postato il 24 Giugno 2011 | in "Interventi, Spunti di riflessione"

Governo di unità nazionale, Berlusconi lasci o saremo travolti

Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘La Stampa’ di Antonella Rampino

Risponde rapido alle domande più semplici, «proporre ora la riforma fiscale è da irresponsabili», «l’idea di un Ppe italiano, detta da Berlusconi che ha rotto con me e cacciato Fini, è un misto di propaganda e di ipocrisia». E rilanciare la legge sulle intercettazioni, con la P4 che squaderna «tante sciocchezze, ma anche un sistema di potere che si nutre della debolezza della politica, è perlomeno sospetto».
Soprattutto, «la difesa della privacy va bene, ma di mettere il bavaglio alla libera stampa non se ne parla neanche». Poi inforca la porta di Angela Merkel. E quando il telefonino squilla ha appena fatto ciao, «ma da lontano», proprio a Silvio Berlusconi. «Esportare all’estero le beghe italiane mi fa accapponare la pelle. E poi che ci parlo a fare? Non è più tempo di convenevoli…». Però, degli incontri al margine del vertice del Ppe e del Consiglio Europeo a Bruxelles, qualcosa Pier Ferdinando Casini dice: «Si tenta di convincere l’opposizione greca di Nuova Democrazia ad appoggiare il piano di risanamento di Papandreou, senza l’unità nazionale nemmeno l’Europa può aiutare la Grecia. E’ un momento storico e drammatico, che ha qualcosa da insegnare all’Italia. Anche noi rischiamo. L’Italia sta andando a fondo perché la maggioranza c’è, ma il governo non fa nulla». E di fronte a questo, «l’importante non sono le promesse e la propaganda ma il fare, le cose concrete». Di fronte a questo «se Berlusconi resta o se ne va è poca cosa…»

Eppure lei ha posto quella precondizione per riavvicinarsi al centrodestra. E nel dibattito alla Camera è stato tra i più duri. Tanto che Berlusconi ha commentato che con lei è rottura, non c’è più niente da fare… Stavate trattando?
«No, infatti non c’era niente da rompere. Io non sono stato duro, sono stato come sempre leale. Ho detto in faccia a Berlusconi che se lui facesse un passo indietro non sarebbe un suicidio, sarebbe un atto d’intelligenza e di lungimiranza per il futuro suo e del centrodestra. E del Paese».

Berlusconi obietta che non si fa un matrimonio ponendo condizioni da funerale…
«Berlusconi è simpatico, lo sappiamo. Ma io non ho chiesto un suicidio, ho indicato la salvezza. Il suo attaccamento al governo ormai è accanimento terapeutico, vive attaccato a Scilipoti, ai «responsabili» e alla maggioranza dei 317, e non si accorge di esserne prigioniero, senza vie di fuga, paralizzato, immobile. Berlusconi è stato il principale elemento divisivo della politica italiana, per lunghi anni. Difficilmente può oggi essere lui a favorire assunzioni più ampie di responsabilità. Vede, chi semina vento raccoglie tempesta: se Berlusconi non fa un intelligente passo indietro, rischia di lasciarci come eredità una reazione che produce estremismi altrettanto sbagliati. Che non risolverebbero i problemi italiani, anche perché non è a colpi di referendum che si costruisce un’alternativa di governo».

Nega il significato politico di quei 27 milioni di no a quattro leggi del governo Berlusconi?
«Non lo nego affatto e non lo sottovaluto. E apprezzo la prudenza dei leader del Pd nell’interpretare il significato di quei voti. Hanno fatto bene. L’Italia ha bisogno di coraggio, di rimettersi in moto. Il lascito berlusconiano rischia di travolgerci tutti. Per ora gli «indignados» italiani si sono espressi al voto ma, se il sistema politico non si sveglia, gli «indignados» si riverseranno contro tutti noi. E senza che questo movimento politico possa essere utile all’Italia, perché ci siamo già abbuffati di demagogia e populismo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

E il referendum Passigli per riportare l’Italia al proporzionale? Lo sa che quel quesito non sta in piedi?
«Questa è l’obiezione di una parte, dei fan del maggioritario. Sta in piedi».

Cosa si aspetta da Berlusconi, dopo la verifica?
«Temo l’ immobilismo totale, il suo discorso in Parlamento è lo stesso dell’insediamento di tre anni, ma intanto non è stato fatto nulla».

Se ci fosse un’inversione di tendenza, lei sarebbe disposto a dare il suo sostegno?
«Io resto all’opposizione, dove sto da cinque anni, ma le poche cose giuste che ha fatto il governo le abbiamo sempre sostenute. Ma mi chiedo: sin qui Berlusconi non è stato sulla luna, è stato a Palazzo Chigi, e se non ha governato sinora, che ragione c’è che cominci nei prossimi anni? Nel frattempo, il bipolarismo è entrato in crisi e il problema non è aggiungere un giocatore, è cambiare lo schema di gioco. Per questo dico, da tempo, che all’Italia occorre mettere attorno ad un tavolo le forze responsabili del Paese a fare le scelte impopolari che i partiti non hanno il coraggio di fare. Serve un governo di unità nazionale. Serve un’assunzione di responsabilità più forte e più ampia, o l’Italia va a rotoli».

2 Commenti
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Mauro Annunziata
12 anni fa

Casini (UDC): Governo di unità nazionale, Berlusconi lasci o saremo travolti TG1 24.06

[VIDEO]–> http://youtu.be/MKZRJ5ZXuDo?hd=1

Casini (UDC): Governo di unità nazionale, Berlusconi lasci o saremo travolti TG2 24.06

[VIDEO]–> http://youtu.be/0b2W5MyjQSc?hd=1

Mauro Annunziata
12 anni fa

Casini (UDC): Governo di unità nazionale, Berlusconi lasci o saremo travolti TG3 24.06

[VIDEO]–> http://youtu.be/vcv7XS4zlI0?hd=1



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