postato il 2 Dicembre 2011 | in "Giovani, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Riforme"

Perché la riforma delle pensioni s’ha da fare (subito)

di Giuseppe Portonera

Una delle principali matrici di azione di questo Governo, come spiegato più e più volte dal Premier Mario Monti, sarà quella di fare la tanto annunciata quanto irrealizzata “riforma del sistema pensionistico”. In realtà la riforma del sistema previdenziale sarebbe dovuta essere approntata molto tempo fa, ma la nostra politica ha preferito sprecare anni e anni in interminabili e infinite discussioni ideologiche, con il risultato che, nella situazione straordinariamente delicata in cui ci troviamo ora, ci vediamo costretti a prendere provvedimenti decisi, senza mezze misure, in tempi stretti. Per questo serve una comune assunzione di responsabilità da parte di tutti: l’aumento dell’età pensionabile, il superamento del magico numero 40, il passaggio al sistema contributivo per tutti, l’abolizione delle pensioni di anzianità non sono misure “punitive”: sono “necessarie” per garantire una maggiore equità sociale, maggiori possibilità alle future (e presenti) nuove generazioni.

Come hanno spiegato gli economisti Tito Boeri e Agar Brugiavini, su Lavoce.info, il sistema attuale ha delle palesi situazioni di iniquità, che vanno eliminate, così come ci hanno chiesto anche Europa e Bce, non “per fare cassa, ma per equità”. Anche perché questa tipo di riforma agirebbe anche sul grande problema italiano (o meglio, uno dei tanti): la disoccupazione giovanile. Abbiamo, contemporaneamente, la quota più alta di giovani che non lavorano e non studiano al tempo stesso e quella di chi ha vite lavorative più brevi. Lavorando più a lungo, sostengono giustamente Boeri e Brugiavini, potremmo ridurre la pressione fiscale che grava sui giovani e aumentare assunzioni e rendimento dell’istruzione fra chi ha meno di 24 anni.

Del resto, sempre su lavoce.info, il neoministro per il Welfare, Elsa Fornero, non ha mancato di esporre la propria visione in materia e la propria preferenza verso una riforma netta che vada nella direzione indicata sopra: e questo, è ovvio, ci fa ben sperare. La Fornero, infatti, è un’esperta in materia, di indubbia qualità e competenza e ha sempre avuto un approccio alla questione estremamente razionale e non ideologico: in un articolo del 2007, commentando la proposta di riforma previdenziale avanzata dall’Ulivo, spiegava che “sarebbe un vero peccato se vertesse soltanto sullo scalone, che pure si può ammorbidire. A patto di saper progettare il futuro e di riaffermare il metodo contributivo, il punto forte della riforma del 1995. E l’unico in grado di garantire al tempo stesso sostenibilità finanziaria ed equità tra le generazioni”. Centrale, come vedete, è il concetto del sapere “progettare il futuro”: un futuro che si può costruire, pezzo dopo pezzo, solo se oggi i nostri padri (a proposito, date un’occhiata all’hashtag #caropadre) saranno disposti a rinunciare ad alcuni dei loro privilegi di oggi. Se così non dovesse essere, si potranno lamentare delle loro (anche magre, per carità) pensioni, ma non lasceranno ai propri figli neanche questo di cui lamentarsi: saremo la Generazione zero, zero lavoro e zero pensione. Senza questo tipo di riforma, possiamo dimenticarci ogni possibilità di crescita.

Perché, come recita un antico proverbio, le società crescono solo quando gli anziani piantano alberi sotto la cui ombra non riposeranno mai. La strada è questa, non esistono alternative: perché le pensioni tornino ad essere la giusta ricompensa per chi ha lavorato una vita, non un miraggio impossibile o un felice ricordo di un lontano passato, è necessario riformare il sistema previdenziale. Subito.

6 Commenti
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Isma Maurizio
13 anni fa

“le pensioni tornino ad essere la giusta ricompensa per chi ha lavorato una vita”
Perchè allora parlamentari, consiglieri regionali ed altri possono percepire pensioni opss… vitalizi, dopo poche ore fino a qualche anno fa, ora pochi anni di “lavoro”? Il politico in primis NON DEVE essere un lavoro, od almeno non per oltre 5-10 anni, al termine dei quali si deve tornare al mondo lavorativo tradizionale, quello che fa alzare il PIL, non il proprio portafogli. Vero caro Presidente, seduto tra quei banchi da quasi 29 anni?

