Prostituzione, un tema che continua a dividere
Il tema della prostituzione continua a dividere: molti vorrebbero cambiare la Legge Merlin e, come succede in diversi paesi europei, legalizzarla con lo scopo principale di toglierla dalle nostre strade attraverso la creazione di vere e proprie zone e aree delle città adibite a questo scopo.
Nel frattempo però le nostre strade continuano ad essere popolate di giovanissime (spesso minorenni) straniere che sono state portate in Italia, con l’inganno, e tenute schiavizzate da organizzazioni criminali che, come molti sanno, fanno grossi affari con la prostituzione.
Ogni tanto le forze dell’ordine fanno qualche retata e riescono anche ad arrestare i componenti delle organizzazioni criminali che stanno dietro a questo traffico di essere umani.
E’ successo nelle settimane scorse anche nella zona tra Pisa e Livorno e il sindaco di Pisa ha ringraziato pubblicamente le forze dell’ordine per il lavoro fatto. Giustissimo. Ma non è troppo poco? Sono ormai diversi anni che tolleriamo situazioni di schiavitù ai margini delle nostre strade, con occhi purtroppo assuefatti e complici di ingiustizia. Una situazione visibile a tutti, ma tollerata.
Molto di più potrebbe essere fatto e, se solo si volesse, molte donne potrebbero oggi essere liberate dalla strada. Lo ha fatto per anni Don Benzi, con la sua associazione Giovanni XXIII, liberandone più di 7000. Basterebbe una ferma volontà delle istituzioni, tutte quante, e quello che è stato fatto, con forze minime da questa associazione di volontari, potrebbe essere svolto con maggiore efficacia dallo Stato; esiste il dovere da parte delle istituzioni di salvare le vittime, liberarle, aiutarle, garantire loro residenza legale nel nostro paese, assistenza e difesa. La battaglia contro queste associazioni criminali non sarebbe facile ma, con un serio piano nazionale, potrebbe essere vinta. E invece molto spesso si continua a colpire le vittime, le prostitute straniere, che se espulse dal nostro territorio, rischiano ancora di più di rimanere soffocate da questo sistema.
Anche gli enti locali, magari unendo le forze, potrebbero fare molto di più e invece spesso pare che si limitino al “contenimento” del fenomeno, a spostare il problema da una zona all’altra, di fronte alle proteste, spesso legittime, dei residenti. Ma questo non può bastare.
Servirebbe invece che anche i cittadini si ribellassero con maggiore forza a questa situazione di schiavitù, contribuendo a colpire i carnefici e non le vittime. Così come è importante applicare le norme esistenti, cercando di rompere la complicità di coloro, i clienti, che contribuiscono ad alimentare il mercato del sesso.
Combattiamo questa battaglia, anche dal punto di vista culturale, magari attraverso incontri nelle scuole, per fare accrescere una consapevolezza nuova del ruolo femminile anche contro stereotipi e messaggi che purtroppo la nostra società continua a trasmettere.
Qualcuno dirà che la prostituzione c’è sempre stata e sempre ci sarà, essendo il mestiere più antico del mondo. Forse si potrebbe ribaltare questo concetto dicendo che la prostituzione è lo sfruttamento più antico del mondo. Ma qualunque sia il pensiero su questo argomento, prima di cedere a logiche di legalizzazione del fenomeno, che rischiano di spostare il problema dall’aperto delle strade al chiuso di appartamenti e night, credo sia opportuno combattere veramente questa battaglia per la dignità della persona, contro il traffico e la riduzione in schiavitù di molte delle ragazze che oggi si prostituiscono in Italia.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Carlo Lazzeroni
Che siano o no ridotte in schiavitù e/o sfruttate sono donne , contro di loro c’è in atto una vera e propria persecuzione , fatta di controlli , arresti,retate, multe anche se rifugiate in campers, appartamenti o strade abbandonate ,oltre che purtroppo in aree abitate. Per i cosidetti Gay , invece , già che vanno tanto di moda ed occorre essere polically correct ,pieno campo libero ; causa loro , nel mio Comune, e vicino, sono disponibili alcuni tratti di argini, giardini sotto le mura , vie e locali sono decisamente preclusi all’uso di passaggio della cittadinanza o peggio ancora dei giovani ; oltre a correre seri rischi , quel che si vede è decisamente indecente , e non solo per i cespugli che hanno occhi . Tutto avviene provocatoriamente alla luce del sole . Aggiungo che in genere sono rapporti ” mercenari ” esattamente come per le prostitute . Perchè di questa situazione non importa nulla a nessuno e mai, dico mai , ci sono interventi dell autorità cittadine , di polizia o magistrati ???