postato il 12 Febbraio 2010 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Glaxo: a casa 550 ricercatori, si poteva evitare?

Glaxosmithkline‘Riceviamo e pubblichiamo’
di Gaspare Compagno

Il pensiero non può non andare al noto comico Cornacchione che nei suoi sketch aveva tirato fuori il tormentone “povero Silvio” perché tutti ce l’hanno con il Presidente del Consiglio.
Dopo la Fiat e Termini Imerese, dopo l’Alcoa e i due impianti che vuole chiudere, la preoccupazione se quest’anno gli investitori non rinnovano i 400 miliardi di euro di BTP e BOT che scadono, altre tegole sono in arrivo. L’ultima proviene dal ricco e operoso Nord Est.

La terra che, secondo i leghisti, non produce latte e miele, ma poco ci manca.
La terra dove l’unico problema, per i leghisti, sono gli immigrati.
La terra dove la Lega è fiera dei risultati conseguiti dai suoi prodi amministratori regionali e comunali. Talmente fiera che ha imposto il suo candidato a Berlusconi.
Risultati che sono talmente brillanti a livello economico, che la Glaxo, colosso mondiale della farmaceutica, ha deciso di chiudere il suo stabilimento di ricerca, licenziando 550 ricercatori.

Fermi tutti. Ma se abbiamo appena detto che il Nord Est è il paradiso in terra per l’economia e l’amministrazione pubblica dei bravissimi politici leghisti.
Evidentemente alla Glaxo, lo ignorano.
O forse gli amministratori non sono poi così bravi ed efficienti. Questo non si sa.
Ma si sa per certo che la Glaxo chiude, manda a casa 550 ricercatori.
Peggio ancora: per i sindacati si tratta di una prima mossa che porterà a licenziare 4000 persone, tra ricercatori (circa 2000 tagli) e lavoratori dei settori produzione e commercializzazione.
A questo si devono sommare i recenti annunci di tagli che si apprestano a varare altri colossi farmaceutici: la Pfizer e la Astra Zeneca).

Eppure, cosa strana, basta aprire un quotidiano o fare un giro per i siti internet e si vedono molte offerte di lavoro nel campo farmaceutico. Come si spiega? L’arcano è presto rivelato: le posizioni più richieste sono quelle di Informatori Scientifici del Farmaco, posizione per la quale le aziende hanno la possibilità di scegliere tra molti giovani laureati in medicina, biologia, chimica, farmaceutica, in modo che, avendo a disposizione un elevato numero di giovani laureati, possono metterli in concorrenza tra di loro per abbassare i costi del lavoro. Non solo, ma ormai questi giovani vengono assunti non come dipendenti, ma spessissimo con contratto ENASARCO (agente di commercio), venendo pagati a provvigione. Gli stessi vecchi informatori scientifici del farmaco che hanno contratti da dipendenti stanno venendo invitati a licenziarsi e a farsi riassumere come agente di commercio con partita IVA, in modo che per l’azienda i costi diminuiscono e, siccome sono liberi professionisti, in caso di bisogno non devono neanche licenziarli, ma ritirare il contratto di agenzia.

Ma torniamo alla Glaxo. L’azienda sostiene che la chiusura non è solo in Italia: verissimo chiuderanno un centro negli USA e 5 in Europa.
Non si capisce perché, però, debbano chiudere un centro che la Glaxo stessa ha definito come un polo di eccellenza.

Ma secondo Crespi, tutta la ricerca verrà trasferita in Cina, dove due anni fa il governo cinese ha siglato con la Glaxo, un accordo per l’apertura di un centro di ricerca nell’ambito delle neuroscienze, con il quale le autorità cinesi hanno fornito terreni, impianti e ricercatori a costi praticamente nulli.

Le reazioni sindacali sono preoccupate, ovviamente. E i politici? Anche loro, dal sindaco leghista Tosi al Presidente delle Provincia veronese Miozzi, sono preoccupati e vogliono contattare l’azienda.
Francamente mi sorge un quesito: possibile che nessuno di questi attivissimi politici si è accorto che l’azienda aveva problemi, o si è posto il dilemma di come migliorare il rapporto con la Glaxo?
Forse bastava leggere un giornale, visto che una prima notizia era già apparsa a dicembre 2008 , quando fu annunciato che 100 ricercatori della Glaxo a Verona, rischiavano il posto.

