postato il 7 Novembre 2009 | in "Europa, Spunti di riflessione"

Il crollo del muro di Berlino

Muro di BerlinoEra il 13 agosto del 1961 quando le unità armate della Germania dell’est cominciarono ad erigere la cosiddetta “striscia della morte”. Un muro di calcestruzzo lungo 106 chilometri e alto tre metri e 60 centimetri (più altri 127 chilometri di recinzioni fortificate e filo spinato) destinato a separare per 28 anni Berlino est da Berlino ovest. Una barriera “che avrebbe diviso le famiglie in due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra est ed ovest diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella “striscia della morte”.

Nell’anno in cui il muro fu eretto erano circa 12mila gli abitanti di Berlino ovest che ogni giorno lavoravano all’Est, e 53mila quelli dell’Est che svolgevano la propria professione dall’altra parte.

La costruzione della barriera fu il momento culminante della tensione del periodo storico in cui l’Europa si trovava. Una conseguenza diretta della Guerra fredda cominciata nel 1949. Mentre la Germania dell’ovest, aiutata dagli americani, viveva il suo Wirtschaftswunder, il miracolo economico, l’Est era frenato dalle richieste dell’Unione Sovietica per riparare i danni della guerra, dalla mancanza di aiuti economici e dalla rigida struttura di pianificazione nazionale dell’economia. A partire dagli anni Cinquanta era cominciata progressivamente la fuga di milioni di persone, in particolare giovani, spesso laureati o operai qualificati, da est a ovest. Dal 1949 al 1961 furono 2,6 milioni le persone fuggite da Est a Ovest. Un “dissanguamento” che si tentò di arginare con la costruzione del muro.

Non vogliamo qui occuparci di una ricostruzione storica dettagliata del periodo, peraltro ampiamente rintracciabile in Rete. Per capire quello che questa barriera rappresentò basta dare un’occhiata ad alcune foto. Come quella storica di un soldato che scavalca il filo spinato per fuggire, approfittando di parti del muro fortificate solo provvisoriamente.

Di uomini sorpresi nel tentativo di andare dall’altra parte, arrestati e che si dimenano con tutte le proprie forze a rischio di perdere la vita. Di uomini e donne che fanno da sgabelli con i propri corpi per aiutare altri uomini a fuggire.

Si può solo immaginare la sofferenza di uomini e donne le cui vite furono d’improvviso separate da un muro di calcestruzzo. Dovettero passare anni di lacrime e sofferenze prima di Gorbaciov, della Perestroika, e di quella sera del novembre 1989 in cui qualcuno ordinò ai soldati di ritirarsi e migliaia di persone, scavalcando il muro, dopo 28 anni si riabbracciarono.

In questo novembre del 2009 la Germania e l’Europa festeggiano il ventennale dalla caduta del muro. Ed è il momento per una riflessione profonda che ci riguarda tutti, come cittadini di un mondo dove tante barriere ancora esistono.

Si organizzano manifestazioni ed eventi, che hanno come fulcro proprio la città di Berlino, dove dal 7 al 9 novembre si celebra il “Festival della libertà”.

Ma, soprattutto, si riflette sui giornali, in rete. C’è chi evidenzia come tanti tedeschi, a vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, esprimano forte insoddisfazione per come stanno andando le cose nella loro patria riunificata. C’è chi si chiede “se fosse stata possibile la caduta del Muro senza lo scioglimento dell’Unione Sovietica il mondo di oggi sarebbe migliore di quello che è?”. Ci sono i racconti di chi ha vissuto quel momento. Come quella di una madre, Inge Albrecht, che è riuscita a superare il muro eretto dalla Berlino comunista, e che racconta alla figlia la sua esperienza.

E poi ci sono le domande aperte, tante. Quelle che anche noi, qui, vogliamo porci e porre a chi legge.

Quali altri muri sono ancora da abbattere, secondo voi?

L’immagine del post proviene da “Biblioteca comuanle di Empoli“.

3 Commenti
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Fernando Miele
14 anni fa

Sono stato a Berlino nel 1996 , sono stati molto pochi otto giorni per informarmi su tutto, anche perchè, fare attensione ai giovani che accompagnavamo non era molto semplice in quanto non gli interessavo molto il passato , questo sarebbe il primo muro da abbattere, sensibilizzare la nuova generazione.
Ricordo che quando travesammo quel ponte di ferro che unisce le due Germanie , mezzo tutto bello verniciato , mezzo era rimasto ancora tutto incurato , arrugginito ed il fiume altrettando differende dalle attenzioni. Questo mi segnò dentro dantomi lo stimolo a continuare la ricerca di una politica che veramente voglia non solo abbattere i Muri ma anche vedere veramente di riportare un’equaglianza tra la popolazione.

Altro Muro da abbattere nella Politica Italiana , e spero che avvenga ,come ho e abbiamo sperato di una unificazione per una Costuituente di Centro in progetto nostro ,locale ,da oltre cinque anni, Che la Costituente di Centro possa, presentare una proposta di legge , che vieta la TRNSUMANZA degli Eletti.Questo noi lo mettemmo nel nostro regolamento dell’Assiciazione della Rosa Bianca per Cassino ed è ancora in vigore.

Perchè questo? per evitare che un paesino di 30/40 mila abitanti possa avere tre Parlamentari , in proporzione più di un città come Roma.

Fernando Miele

Demofilo
Demofilo
14 anni fa

Il prossimo muro da abbattere a mio avviso è il cinismo diffuso che si sta diffondendo nella nostra società. Una volta essa era pullulante di vita associata e ciò la rendeva estremamente ricca di vita interiore dello spirito e vitale. Oggi la vita associata sta subendo una crisi progressiva ed inarestabile: le gente nn segue più la politica ed il mondo dell’informazione ritenendoli inconcludenti ed autoreferenziali, pochi si interessano di volontariato, quel volontariato che molte volte supplisce gli ambiti dove lo stato è assente. Ogniuno pensa al suo piccolo seminato, al suo ” campanile”. Ma una società così è destinata al declino, alla fine. E’ perciò necessario “abbattere” il muro che ci separa dai nostri simili, è necessario abbattere il muro dell’egoismo. In particolar modo i cristiani sono chiamati a vivere in prima linea la loro fede con il servizio. E non c’è servizio più alto della politica.

nicolò
nicolò
14 anni fa

Con il muro di Berlino caduto il 09 Novembre 1989 finiva un sistema economico – politico che non poteva più reggere, finiva un sistema totalitario che non dava nessun tipo di libertà ai propri cittadini. Oggi in Europa nella società è presente un altro quello dell’egoismo e dell’indifferenza, oggi è una corsa al successo. Si stanno perdendo i valori etici soprattutto tra i giovani. Credo che tutti dobbiamo fermarci e ricominciare a riprendere quei valori per una convivenza migliore.



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