato ed e’ un’umiliazione alla quale si sottopongono anche i cittadini che hanno problemi loro. Poiché sarei tra coloro che complottano direi che siamo al ridicolo. Pensare che il Governatore della Banca d’Italia complotti significa essere fuori dal mondo, pensare che io che assumo pubblicamente ogni giorno la mia responsabilità di opposizione al governo in Parlamento sia impegnato nel complotto significa avere un’idea fantascientifica della realtà. [Continua a leggere]
postato il 14 Giugno 2009
Un piano eversivo contro Berlusconi? Se il premier ha qualcosa di serio da dire, vada in Parlamento per fare nomi e cognomi e indicare circostanze esatte, altrimenti taccia.
Pier Ferdinando
postato il 14 Giugno 2009

Con Gheddafi abbiamo dato l’immagine di un Paese di cartapesta di Claudio Sardo
«Il bilancio della visita di Gheddafi è desolante per l’Italia e il suo governo. Abbiamo dato l’immagine di un Paese di cartapesta. Ci siamo limitati ad allestire un grande palcoscenico per il leader libico, senza riuscire a contenerne le trovate istrioniche né le sortite propagandistiche. In questo modo la stessa autorevolezza delle nostre istituzioni è stata indebolita». Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, è stato tra i più critici della tre giorni romana di Gheddafi.
[Continua a leggere]
postato il 14 Giugno 2009
Il bilancio della visita di Gheddafi è desolante per l’Italia e il suo governo. Abbiamo dato l’immagine di un paese di cartapesta. Ci siamo limitati ad allestire un grande palcoscenico per il leader libico, senza riuscire a contenerne le trovate istrioniche né le sortite propagandistiche. Per fortuna che Fini ha evitato il peggio, annullando quel convegno dopo un’assurda, insopportabile attesa di due ore. Fini ha avuto anche un altro merito: nel discorso che aveva preparato e che ha deciso comunque di rendere pubblico ha respinto con nettezza le accuse di Gheddafi agli Stati Uniti. Ha detto che gli Usa non possono essere paragonati ai terroristi. Queste cose avrebbe dovuto dirle il nostro ministro degli Esteri. A Gheddafi abbiamo consentito di giocare al gatto col topo, abbiamo dimostrato che puo’ piegarci quando vuole, fancedo leva ora sulla sua forza economica, ora sul ricatto dei clandestini. Queste sceneggiate svelano tutta l’irrilevanza della nostra politica estera.
Pier Ferdinando
postato il 10 Giugno 2009
Siamo lieti che Berlusconi si sia disimpegnato nel referendum. E’ ovvio che in termini politici la Lega condiziona il governo: Berlusconi è piegato ai desideri del Carroccio, anche se questa è l’unica volta che ci fa piacere.
Pier Ferdinando
postato il 10 Giugno 2009
Le modalità dell’accoglienza al colonnello Gheddafi adottate dal governo sono umilianti per le istituzioni della Repubblica. C’è modo e modo per rafforzare i legami diplomatici con un Paese senza superare i limiti della decenza e del buon gusto, e senza dimenticare anni di ripetute violazioni dei diritti umani.
Pier Ferdinando