postato il 11 Gennaio 2010 | in "Giovani, Riceviamo e pubblichiamo"

Riceviamo e pubblichiamo: “la proposta Gelmini aiuterà l’integrazione”

schoolRiceviamo e pubblichiamo il contributo di un giovane insegnante che riflette sulle implicazioni della proposta del ministro Gelmini di introdurre un tetto del 30% per gli studenti stranieri nelle classi, “una proposta di buon senso, nel rispetto delle autonomie scolastiche e con l’obiettivo di una migliore integrazione” come sostiene anche l’on. Gian Luca Galletti, che invita anche a mettere in atto al più presto questa proposta.


Sono un giovane insegnante di scuola primaria e sono a favore della nuova proposta del ministro Gelmini, in quanto nella scuola spesso si presentanto enormi problemi didattici legati alle competenze linguistiche non possedute.

Il limite di studenti stranieri per classe del 30% entrerà gradualmente nelle scuole di ogni ordine e grado, tenendo presente che i bambini stranieri nati in italia o meno, cheabbiano già acquisito competenze linguistiche inerenti la nostra lingua italiana non saranno conteggiati nel tetto del 30%, quindi, il tetto massimo potrà essere “sforato” se, nella stessa classe si presenteranno bambini stranieri che parlano e comprendono già l’italiano ed altri che hanno evidenti problemi linguistici.
Al contrario la soglia massima potrà anche essere abbassata al di sotto del 30%, poichè potrebbero presentarsi bambini con gravi problemi di comprensione filologica e non parlo di disfunzioni cerebrali o cognitive, ma di problemi dati da una provenienza linguistica differente. Questa misura è resa necessaria e vista come positiva da molti insegnanti (parlo della scuola primaria) in quanto, ogni giorno in classi oramai definite “ghetto” è impossibile proseguire con il normale svolgimento dei programmi e i bambini italiani che hanno già un proprio bagaglio cognitivo si ritrovano penalizzati e costretti a soffocare la loro curiosità intelletuale perchè “dobbiamo aspettare gli altri”.

Il mio parere è positivo e ne sono entusiasta dato che potrà permettere alla scuola di alzare il livello di istruzione e disciplinare, favorire una vera integrazione e stimolare la curiosità e voglia di sapere di “tutti” i bambini presenti nella stessa classe, in possesso di determinati requisiti di partenza.
Per evitare fraintendimenti mi vedo in obbligo di chiosare sottolineando che non saranno classi di sbarramento per gli stranieri, al contrario produrranno nuovi stimoli nella stessa istituzione scuola che potrà ricevere incentivi per consegnare a tutti i bambini stranieri una delle “chiavi per il futuro” secondo H.Gardner, la Lingua.

Enrico Bocciolesi

(la foto è di woodleywonderworks ed è rilasciata sotto licenza Creative Commons Generic 2.0)
3 Commenti
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Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

se immigrazione non fa rima con integrazione é un disastro

Simone
Simone
14 anni fa

Trovare un parere positivo da parte di un insegnante, quando si tratta di riforme scolastiche, è una rarità!
@Enzo
Io ho sempre sentito insegnanti lamentarsi delle riforme, “mosca bianca o no” direi che siamo decisamente a favore dell’integrazione!
Mi fa piacere che l’On. Galletti, candidato alle regionali per l’Emilia Romagna, dia conferma della sua sensibilità verso temi correlati
alla famiglia.

Doriana
Doriana
14 anni fa

Il punto è che i nostri insegnanti non sono preparati per insegnare agli stranieri la lingua italiana. Per questo motivo qualche anno fa sono nati dei corsi di laurea ad hoc. Purtroppo questi giovani insegnanti oggi non possono partecipare ad alcun concorso pubblico, possono semplicemente auspicare in una sensibilità verso il tema della regione di appartenenza che finanzia programmi scolastici ad hoc. Addirittura da noi, i tirocinanti offrono un servizio GRATUITO o con un contributo all’Università di 2000 euro l’anno. Allora io non so se possiamo parlare d’integrazione Di certo abbiamo facilitato il lavoro della classe docente ma non so se abbiamo superato il problema dell’apprendimento e integrazione di questi bambini. Potremo abbassare quanto si voglia le quote ma se nessuno sarà in grado o avrà materialmente il tempo di seguire quei bambini con difficoltà linguistiche ebbene avremo integrato meglio si ma solo i bambini italiani. Credo sia un provvedimento monco seppur in parte condivisibile



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