Spero che per fare cassa non si svenda il Paese
Pubblichiamo da ‘Il Riformista’ l’intervista al leader Udc Pier Ferdinando Casini
di Sonia Oranges
Pier Ferdinando Casini liquida la manovra in discussione al Senato come un’operazione «Senza interventi strutturali e dai saldi incerti». Parla anche dei guai dell’Europa e della scarsa competitività italiana. Rimarca sulla tradizione dei Comuni nostrani e sull’indifferibilità della revisione del sistema pensionistico, storce il naso all’idea di eurobond come scorciatoia per proseguire la politica dell’indebitamento e sulle privatizzazioni si augura che «per far cassa non si svenda il Paese».
Il presidente dell’Udc Pier Ferdinando Casini parla al presente ma ragiona su un futuro, lontano ma non remoto, che veda protagonista un grande partito dei moderati. E infiamma la platea della Summer school of future organizzata dal suo partito a Priverno, in provincia di Latina. Certo gioca in casa, con giovani e meno giovani che fanno a gara per stringergli la mano e strappargli una foto ricordo, e che indiscutibilmente lo riconoscono come leader. Mentre lui, paradossalmente, riflette su un mondo con meno leadership e più politica, in cui i contorni di destra e sinistra sfumino nel rosso e bianco dello scudocrociato che ancora campeggia sul suo simbolo.
Un mondo senza Berlusconi?
Questa maggioranza ha perso la bussola. Siamo alla fine di un’epoca e di un ciclo politico. Quale futuro ci attende? Anzitutto, diciamo che il berlusconismo senza Berlusconi non può esistere. L’idea che cambiando i nomi si possa salvare un modello politico, è un grave errore. E mi auguro che Alfano e la classe dirigente del Pdl ne siano consapevoli. Bisogna dire addio all’illusione del demiurgo, ai plebisciti e a quel concetto di successo tanto distante dal sistema di valori cattolici.
Già, i cattolici. La Cei non smette di sollecitarne l’impegno in politica.
In politica c’è bisogno di linfa nuova, è una necessità che vale per totti. E il Terzo Polo riuscirà a far bene soltanto se si darà una possibilità in questo senso. Nella seconda Repubblica, abbiamo vissuto la diaspora dei cattolici, che ha azzerato l’unità del passato. Oramai i cattolici militano in totti i partiti rappresentati in parlamento e credo sarebbe difficile riproporre il vecchio modello del partito esclusivo dei cattolici. Questa presenza trasversale è emersa nella discussione di provvedimenti come la fecondazione assistita e il testamento biologico. Mi domando se si può fare di più, se il contributo dei cattolici nella società italiana non pos sa essere maggiore e più influente, presentando un progetto ed una visione per il Paese. Per tolto il Paese.
Anche perché il suo progetto ha sguardo e respiro lungo, ma il Paese vive una fase critica.
C’è un’emergenza cui bisogna rispondere con rapidità, come dimostra proprio il risveglio dei cattolici. In Spagna, società laicista per eccellenza, la novità non sono stati gli indignati che hanno sfilato per le strade a giugno, ma i giovani riunitisi a Madrid per stare con il Papa. Non tutti sono mossi dalla fede, in tanti sentono soltanto la necessità di ascoltare parole diverse da quelle che sentono quotidianamente. Come vede, il fenomeno è globale. E, mi pare, non è un caso che si manifesti proprio ora, in queste settimane e mesi di drammatica crisi economica e politica.
Non è soltanto ai cattolici, dunque che vi rivolgete. E non soltanto sui temi tradizionalmente cari alla Chiesa.
Il cambiamento non può prescindere da una religione civile, portatrice di un tasso etico e morale che in Italia trova la propria sintesi nella specificità dell’identità cristiana. È il comune denominatore che ci unisce ai non credenti. È il presupposto, per esempio, per l’accoglienza di chi ha un credo diverso, senza il quale saremmo in grado di fornire solamente un po’ di ospitalità.
E in Parlamento con chi si dialoga?
Il dialogo è a tutto campo. Ci sono possibili interlocutori nel Pdl, ma anche nel Pd. Insisto: in tanti in Parlamento hanno fatto prevalere il richiamo dei valori alle etichette di appartenenza. Interpretare la società a prescindere dalla propria divisa di partito è una ricchezza anche per il Pd, non un segno di debolezza.
Ora però siamo alle prese con una manovra che non convince nessuno e con uno scontro durissimo che è lontanissimo da quell’auspicio di coesione nazionale invocato dal presidente della Repubblica.
Oggi l’Italia non deve perdere più tempo in scontri tra guelfi e ghibellini. Contesto questo bipolarismo perché non credo ai buoni contro i cattivi, anche perché non riesco più a distinguere i buoni dai cattivi. Vedo alcuni ministri che sono delle brave persone, e persone ragionevoli nell’opposizione. E allora perché non possiamo collaborare per il Paese. Serve un armistizio, uno sforzo di convergenza per affrontare i necessari sacrifici. Solamente dopo potremo tornare alla democrazia dell’alternanza.
