Finanziaria, la protesta dei sindaci
La Finanziaria ha portato in piazza a Roma circa quattrocento sindaci italiani, che si sono dati appuntamento a Montecitorio a margine dell’assemblea dell’Anci per protestare contro i tagli contenuti nella manovra. I sindaci chiedono la modifica del Patto di stabilità, l’abolizione delle sanzioni per chi lo ha sforato, la restituzione integrale dell’Ici. Denunciano l’attribuzione di nuove competenze senza idonee coperture di spesa, la persistente indisponibilità delle risorse stanziate con il FAS.
Il presidente dell’Anci Chiamparino ha anche chiesto che l’emendamento in finanziaria che prevede una riduzione del 20% di consiglieri comunali, di un quarto degli assessori e l’abolizione delle circoscrizioni, sia stralciato dalla finanziaria e discusso all’interno della Carta delle autonomie, oppure che sia rinviata la discussione al 2011. Secondo i sindaci sul piano finanziario la riduzione così com’è non si giustifica, ed essendo l’emendamento di natura ordinamentale, è «in larga parte incostituzionale».
Da Nord a Sud. In Lombardia i comuni sono al collasso, sostiene il presidente dell’Anci regionale Attilio Fontana, che denuncia: “Sapendo che i Comuni forniscono servizi ai cittadini e hanno conti in ordine si dovrebbe tagliare la’ dove spesa pubblica e deficit debordano”.
Molti i primi cittadini del Mezzogiorno, che hanno denunciato la situazione critica nella quale versano numerosi comuni: nel caso del Comune di Foggia, ad esempio, si e’ ancora in attesa del trasferimento di 12 milioni di euro dovuti dallo Stato per compensare l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, come ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Raffaele Piemontese. Risorse che rappresentavano la fonte primaria dell’autonomia finanziaria.
In piazza anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha sottolineato come se i Comuni hanno difficolta’ diventa complicato rispondere alle esigenze dei cittadini e come il taglio dei consiglieri non sia stato concordato con i comuni.
Anche l’Udc oggi è scesa in piazza al fianco dei sindaci “contro un Governo che si dichiara federalista, ma di fatto non lo dimostra”, come ha dichiarato il portavoce Antonio De Poli, “contro un governo che si accanisce contro l’istituzione più vicina al cittadino, e che lascia da soli i comuni senza sostenerli con provvedimenti concreti. Vorrei che i membri della maggioranza che fanno orecchie da mercante di fronte alle richieste dei sindaci – ha dichiarato De Poli – si ritrovassero a spiegare ai cittadini come mai i loro comuni non possono piu’ offrire certi servizi essenziali”.
risolvere i problemi dei singoli comuni italiani potrebbe significare molte cose. permettere una spesa pubblica minima per singolo municipio, che si moltiplica per i più di 8000 che sono, sarebbe una grande mano per le piccole imprese locali. bisogna rilanciare l’economia anche dal basso.
Non capisco, si taglia i fondi ai comuni per ridarli a Roma e al Ponte di Messina? Ma… la Lega non voleva il federalismo? Cos’è successo? Sento odore di debiti che il nostro Premier deve saldare…
Ha detto bene L’ON De Poli, dicendo che un governo che si dichiara federalista, dovrebbe stare più vicino ai comuni, rispetto che a tutto il resto, ma la manovra che è presente nella finanziaria, va in direzione tutta opposta. Togliendo l’ici è vero che il cittadino è più contento, dato che si è levato una bella tassa, ma peccato che l’ici serve per mandare avanti i comuni, che altrimenti non hanno i contributi necessari per i servizi, anche necessari per il cittadino. Il governo doveva coprire ciò??? A ME PARE che ancora in molti comuni, siamo molto lontani.
Mi piacerebbe avere la trasparenza su tutti i soldi che girano a livello politico.
Quanti soldi abbiamo? Come e quando entrano? A chi vanno?
Ci vorrebbe un sito internet con tutti i movimenti delle spese dal ministero del Tesoro agli enti locali