Forse non si sarebbe arrivati a questo punto se il leghista Tosi si fosse preoccupato meno di cacciare gli immigrati, e più delle questioni economiche e lavorative dei suoi concittadini.
Voi direte che Tosi e il candidato leghista non potevano prevedere ciò. Mah, forse bastava leggere un giornale. Mi fa specie, infine, che il candidato leghista alla presidenza della regione Veneto taccia. Cosa pensa di questa situazione? Cosa vuole fare? 

15 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
thanos
thanos
14 anni fa

e poi che accadrà??? faranno qualche meeting all’ultimo minuto?
ma perchè non ci pensano per tempo?
siamo governati da della gente irresponsabile.
E i sindacati e la sinistra che fanno???
Parlano parlano…e poi siamo noi a perdere il lavoro è tutto uno schifo

NaPa
14 anni fa

Dunque…quell’azienda non chiude, sposta alcuni uffici verso Cina e India.
Delocalizza, va dove i ricercatori costano meno, non sono inferiori, non si pagano così tante tasse, e non c’è un controllo sulla ricerca come in Italia.
E non c’è nemmeno il vaticano a rompere. E non è poco.

Fate due pensieri. Perchè dovrebbero stare qui? E lo stato cosa deve fare, costringere le aziende a evitare posti più fruttuosi per le sue tasche? Lo stato, non il governo attuale, andiamo sul generico.

gaspare
14 anni fa

il problema è che per il centrodestra si preferisce governare con i proclami. Diciamo che, ad una filosofia del fare, loro hanno sostituito una filosofia pubblicitaria: anceh se qualcosa va male, secondo lor, basta infiochettarla e va tutto bene.

Hathor
Hathor
14 anni fa

Mi affligge vedere la cecità e l’immobilità di questo governo su questioni così urgenti. L’opposizione dovrebbe darsi da fare e spronarlo ad azioni decise. Siamo stanchi di aspettare!

gaspare
14 anni fa

caro Napa, scusa, ma ti sbagli: i centri li chiudono qui, ma li aprono in Serbia (vedi Fiat) o anche negli USA.
Caro NaPa sto lavorando ad un altro articolo (credimi mi documento):
il centor di Nerviano (Lombardia) chiude, seguita dalla Merck Shampe & Dome che chiudono il loro centro a Pomezia. Restiamo sul famaceutico (ma potrei dirti nella Nestlè che chiude il centro a Parma, l’Alcatel, o la Keller, o l’Italtel).
L’occupazione nel settore farmaceutico ha perso in italia il 7% negli ultimi due anni a fronte di un calo del 2,9% nel resto d’europa.
E la chiusura di impianti non è dovuta solo al costo del lavoro, una scusa che non regge più in settori dove è sempre maggiore la presenza di macchinari, più che di lavoratori poco qualificati. Lo stesso settore tessile ormai è influenzato poco dal costo della mano d’opera.
Guna SPA chiede di recepir ela direttiva europea in campo farmaceutico che da tre anni è in attesa di essere recepita.
Gli altri paesi intervengono e favoriscono le imprese, da noi siamo fermi.
E questo non è lo Stato generico, ma questo governo.
I dati parlano chiaro. Negli ultimi 3 anni c’è stato un peggioramento. E manca una strategia economica.
Sta di fatto che alcune aziende chiudono in Italia, ma aprono negli USA, dove gl istipendi non certo quelli cinesi.
E allora?? E allora il governo dovrebbe avere una strategia e non invocare tavoli di concertazione quando già le decisioni sono state prese, come ha fatto ora sacconi con la Glaxo.

nicolò
nicolò
14 anni fa

Ogni giorno ci troviamo ad affrontare situazioni dove le multinazionali con la motivazione della crisi economica vogliono chiudere aziende nei paesi occidentali per poi trasferirli in stati dove gli stipendi sono più bassi e c’è un maggior profitto. E’ una situazione difficile da contrastare ma bisogna fermare questa emorragia di perdite di posti di lavoro perchè dietro ci sono famiglie che hanno mutui e altri problemi da affrontare ogni giorno.

gaspare
14 anni fa

intanto il governo continua a non fare niente, se non generiche prese di impegno. dobbiamo darci una mossa.

