postato il 7 Luglio 2009 | in "Sicurezza"

Se questo è far sicurezza…

Pubblichiamo le considerazioni di Luciano Marino, giovane volontario UDC, sulle disposizioni del cosiddetto pacchetto sicurezza.

sicurezzadirittiA questo punto affermare di essere nella confusione più totale sarebbe un eufemismo. L’unica cosa chiara è che il PDL è ostaggio della Lega Nord, in tema di sicurezza siamo proprio allo sbando.
Il presidente del consiglio, insieme ai suoi ministri, si ritiene il paladino della sicurezza poi però taglia i fondi a polizia e carabinieri, affida il controllo del territorio ai militari che non possono nemmeno effettuare un arresto e prende quelle poche risorse per la sicurezza togliendo i fondi FAS destinati allo sviluppo infrastrutturale del mezzogiorno d’Italia.
Poi se ne inventano una ancora più grossa: LE RONDE.
Non c’era ancora stata una norma così chiara che sancisse l’abdicazione del territorio da parte dello stato.

Molti hanno parlato di camice nere, brune, verdi ecc. Io credo che sia profondamente sbagliato esporre così tanto dei liberi cittadini, i quali girando di notte potrebbero imbattersi in situazioni poco gradevoli e lì l’arma che hanno in dotazione, ovvero il cellulare, potrebbe non bastare. Quindi, come vedete, è molto facile fare dei danni più che rendere un servizio.

Il controllo del territorio va fatto solo e soltanto potenziando i presidi di polizia e carabinieri già presenti.

Essere clandestini è diventato reato, chi affitta loro case o locali rischia da 6 mesi a 3 anni di carcere, per ottenere cittadinanza e permesso di soggiorno di dovranno pagare 200 euro. Ma state attenti, il colpo di genio sta tutto qui: i pubblici ufficiali hanno l’obbligo di denunciare i clandestini. Quindi questi ultimi non potranno recarsi presso gli uffici per regolarizzarsi.

Infine si proseguirà con i respingimenti indiscriminati e tutti coloro i quali verranno sorpresi in una situazione di clandestinità non verranno arrestati, bensì puniti con un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro.
Mi chiedo come potranno mai pagare tale ammenda dei poveri clandestini in cerca di una vita migliore.

Nel 1997 Silvio Berlusconi pianse per i rimpatri ordinati dal governo Prodi subiti dagli albanesi, vere lacrime d’immagine come ogni cosa che dice e che fa. Infatti oggi i rimpatri li ordina lui, e i clandestini li manda da Gheddafi.
Non prendevamo tante bacchettate dall’ONU e dal Papa da tanto tempo, ma ce le meritiamo o meglio questo governo fa in modo di farcele meritare.

Il contributo degli immigrati regolari, che noi amiamo chiamare nuovi italiani, è grandissimo. Versano nelle casse dell’INPS qualcosa come 500 milioni di euro all’anno. Uno su cinque sta oggi comprando casa in Italia, fanno i lavori che noi non vogliamo più fare. Addirittura molti stranieri accudiscono quello che abbiamo di più caro, ovvero i nostri figli e i nostri anziani.
Nelle famiglie italiane in media nasce oggi 1,2 figli ed è molto poco rispetto ad esempio all’Algeria dove in media nascono 6,5 figli a famiglia. E visto che i flussi migratori si fanno e si faranno sempre più frequenti, non possiamo ergere fortificazioni attorno ai nostri confini, sarebbe irrealistico ed irresponsabile.
Anche perché non possiamo opporci ad una società multietnica che è già realtà.
Nelle nostre scuole ci sono sempre più giovani stranieri e un giorno potrebbero diventare più di noi italiani.

Davanti a un processo di trasformazione di questo tipo è necessario porci delle domande di fondo. Se vogliamo dialogare con gli altri, se vogliamo accettare gli altri, se con gli altri vogliamo fare un grande momento di comunione ed è indispensabile che sia così, noi dobbiamo sapere chi siamo, noi non possiamo avere confusione intellettuale ed etica come quella che c’è oggi nella nostra società.
Perché con persone profondamente motivate, ad esempio sul piano religioso come gli extracomunitari musulmani che arrivano in Italia è necessario che noi difendiamo la nostra identità e che con la nostra identità apriamo un confronto dignitoso con gli altri. Noi siamo un paese aperto, noi vogliamo accogliere tutti. Nella legalità ogni extracomunitario deve avere la sua opportunità nel nostro paese, ma deve essere chiaro che non arriva in una terra di nessuno, ma in uno stato che ha delle regole che vanno rispettate.

E allora affermare l’identità cristiana del nostro paese non significa fare un’affermazione di esibizionismo o d’ostentazione religiosa, ma significa affermare le nostre radici, la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni e i valori che i nostri genitori ci hanno trasmesso.
Difendere l’identità cristiana non significa affermare un’appartenenza religiosa, significa affermare un elemento identitario di tutti gli italiani anche di chi non va in chiesa e non è credente.
Delle volte sembra di far pericolosi salti nel passato più bui dell’Italia, ci vorrebbe un pò di moderazione e attenzione in più nell’affrontare certi problemi di natura sociale e soprattutto ci vorrebbe meno Lega Nord.

Sullo stesso argomento:
Le strane logiche del ddl sicurezza
Aperture e chiusure

La foto è di hidden side ed è rilasciata sotto licenza CC BY-NC-SA 2.0

19 Commenti
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antonio
antonio
15 anni fa

complimenti luciano ottime osservazioni!!

Salvo Scaduto
Salvo Scaduto
15 anni fa

Volevo complimentarmi con l’amico Luciano Marino per il suo articolo (come del resto per tutti i pezzi del suo blog sempre molto interessanti). Che posso aggiungere, ormai in Italia decide tutto la lega, dalla sicurezza all’econimia, dall’agricoltura ai fondi alle regioni. Certo che il pdl che prende la maggiorparte dei voti al sud dovrà giustificarlo questo scompenso. Andiamo avanti così che i nostri sforzi saranno premiati, rimaniamo fuori dai blocchi . Solo in questo modo cresceremo e attireremo i tanti scontenti del pd e del pdl.

Pi_Ma
Pi_Ma
15 anni fa

E’ proprio vero: per potersi aprire agli altri è necessario riscoprire la propria identità.
Solo sapendo chi si è, cosa si vuole e dove si vuole andare ci si puòn aprire al confronto e al dialogo con l’altro, arricchendosi reciprocamente, scambiandosi vicendevolmente un frammento di quel “piccolo pezzo di universo” fatto di cultura e valori che ciascuno porta dentro.

vito rizzo
vito rizzo
15 anni fa

ottimo luciano!

Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

E’ verissimo Luciano, concordo pienamente!
Purtroppo il Governo ha consegnato l’Italia in mano alla Lega e ,come diceva in campagna elettorale il nostro Presidente, è come consegnare a un ladro le chiavi di casa. Le tue considerazioni sono giustissime, non posso che farti i complimenti..!
Marta

giovanni pelliccia
giovanni pelliccia
15 anni fa

Quello che espone Luciano nel suo articolo è una attenta lettura della realtà. Non serve la Maga per capire che siamo governati da Bossi.
Il problema è farlo capire a tutti gli Italiani, o meglio, a quelli stregati dall’abbagliante e falsa luce della chimera Berlusconiana.

Oggi hanno rallentato i lavori del pacchetto intercettazioni, dopo una “nobile e silenziosa” bacchettata del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Mi chiedo, ma è possibile che una nazione debba essere governata a colpi di fiducia in Parlamento ed il Capo dello Stato debba richiamare ogni secondo il Presidente del Consiglio e l’HAREM?

In tutto questo i programmi, vanno in vacanza con le veline…

Complimenti Luciano abbiamo tante cose di cui discutere.

piero
piero
15 anni fa

sante parole

Fabiana
Fabiana
15 anni fa

E bravo Luciano!
parlando di identita’ ci si riferisce non soltanto all’individuo che si rifa’ alle figure alle quali si sente uguale e con le quali condivide alcuni caratteri ma anche alle caratteristiche che distinguono una persona dagli altri. Un individuo è tale perché si distingue per la propria storia individuale che è sua e di nessun altro.
Una persona si “costruisce” membro di un gruppo e considera anche le norme che fanno parte di quel gruppo. Norme che gli permettono di pensare, muoversi, collocarsi e relazionarsi con se stesso e con gli altri. Non si puo’ parlare di “integrare” una persona se non le si da la possibilita’ di esprimersi.
Tutto sta nella maturita’ della persona e nel suo Rispetto verso gli altri…..

Ahmed Aly
15 anni fa

Non è un caso che il razzismo trionfi maggiormente nei Paesi Ricchi, Paesi, cioè, in cui la spinta all’individualismo e alla competitività sono maggiori, dove mancano uno spiccato senso della solidarietà ed una comunione di mezzi e di attività finalizzate al benessere di tutta la comunità e di tutti gli individui che ne fanno parte con uguali diritti di accesso alle risorse e di beneficio dei prodotti ottenuti.
Il problema di fondo è la mancanza di senso della solidarietà e dell’intercultura, questo vuol dire mancanza di rispetto per gli altri, chiunque essi siano, e per i loro diritti.
Certamente è chiaro che non possiamo ignorare che esistano delle differenze a volte anche profonde tra gruppi e che non dobbiamo combatterle, ma difenderle e legittimarle nella stessa maniera e convinzione con cui tendiamo a legittimare la nostra presenza nel mondo.
Il razzismo è la più forte causa di conflitto e di scontri violenti tra gruppi, italiani e arabi, romeni e sudamericani anche tra italiani e italiani, noi tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa perché i tragici eventi del passato e i recenti fenomeni di razzismo siano combattuti più efficacemente con nuove e concrete strategie.
Secondo me è indispensabile informare, sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica, a partire dalle giovani generazioni affinché siano strumento di promozione di una nuova era, di una nuova società globale in cui siano rispettati i diritti umani di tutti, senza distinzioni di razza, sesso o religione, un primo passo è quello di far emergere il problema e renderlo noto,
conoscere le diverse realtà che ci circondano, scoprirle ed apprezzarle proprio in virtù della loro diversità e della possibilità di un reciproco arricchimento.
Il razzismo in Italia è riemerso dopo la Seconda Guerra Mondiale durante le immigrazioni dalle diverse regioni italiane e, ancor più recentemente, contro gli immigrati dai Paesi extracomunitari.
Bisogna accettare gli immigrati dando a loro la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale italiano ed integrarsi.

Ahmed Aly
15 anni fa

Per il legista Salvini, vergognati.
Ma come fanno gli italiani a dare il voto a personaggi simili e ai partiti che rappresentano? Si stanno facendo prendere dalla paura e continuano a scegliere chi dà loro l’illusione di più sicurezza. Si accontentano dell’illusione!! E nel frattempo la vita pratica degli italiani va a rotoli, nel frattempo Maroni continua a sparare a zero sulle badanti che qualcuno più saggio della destra vorrebbe regolarizzare (senza di loro mi chiedo che tipo di assistenza alternativa troverebbero gli anziani): sono tutti clandestini urla! E quindi criminali! E intanto i criminali veri o stanno fuori dalle carceri o stanno al governo tutelati dal nodo Alfano! E gli italiani continuano a votarli!

nicolò
nicolò
15 anni fa

Il problema delle colf e delle badanti lavoratrici al nero e irregolari sarà per le istituzione una questione da affrontare quanto prima.

carmelo marino
carmelo marino
15 anni fa

bravo Luciano!!!
almeno su qualche argomento siamo pienamente d’accordo.
sulle cose su cui non siamo d’accordo magari un giorno avremo il tempo di parlarne in privato….. e tu sai a cosa mi riferisco.
ok ciao e complimenti ancora.

Giorgio
Giorgio
15 anni fa

Purtroppo questa legge è il segno dei tempi che stiamo vivendo; non è un caso che subito dopo l’ approvazione qualcuno si accorge che forse 500.000 badanti rischiano l’espulsione e quindi si corre ai ripari, con dubbie interpretazioni della legge(dichiarazioni di Maroni e Sacconi) e ragionevoli argomentazioni (Giovanardi). Per evitare trucchi(paventati con il consueto “garbo” da Calderoli) basterebbe riconoscere una sorta di corsia preferenziale all’emersione per i datori di lavoro riconosciuti invalidi al 100% (anche con indennità di accompagnamento). Aspettiamo anche una solida iniziativa parlamentare dall’UDC. Grazie per l’attenzione.

luciano marino
15 anni fa

volevo ringraziare tutti voi per aver letto e commentato questo mie considerazioni, ma il ringraziamento più grande va a chi ha permesso che fosse pubblicato. GRAZIE A TUTTI.

Edoardo Marangoni
Edoardo Marangoni
15 anni fa

Caro Luciano,Cari amici che scrivete qui,
provo una duplice sensazione. Leggo tanti post di giovani, pieni di idee e di valori profondi. Giovani che vogliono riflettere e discutere, tutti insieme, per contribuire ad un vero miglioramento della situazione attuale, e di questo sono profondamente contento. Di più, ciò mi spinge ad andare avanti a confrontarmi non solo con chi la pensa come me, ma, soprattutto, con chi la vedo diversamente da me.
Contemporaneamente, però, provo una strana sensazione, un misto di rabbia e delusione. Questo strano sentimento nasce dalla constatazione della pochezza del modus operandi della compagine berlusconiana.
Io la vedo così. Ieri come oggi, al centrodestra non interessa risolvere i problemi, non interessa stare vicino ai cittadini e, ove ve ne fosse la necessità, confortarli. No, non è questa la loro preoccupazione. Si sono – diabolicamente – accorti che questa difficile, perchè seria, politica non paga. O meglio, paga di più una politica di annunci, di cose urlate, di spot, di presenzialismo. Non è importante risolvere veramente, ma prendere una questione e dire “alla Brunetta”: “affrontato, fatto… RISOLTO!”. Così risolvono i problemi: li urlano, li sbattono in prima pagina, fanno un provvedimento a caso intitolato ad hoc e poi la sparano grossa e dicono di aver risolto tutti i problemi.
Non sono preoccupati di risolvere i problemi, puntano tutto solo sul “sentimento del momento”. Parlano alla pancia degli elettori, e intascano Xmila voti in più… Hanno vinto, vincono e, forse, vinceranno.
Come potremmo però noi avere il coraggio, dopo tutto quello che diciamo (e scriviamo), di essere mai come loro??!!
Forse il nostro voto non sarà mai dettato dal “sentimento del momento”. Ma io preferisco così. Così io so di operare in sintonia coi miei valori. Preferisco non prendere Xmila voti, ma essere convinto di battermi, sempre e comunque, per i miei valori.
Che la Lega urli pure ai quattro venti slogan xenofobi ed anacronistici per un pugno di voti, per 30 dena…, ops… 30 voti in più.
Io, noi, stiamo al Centro: “hic manebimus optime”.

domenico pirrello
domenico pirrello
15 anni fa

caro luciano non posso che complimentarmi con te!!!!!sono tutte osservazioni giustissime!!!!
La verità che noi Italiani dovremmo essere l’ ultimo popolo a dover parlare di razzismo, visto che il 35% dei nostri connazionali sopratutto per problemi di lavoro,(mentre chi viene da noi scappa anche dalla guerra)sono stati identificati al loro tempo CLANDESTINI!!!e prima di parlare di altri dovremmo chiedere ai nostri nonni come venivano trattati negli altri Paesi,e se tutto questo sia giusto!!
dovremmo ricordarci che oltra ad esportare moda, pizza,e spaghetti, abbiamo portato il concetto di MAFIA anche oltre oceano!
Il problema della criminalità c’ è nelle nostre città, ma far passare come unici criminali i clandestini, quando sappiamo tutti che non è così, bhè questo è intollerabile,e tutto quello che sta cercando di fare il Governo Bossi……scusate ,Berlusconi è intollerabile!

