postato il 7 Giugno 2011 | in "In evidenza, Media e tecnologia, Riceviamo e pubblichiamo"

Santoro via dalla Rai, tra lui e Lei paghiamo noi

Per anni la Rai è stata il campo di battaglia di una guerra senza esclusione di colpi tra le varie dirigenze e Michele Santoro. I dirigenti Rai che si sono succeduti nel tempo hanno sempre cercato di esaudire il desiderio di Silvio Berlusconi di mettere a tacere la fastidiosissima compagnia di Michele Santoro, che, a detta del Premier, a colpi di inchieste e di trasmissioni “costruite” sottraeva voti preziosi al centrodestra; dall’altra, Michele Santoro che con l’ausilio di Travaglio, Ruotolo, Vauro e il resto della sua redazione ha condotto la sua personalissima guerra al Premier dagli schermi del servizio pubblico, in una sorta di piccolo Vietnam televisivo dove spesso è riuscito ad impantanare le soverchianti forze governative.

Accade poi che “i governativi” e la resistenza santoriana firmano uno strano armistizio che pone fine alla guerra e dichiara un inaspettato liberi tutti.  La risoluzione consensuale, questo il nome tecnico dell’inaspettato armistizio, arriva all’improvviso, senza passare per il consiglio d’amministrazione, quasi gestita segretamente tra lui, Michele Santoro, e Lei, nel senso del direttore generale Lorenza Lei. Ma tra lui e Lei chi ci rimette siamo noi, perché a pagare questa strana operazione saranno senza dubbio i cittadini poiché a conti fatti il divorzio da Michele Santoro sarà un vero salasso per la Rai: sei milioni di ricavi in pubblicità, il 20% di share e 600mila euro di compensi al conduttore, più la liquidazione da due, senza contare l’inevitabile tracollo di Raidue che non avrà «X Factor», forse nemmeno «L’isola dei famosi» e ora perde la cassaforte degli ascolti «Annozero» (le due più recenti puntate hanno registrato share record del 22-23% che hanno alzato tutta la media di rete). Legittime a questo punto sono le domande poste da Carlo Verna, segretario nazionale dell’UsigRai: “sono stati dati dei soldi per cancellare ‘transattivamente’ una trasmissione di successo? Che partita ha giocato il nuovo direttore generale? Che gioco ha fatto Michele Santoro?”. “Non saremo fra coloro che brinderanno per l’uscita di Santoro dalla Rai”, rincara l’on. Roberto Rao, ma “per rispetto degli italiani che ancora pagano il canone, la Rai deve rendere pubblici tutti i particolari dell’accordo transattivo, per permettere a quanti finanziano l’azienda di sapere chi ha guadagnato e chi ha perso in questa operazione”. E mentre Michele Santoro sembra sempre più vicino ad un approdo a La7, in Rai si cominciano a mettere in discussione anche i contratti di Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Serena Dandini. L’unica certezza in questa Rai delle svendite resta il famoso cavallo morente in bronzo patinato che sorge davanti alla direzione generale di Viale Mazzini, e che sembra sempre di più una metafora concreta della situazione della Televisione di Stato.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

2 Commenti
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Maria Pina Cuccaru
Maria Pina Cuccaru
12 anni fa

A me Santoro non è mai piaciuto, ma resta il fatto che, come non era giusto che un servizio pubblico gli desse spazio per la sua personale guerra al premier, non è neppure giusto che si spendano soldi pubblici per costringere chi paga il canone a prendere parte in questa guerra.

Andrea
12 anni fa

Qualunque network, in qualunque parte del globo, non licenzierebbe mai uno come Santoro, capace di fare incassare dai 5 ai 6 milioni a puntata, con picchi che superano i 7 milioni e uno share che va oltre il 20%. ora qui soldi da pubblici diventeranno privati. La sudditanza psicologica della rai alla maggioranza ha avuto il sopravvento.



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