Sarebbe drammatico se davvero l’Italia fosse una Repubblica giudiziaria come dice Berlusconi.
Il giudizio sulle sue serate è severo, ma non è un giudizio politico. Quello arriva perché il presidente del Consiglio non ha mai risolto uno dei problemi di cui va parlando da 20 anni: da lui arrivano solo appelli e mai fatti.
postato il 4 Febbraio 2011
Bye-bye Federalismo: il pareggio in Bicamerale stoppa il progetto della Lega e benché il Governo si ostini a dire che va tutto bene (capirete, ci siamo abituati ormai), le tensioni con il Colle o con i leghisti in primis sono fortissime. Questa è la vittoria di Casini e dell’Udc: vi ricordate quando due anni fa, fummo gli unici a spiegare che questo Federalismo era un rischio e avemmo il coraggio di votare no, quando Idv votò addirittura sì e il Pd si astenne? Ebbene, guardate chi aveva ragione: il tempo, si sa, è galantuomo. Tanto che, udite udite, perfino La Padania (sia pure con i soliti toni “celoduristi”) è costretta a riconoscere che Casini è ormai il “leader” delle opposizioni, l’uomo guida della proposta alternativa a Berlusconi (ovviamente, riconosciamo al grande Baldassarri il coraggio di essere coerente con sé stesso e i propri ideali, al contrario di altri). Il Messaggero si concentra sulla “doppia” sconfitta di Bossi: né la tanto agognata riforma federale, né le urne e – aggiunge il Corriere – l’Umberto deve anche guardarsi dai malumori della base, stanchi di fare i cani da guardia di Berlusconi (eppure, sottolinea Folli sul Sole, ci sono molti validi motivi per cui l’alleanza Pdl-Lega reggerà: sarà così?). Infine, leggete la bella intervista di Andrea Riccardi sul Corriere: un invito ai cattolici a “tornare a contare”. In quale luogo politico? Ovviamente, in un nuovo e rinnovato Centro, che sia la chiave per accedere a un nuovo futuro.
postato il 3 Febbraio 2011
Appello di Napolitano (e stiamo a due, dopo quello di ieri): gli scontri politici stanno stritolando il nostro Paese, è necessario uscire da questa spirale, per ridare una visione di futuro all’Italia. Intervistato dall’Eco di Bergamo, poi, il Presidente fa anche un appello ai giornalisti (nel giorno dell’intervista “brezneviana” a B. del Tg1): “andate controcorrente, per garantire un’informazione più responsabile e corretta”, “basta gare a chi grida di più” (chi ha orecchie per intendere, intenda). Un ottimo Severgnini, poi, dalle colonne del Corriere lancia un appello al Premier Berlusconi: risponda a tutte le domande che gli vengono fatte, siano esse dei magistrati (specialmente loro), dei giornalisti (tutti, però) o di semplici cittadini (magari su Twitter!). Oggi è poi un’importante giornata alla Camera: da una parte si vota per autorizzare la richiesta della Magistratura a perquisire gli uffici del ragionier Spinelli; dall’altra, la “Bicameralina”, presieduta da La Loggia, deve discutere del Federalismo: la situazione è estremamente incerta, ma leggete – per capire di più – Antonella Rampino e Marcello Sorgi, su La Stampa. Il tutto mentre, come testimonia un dossier sull’Avvenire, la crisi stringe nella morsa sempre più famiglie: ha ragione Della Vedova, intervistato sul Secolo: la ripresa non si fa con la propaganda, servono provvedimenti seri.
La settimana è iniziata con un Berlusconi conciliante che dalle pagine del Corriere della Sera tendeva la mano al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, per intraprendere un percorso di riforme condivise. Bersani, che vede nella proposta del Premier solo un modo di tirarsi fuori dall’angolo, rimanda al mittente l’offerta berlusconiana scatenando però le ire del grande Capo che, bollato il leader del Pd come “insolente”, raduna una specie di consiglio di guerra per scatenare una strafexpedition contro le opposizioni e le toghe rosse la cui organizzazione viene demandata a Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla.
A Palazzo Grazioli i falchi hanno fatto il nido ed è servita tutta la bravura di Giuliano Ferrara per riportare Berlusconi a più miti consigli. La “moral suasion” di Ferrara ha la meglio sulle strategie aggressive delle amazzoni pidielline e il Cavaliere sembra tornare ragionevole e dialogante soprattutto quando nella mattinata di mercoledì arriva il richiamo del Presidente della Repubblica per placare le sterili contrapposizioni. Una nota di Palazzo Chigi attesta il Premier sulla linea del Capo dello Stato, ma è sufficiente qualche ora per trovarsi Silvio Berlusconi al Tg1 sparare a zero sulle “vecchie forze che vogliono tassare gli italiani”.