nico31…………un giovane PD

Ciro Caltabellotta
Ciro Caltabellotta
15 anni fa

Concordo pienamente con quanto scritto dall’amico Luciano, la cosa più grave è che una considerazione di questo tipo non venga fatta da nessun rappresentante della maggioranza, non c’è nessuno che ci mette un pò di buon senso lasciando da parte la propria poltrona e il proprio ruolo di protagonista per il bene dell’Italia tutta, dopo di ciò sono sempre più convinto che in politica si debba lasciare spazio ai giovani che hanno voglia, impegno e motivazioni proprio come l’amico luciano. Cordiali saluti a Tutti.

Ahmed Aly
15 anni fa

Immigrazione: è sempre interessante viaggiare, soprattutto perché il viaggio pone il viaggiatore attento di fronte agli stranieri e permette di stabilire confronti sia con le “usanze” italiane, sia con gli italiani che visitano gli stessi luoghi.
Atterrare in Italia con degli italiani che ritornano a casa (e che si sono lamentati tutto il viaggio perché sono stati costretti a pagare un’ammenda per non aver rispettato i limiti del bagaglio a mano) e che applaudono non si sa per quale motivo, lascia spazio ai peggiori pensieri. In realtà, passata qualche ora, la prima idea che mi viene in mente è che osservare gli italiani all’estero rende evidente il barbaro (o la barbarie) presente in noi. Evidente rappresentazione che stride con il tentativo di tenere lontana o ributtare al di là del mare gli immigrati che etichettiamo come barbari.
La contraddittorietà della presenza in noi dell’altro che vogliamo allontanare o che vogliamo distruggere è la chiave del nostro vivere contemporaneo perché rappresenta la nostra incoerenza, perché in esso rivediamo rappresentata totalmente la nostra condizione. La consapevolezza – peraltro inconscia – dell’essere noi stessi migranti, poveri come coloro che approdano sulle nostre coste ci fa diventare intolleranti verso quelli, ma è un’intolleranza che si esplica totalmente nei riguardi di quella parte di noi stessi (migranti e barbari) che non vorremmo essere perché ci complica la vita costringendoci alla relazione e ad un percorso interiore di crescita, perché ci è richiesto di mutare uno stile di vita che abbiamo faticosamente acquisito che, però, non esplica la possibilità della vita al di là dello sfruttamento dell’altro. Siamo multiculturali dentro, prima che esserlo fuori per l’arrivo dei disperati sulle barche. Multiculturali e deboli nel nostro mondo che consiste nello sfruttare gli altri ritenendoci migliori: non siamo così, il mondo si evolve.
Finché non ce ne accorgeremo, questa sarà una battaglia persa. Ed è la battaglia epocale della contemporaneità: alla fine si misurerà la vittoria o la sconfitta a partire da quello che adesso è il problema migratorio. Va da sé che, oltre che combattere, sarebbe meglio farlo nel modo opportuno.
Il male non è nella diversità dell’immigrato, ma in quella parte di lui che non accettiamo perché specchio del nostro essere e testimonianza di un mondo (il nostro) che, pur ricoperto di bianco, cela sotto di sé le rughe della nostra inciviltà ed arretratezza. Per citarne alcune: la cinicità del mercato, la grettezza pubblicitaria e la meschinità della televisione e dell’informazione; i luoghi comuni della politica.
La soluzione passa attraverso la cultura, anche se condivido l’idea della cultura come sovrastruttura che ripete i rapporti di produzione sancendo lo sfruttamento anche nel tempo libero. Qualcuno prima di altri renderà evidente il problema, qualcuno saprà come affrontarlo e, anche se a malincuore, ci toccherà seguirlo. Superare il problema consisterà nel viverlo totalmente: la soluzione è in esso; forse in questo abbiamo qualche possibilità in più degli altri. Sta a noi farlo.



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