Luisella
Luisella
13 anni fa

Spero che tra i privilegi dei padri (e delle madri) non sia inclusa anche l’anzianità di 40 anni di lavoro! I miei genitori e i miei suoceri sono anziani e speravo proprio che fra ” poco” ( ho 34 anni di contribuzione)avrei potuto andare in pensione e occuparmi di loro e fare qualcosa che mi piace, tipo volontariato o hobby. Se la riforma mi obbliga a continuare a lavorare ,perchè i nostri figli abbiano la possibilità di un futuro sereno, accetto a malincuore, ma accetto. Però abbassiamo in pò le pensioni d’oro che sono uno scandalo inaccettabile!

Enza
Enza
13 anni fa

Ho lasciato il lavoro il 01.01.2011 praticamente costretta ad accettare l’incentivo all’esodo “propostomi” dalla mia azienda. Ad ottobre 2012 avrei maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia essendo previsto che l’assegno mi sarebbe arrivato il 01.11.2013. Adesso questo grande scienziato della Fornero farà In modo che l’assegno mi arrivi dopo 2-3 anni periodo durante il quale resterò senza reddito e senza pensione con figli da mantenere, bollette da pagare età. Non avendo speranza di trovare un nuovo lavoro per ovvi motivi vorrei chiedere a voi eminenti scienziati come mi devo regolare? Ma vi rendete conto che dietro le soluzioni che vi inventate per fare i miracoli c’e la vita quotidiana della gente e che quello che dite e’ un blaterare senza senso. Mi meraviglio, anzi no!, che scienziati del vostro calibro non riescano a trovare qualche formula magica per far pagare le tasse agli evasori e si accaniscano contro la povera gente con soluzioni che sarebbe semplice trovare anche a me che non ho mai pensato di essere degno del nobel per l’economia. Fatemi sapere la mia mail la conoscete.

Enza

mauri
mauri
13 anni fa

buongiorno,

ancora una volta è stato deciso la necessità di riformare le pensioni di anzianità che considerando che viene raggiunta dopo 40 anni di contributi, salvo casi particolari, di per sé si alzerà naturalmente visto che i nuovi lavoratori, purtroppo, iniziano sempre più tardi a versare i contributi (anche a 25/30 anni di età) che sommati ai 40 anni di lavoro portano naturalmente l’età della pensione ai 65/70 anni, a cui si deve sommare il tempo delle finestre. Dobbiamo davvero comprendere che sono proprio le pensioni di anzianità, come sopra descritte, il primo vero nodo della situazione italiana? O non lo sono i miliardi spesi in sprechi, privilegi o attività di pochissima utilità.
Ci sono cose che non riusciamo a capire; possiamo chiedere?:

1) che fine faranno quei lavoratori, che attualmente hanno 55-58 anni di età e 36-39 anni di contributi che magari sono in cassa integrazione/mobilità o disoccupazione o peggio senza ammortizzatori sociali e quindi senza alcuna fonte di reddito, anche minima; come faranno a vivere dignitosamente con la famiglia (magari con i figli maggiorenni a carico)? come faranno ad andare in pensione? come faranno a versare ulteriori contributi? ma quante persone avrebbero ancora il diritto alla pensione col sistema retributivo?
2) perchè toccare ancora le pensioni visto che risulterebbe che quelle di anzianità col metodo retributivo finiranno fra circa 5 anni? (poi tutti saranno col sistema contributivo) ricordando che nel 1995 era stato evidenziato che il sistema retributivo fosse/è il riconoscimento alle peggiori condizioni di lavoro e di vita che hanno dovuto affrontare i lavoratori negli anni ’70 e ’80; si creeranno nuovi poveri? nuovi precari con ridottissime possibilità di nuova occupazione?
3) perché le persone che hanno dovuto iniziare a lavorare a 15/18 anni (ci sono ancora molti lavoratori che fino a qualche anno fa erano chiamati “precoci”) debbano ora lavorare ulteriori anni, magari per arrivare al compimento del 62°(donne)/66°(uomini) anno di età per andare in pensione;
4) non riusciamo a capire anche come la loro permanenza al lavoro possa aiutare l’inserimento dei giovani, considerato che da anni e per i prossimi anni non sono previsti sostanziali incrementi dei posti di lavoro (anche ocse comunica diminuzione occupazione); se tali lavoratori non escono dal mondo del lavoro come si creerà “nuova occupazione” stabile?;
5) non riusciamo a capire perché le persone che sono prossime alla pensione di anzianità che, se ricordiamo bene, ora prevede un massimo del 80% sul reddito medio degli ultimi 10 anni debbano versare ulteriori contributi senza 1 centesimo di ritorno (ricordando che lo fanno già per 13 mesi in attesa della cosiddetta “finestra”);
6) non riusciamo a capire perché le pensioni di anzianità che per le persone normali vogliono dire 40 anni di contributi siano un peso per la comunità: i versamenti che hanno fatto non sarebbero sufficienti per ripagare loro la pensione? e purtroppo non tutti questi vivono 30 anni da pensionati e non dovrebbe risultare un peso neppure la reversibilità che taglia già il 40%;
7) non riusciamo a capire perché ad ogni manovra si debba ricorrere alla riforma delle pensioni; quante “riforme” delle pensioni sono state fatte negli ultimi 10 anni? ma non si dice che per le pensioni l’INPS ha già abbondantemente copertura almeno fino al 2060?

Vi saremo grati se voleste/poteste darci delle spiegazioni concrete considerando che certi privilegi non appartengono alle persone comuni che, ci permettiamo di esprimere, hanno contribuito fisicamente a fare lo sviluppo dell’Italia lavorando anche nelle catene di montaggio e/o a contatto con situazioni disagiate com’erano negli anni ’70, ’80 e anche nei primi anni ’90. Non serve dire che ci sono persone che sono andate in pensione a 35 anni o che hanno ancora dei privilegi che si potrebbero/dovrebbero toccare (es. i dipendenti di qualche regione che vanno in pensione con 25/30 anni di contributi e/o maturano la pensione sull’ultimo stipendio oppure unificare la contribuzione dei commercianti/artigiani, ora al 20% e dei parlamentari, ora al 8,6% a quella dei dipendenti che versano contributi per il 33%) e/o rivedere le tassazioni ad esempio sui condoni già fatti invece di continuare a colpire ancora i lavoratori dipendenti, in particolare quelli precoci che, pare, non hanno ragione di vedersi confermati i propri diritti acquisiti.
Siamo consapevoli che la disoccupazione giovanile sia un problema ma siamo convinti che la disoccupazione “senile” (gli ultracinquantacinquenni) sia un dramma, vista anche la recessione prospettata per il 2012.-
cordiali saluti
x un gruppo di amici elettori ultra cinquantacinquenni

floriano
floriano
13 anni fa

Nota della redazione: l’articolo non è di Casini, ma è un “riceviamo e pubblichiamo” e se vuole ce lo invii e pubblicheremo anche il suo. Comunque nessuno specula sulle pensioni.

Caro Casini, ho letto il suo articolo, ma davvero mi lascia perplesso la sua impostazione. Credo che il concetto di fondo sia sicuramente corretto, ma se pensa che il sistema oggi ( detto anche da Monti ) è in equilibrio vuol dire che chi ha pagato in passato e paga tutt’ora porta risorse sufficenti a quelli che avraqnno la pensione. Che vuol dire questo ? vuol dire …cerco di spiegarglielo…. vuol dire che tutti quelli che hanno pagato ma non riscosso per la morte permettono a quelli fortunati che superano la fase critica della vita e riscono ( fortunati ) a raggiungere una età da poter avere la pensione. Se qui invece si inalza l’età vuol dire che il sistema produrrà più risorse e quindi lo Stato le porta via ai pensionati….quindi specula….capisce? SPECULA sulle pensioni…e questo è una grande vergogna….
Pensi che io sono andato in giro con i vostri foglietti durante la campagna elettorale….ho convinto almeno decine e decine di persone a votare Lei …perchè pensavo portasse vvalori che invece qui tradisce….bene….non solo non voterò mai più per Lei e per il partito di berlusconi , ma farò una campagna contro il vostro partito … e mi creda……. ne convincerò molti a non votarvi più…..perchè non ci rappresentate quei valori in cui noi crediamo…..
PS: Lei la pensione certo la prende e non a 67 anni ……ma da ogggi a 60 ….perchè ?……veramente mi vergogno di averla votata…
floriano

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
13 anni fa

QUALCUNO HA PENSATO ALL’EVENTUALITA’ CHE PARLANDO TANTO DI PENSIONI, CI SIAMO DIMENTICATI DEL LAVORO !!!
SE IL LAVORO SPARISCE E SPARIRA’ ANCORA DI PIU’ CON L’ULTIMA MAZZATA DI SUPER TASSE DEL RAGIONIER MONTI, LE PENSIONI NON CI SARANNO NEPPURE A 95 ANNI !!!
AMEN

sempre humanitas, ante omnia.



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