Forse Giuliano Ferrara non l’ha ancora avvertito che il Capo del Governo è lui. Come ha notato giustamente il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa lo statista Berlusconi è durato appena cinque ore. Cosa ci riserverà il fine settimana? Quale Berlusconi avremo davanti: lo statista o il capo popolo, il riformatore o il lider maximo?
postato il 1 Febbraio 2011
Mi sa che qui ha ragione Bersani (che potete leggere sul Corriere): l’apertura di Berlusconi arriva davvero fuori tempo massimo. La lettera del Premier di ieri (con allegate le proposte di riforma del fisco, il no alla patrimoniale e una maggiore libertà d’impresa) è davvero niente male, ok: ma come ha sottolineato Casini, chi sta al Governo questo genere di cose deve “farle, non scriverle sui giornali”. Il confronto tra maggioranza e opposizione ci deve essere, noi lo sosteniamo da tempo, ma solo se il Presidente del Consiglio è disposto a fare un passo indietro; anche perché, in questo momento, le nostre preoccupazioni sono altre: il Nuovo Polo per l’Italia si rafforza e si consolida ogni giorno di più. ItaliaOggi, infatti, ci racconta della possibilità di uno speaker unitario (così come auspicato a Todi) che possa rappresentare l’unità della coalizione: si tratta di Anna Maria Artoni, già presidente dei giovani di Confindustria Emilia Romagna, un volto giovane e capace, capace di riscuotere consensi dai moderati e i riformisti di ambo gli schieramenti. Solo fantapolitica? Vedremo.
Premier eviti di inventarsi nemici sulla patrimoniale Chi sta al governo ha il compito di fare le cose, non di scrivere articoli inventandosi nemici su proposte inesistenti.
Berlusconi eviti di inventarsi che la sua battaglia è contro la patrimoniale, perché sarebbe una battaglia santa se qualcuno la volesse, ma non mi risulta che ci sia una proposta in Parlamento. Berlusconi è al governo e ha avuto tre anni di tempo per fare le cose che oggi riscopre, come le liberalizzazioni che ha bloccato o che ha fatto in modo del tutto insufficiente.
Se vuole cominciare a lavorare lavori, invece di scrivere sui giornali.
Pier Ferdinando Casini ospite di “Che tempo che fa”
Nessuno è al di sopra dei giudici e chi vince le elezioni non è il padrone di un Paese, non può fare quello che vuole, chi vince deve governare. Non è un compito facile, ma non si può andare avanti per proclami e finora il governo ha fatto pochissimo. Intanto Berlusconi si è barricato nel palazzo. Benissimo, è suo diritto, ma col tempo la gente smette di credere alle favole.
postato il 30 Gennaio 2011
Il Polo per l’Italia sfida Berlusconi a viso aperto: le elezioni, in questo momento, sono decisamente meglio che “tirare a campare”, tuona Casini (“e delle signorine”, aggiunge il Riformista). Il Messaggero analizza la due giorni di Todi e spiega come gli aderenti del Nuovo Polo si propongano come un nuovo “centrodestra”, moderato e in linea con i valori europei del PPE: valori che sono chiari, per tutti – anche per quelli come Benedetto Della Vedova (leggete sull’Avvenire). E ha voglia Berlusconi di ostentare sicurezza, di definirci “relitti” (detto da lui, suona come un complimento): il Pdl è ormai ridotto a illusorie operazioni di “maquillage” (Unità) o, peggio ancora, ad affidarsi a un portavoce come la Santanchè; il tutto mentre, nei sondaggi, la fiducia nel premier è ai minimi storici. In questo quadro si inserisce poi la proposta di D’Alema per costituire una larga alleanza che superi il berlusconismo: Casini si dice disponibile a ragionare, pur con qualche cautela, specie nell’ottica dell’apertura di una nuova fase politica, come auspicato da Ferruccio De Bortoli sul Corriere di oggi. Leggete poi: da Liberazione, il ritratto del Ministro Franco Frattini (quello che non c’azzecca niente); da La Stampa, l’analisi di Francesco Guerrera sul rapporto di Davos (le élite devono smetterla di parlare a sé stesse); dal Corriere, il retroscena di Dario Di Vico sull’introduzione della patrimoniale (che graverebbe tutta sul Ceto medio).
Se Berlusconi, con i suoi comportamenti e il governo paralizzato, è il nuovo, lo ringrazio di avermi definito vecchio. Anzi, fiero di essere paleolitico.
Pier Ferdinando
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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