Caro Presidente Casini, riguardo una parte della sua intervista che condivido i pieno, vorrei rimarcare che lei dice una volta uscito di scena Berlusconi il berlusconismo non ci sarà più. Io penso invece che tra qualcuno della classe dirigente del PdL qualche contaminazione di berlusconismo potrebbe esserci. Del resto se pensiamo anche al passato, si pensava che una volta finito Mussolini e Hitler fascismo e nazismo non ci sarebbero più stati invece sono nati (ed esistono tuttora) partiti di ispirazione nazista e fascista, si pensava che una volta caduto il muro di Berlino e scomparsa l’Unione Sovietica il comunismo sarebbe andato definitivamente in soffitta invece in molti Stati del mondo il comunismo esiste ancora e in giro per gli Stati anche europei nascono come funghi nuovi partiti comunisti. Basti vedere in Italia quandi partiti comunisti esistono (che poi abbiamo lo 0, per cento è un altro discorso). Insomma, per venire al berlusconismo il pericolo di contaminazioni anche per il futuro ci sarà e allora, caro Presidente, occorre noi del Terzo Polo (tutto e nessuno escluso) essere promotori di un vero cambiamento della nostra classe politica nazionale. Intanto che ci sono non condivido che in Molise appoggiate il candidato Iorio, mi piace Bocchino quando ha detto mai più con persone indagate. Io non sono molisano, abito in Lombardia, ma se fossi un iscritto all’Udc del Molise non voterei certo per un candidato indagato.
Onorevole, a questo punto della storia essendo il Paese a un passo del default e avendo capito tutti quanti o quasi le posizioni di tutti Voi politici meno che di Napolitano, credo sia il caso che il capo di Stato inizi a spiegarsi meglio, perchè comincia a stufare un pò. Sembra l’unico ormai a sostenere il governo facendo finta di fare il contrario. E ciò non è bello per niente. Oltre che ad esser il problema maggiore: o se ne sta zitto come facevano altri presidenti della Rep. oppure la smetta di invocare una manovra svelta senza parlare della sua iniquità lampante. “portatemela in velocità che la firno” sembra dire. E se non va bene? “Chissenefrega”. Sostiene nella pratica il governo comunque vada. Fino cioè al default. Napolitano ha una grossa responsabilità a questo punto, molto più del solito.
Presidente Casini, Calderoli fà cassa persino con i disabili….ancora i disabili, sempre loro….Sono già tanti infatti i 470,00 euro di accompagnamento che percepiscono !!E solo senza ricovero ospedaliero, sia ben chiaro….in effetti in ospedale avanzano gli infermieri….c’ è un’ assistenza costante, di 24 ore su 24 , come i malati non autosufficienti richiedono!). Alla luce di quest’ ultima notizia, datata 25 agosto, forse il Presidente della Camera Gianfranco Fini , alla convention del Terzo Polo del 22 luglio a Roma, è stato fin troppo ottimista, definendo i Giovani come nuovi deboli della nostra società, perché indifesi, non considerati e non tutelati e perché si sta strappando loro il Diritto di un Futuro dignitoso….fin troppo ottimista, poiché invece vergognosamente e vigliaccamente i Deboli Veri, reali, della nostra società sono sempre loro, I DISABILI, nostri fratelli a cui dovremmo porgere la mano, il sorriso, il cuore ed invece abbiamo talmente fretta, fretta anche di far cassa, che non ci fà schifo neppure più calpestare il loro Diritto, Naturale e Costituzionale, alla Dignità della Vita in qualsiasi circostanza. A loro stiamo strappando il tempo Presente, che è ancora peggio della negazione del Futuro ai Giovanissimi, i quali la grinta e le unghie per combattere le loro battaglie ce l’ hanno, ringraziando Dio! I Disabili spesso non hanno neanche la voce e quindi sono destinati a rimanere persino senza appello, se non abbiamo NOI SANI (???) neanche più quell’ Amore che ci fa trasformare in loro portavoce, loro sostegno, loro tutela. Ma dove stiamo andando?? Così duri come le pietre ormai i nostri cuori, per non avere più nemmeno la Coscienza che ci spinge verso quanti dei nostri fratelli sono in gravi difficoltà??
Visto che la manovra della destra è contro noi dipendenti, contro il ceto medio-basso e i soliti noti, con l’avallo del Presidente della Repubblica e la benedizione di CISL e UIL, non pensa che lo sciopero generale indetto da CGIL sia non dico giusto ma persino molto poco. Lo stretto indispensabile come ha insegnato Baloo, l’orso del Libro della giungla.
Fossi in Lei mi ricrederei se non altro per rispetto dei lavoratori, scandalizzati dal disprezzo e dall’odio verso loro del governo e i suoi accoliti.