ANTONY
ANTONY
14 anni fa

Onorevole,
Mi fa piacere che anche Lei si sta occupando della situazione Glaxo Noto con vero entusiasmo che nel Suo intervento cita anche Pfizer e AstraZeneca .Pero’ mi consenta non si puo’ affrontare una problematica multifattoriale a meta’ strada Se a oggi il settore farmaceutico ha espulso circa 12000 informatori scientifici lo ha fatto strumentalizzando principalmwnte la legge 30 con finte cessioni di ramo . Grazie a questo meccanismo perverso oggi ci sono aziende create ad hoc che purtroppo accedono agli ammortizzatori sociali Veda il caso X pharma .Onorevole faccia luce .Ci sono 19000 famiglie che vivono con la spada di damocle nel fianco .

Giuliano
Giuliano
14 anni fa

Caro NaPa, sarò meno elegante e diplomatico di Gaspare; perchè se ancora ci si sente offesi e indignati contro chi attacca la parte politica per cui si simpatizza, significa che i pochi neuroni che ci sono rimasti hanno deciso di abbandonarci ed espatriare. Le manifestazioni di una classe politica corrotta, oligarchica e ridotta a marketing oramai è sotto gli occhi di tutti ( a meno che non si sia ciechi come talpe ). “Nell’anno più crudele della crisi, con il Pil crollato del 6%, la produzione industriale del 20%, l’export del 30%, da noi si è discusso soltanto di escort, esami di dialetto, vessilli regionali e ronde. All’estero guardano la terra di Pulcinella e ridono.”( da: LA BOLLA – Curzio Maltese). I provedimenti politici di questo governo sono diretti ad emanare leggi che trasformino l’illegale in legale per dare l’immunità alle caste; il legittimo impedimento – l’immunità parlamentare – il condono fiscale -; viene completamente trascurato un aspetto fondamentale per uno stato civile di diritto: IL BENE COMUNE!!! Forse perchè, come scrive Ilvo Diamanti nel ” Sillabario dei tempi tristi” ..chi lo predica è ritenuto un debole. Vizio imperdonabile al tempo dei “cattivi” degli intolleranti, degli sceriffi, delle ronde, dei giustizieri. Si continua mestamente a constatare che la madre degli imbecilli è sempre incinta.

gaspare
14 anni fa

Antony, ti ringrazio per i complimenti.
E mi rendo conto che l’articolo è un pò incompleto.
Sto raccogliendo materiale per dare una visione di insieme sul settore.
Se hai materiale o link da suggerire li consulterò volentieri.
Come ho detto nell’articolo, ormai quasi tutti i ricercatori scientifici del farmaco vengono assunti come agenti di commercio.
Io stesso conosco una mia amica che era prima dipendente, poi l’hanno licenziata per riassumerla con contratto enasarco, in modo da pagarla a provvigione, pur pretendendo che lei lavori con orari da dipendente.

catavi49
catavi49
14 anni fa

Grande tristezza….. cosa faranno questi bravi ricercatori? possibile che non se ne parli,se non tra licenziati, disoccupati e persone che stanno perdendo le speranze ? quali sono le proposte per cambiare? o almeno per incoraggiare?non possiamo più sentire il nostro primo ministro che sostiene che non esiste crisi o peggio, che non si deve essere pessimisti.
Perchè le multinazionali stanno andando via? forse bisognerebbe cominciare e dare risposte…

max
max
14 anni fa

catavi, il fatto è che noi italiani siamo stupidi (stavo per dire altro, ma poi non mi approvano il commento).
Quando mai berlusconi ha fatto i nostri interessi?
E noi l ovotiamo… e allora stiamoci zitti..
perchè se lo votiamo siamo colpevoli.
e se non votiamo lo siamo pure.

gaspare
14 anni fa

e allora, max, votiamo, ma non per berlusconi.
votiamo contro berlusconi.
perchè hai ragione: se non votiamo siamo stupidi e non possiamo più lamentarci

trackback
13 anni fa

[…] di lavoro vengano spostati all’estero, come stanno facendo molte altre aziende (ad esempio la Glaxo o la Bialetti giusto per citarne un paio, ma potrei ricordarne tante altre). Di questo se ne sono […]

trackback
13 anni fa

[…] di lavoro vengano spostati all’estero, come stanno facendo molte altre aziende (ad esempio la Glaxo o la Bialetti giusto per citarne un paio, ma potrei ricordarne tante altre). Di questo se ne sono […]



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram