postato il 10 Marzo 2010 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Fenomenologia dello Spirito Verde

Piazza-del-Monumento-alla-Battaglia

‘Riceviamo e pubblichiamo’ di Jakob Panzeri

Il mio intento è quello di sviluppare un’analisi reale, razionale e oggettiva del fenomenologia leghista ed essere un osservatore ed uno sperimentare attento.

Cercherò di farlo da un punto di vista oggettivo ed imparziale,  a volte anche scomodo e anti-conformista, cercando di analizzare il fenomeno lega nella sua azione individuale e sociale e scomponendone le passioni. Quest’analisi può anche non essere accettata, criticata o rigettata.

E’ solo un analisi che un ragazzo diciottenne, evocando dalla peste di Berlino del 1831 uno dei suoi filosofi preferiti e promettendo di seguirne l’analisi dialettica, cercherà di condurre. Vediamo dunque da cosa si manifesta lo spirito leghista, cioè l’idea in sé: il movimento Lega Nord suole far risalire le sue origine al 1176, quando il condottiero Alberto da Gluxano, per molti un personaggio dai contorni leggendari anche se attestato nel Chronica Mediolanses di Fra Galvano Fiamma, sconfisse l’esercito imperiale di Federico I nella battaglia di Legnano salvando le franchigie e le libertà comunali dall’influsso del Sacro Romano Impero di Germania. Inoltre la Lega suole rifarsi a Carlo Cattaneo, patriota e filosofo italiano che insieme a Roberto Ardigò costituisce il nucleo del positivismo italiano; egli prese parte alle cinque giornate di Milano contro gli austriaci e ideò il primo embrione del concetto di “federalismo”. 

Tuttavia la Lega attuale, pur rifacendosi nei simboli (il carroccio e il guerriero) o nelle tematiche (la devolution) è alquanto differente dall’essere un’organizzazione comunale duecentesca o una corrente filosofia della Belle Epoque. La Lega Nord nasce nel 1989 e curiosamente nasce come confederazioni di movimenti: riunisce infatti la Lega per l’indipendenza della Padania, la Liga Veneta, il Piedmont autonomiste, l’Union Ligure, la lega Emiliana Romagnola e Alleanza Toscana. Di  questa confederazione viene eletta come presidente una donna, Marilena Marin, della Liga Veneta, mentre inizia a farsi notare e riesce a farsi eleggere segretario  il varesino Umberto Bossi.

Se dapprincipio sembra più uno scherzo, i principali partiti si accorgono subito che le leghe stanno prendendo piede e chiedono indipendenza per le loro regioni, tanto che Bettino Craxi , riunendo il partito socialista a Pontida il 3 marzo 1990, offrirà per evitare una maxi secessione del centro-nord una riforma federalista dell’Italia, progetto rifiutato. Due profonde anime si celano nella nascente confederazione che nel 1991 si unirà nella Lega Nord e troverà il suo fondatore e leader in Bossi:  un’anima fortemente popolare, movimentista, azionista e secessionista che troverò il suo apice nella campagne delle camicie verdi e negli scontri di Via Bellerio il 18 settembre 1996, dopo la dichiarazione formale di indipendenza dal suolo patrio e gli scontri con gli agenti di polizia, e un’anima istituzionale e riformista che non pretende lotte e sedizioni ma riforme in ambito di sussidiarietà sociale e assistenza regionale, persone come la nota Irene Pivetti e  il professor Miglio. Due anime che a periodi alterni condizioneranno il partito e lo porteranno a sbocchi diversi.

Oggi l’ipotesi della secessione non è più considerata attuabile: vero, la Padania ha partecipato ed è peraltro campione in carica dei Mondiali delle nazioni non riconosciute e riecheggia nel nome della sua emittente radio la Padania Libera, tuttavia è conscia che questa pretesa è irrealizzabile e nemmeno pensabile. Il programma secessionista subì le prime battute d’arresto nel 1997: la Lega Nord si espresse a favore della modifica del V Titolo della Parte II della Costituzione, incentivando il principio di sussidiarietà e di regionalismo e affermando di accontentarsi di queste riforme, in attesa di tempo migliori per l’attuazione del federalismo. Molti furono i dissensi, in particolare dalle camicie verdi e dagli azionisti più accesi che si sentirono traditi: il più importante, Max Ferrari, direttore di Tele Padania, si staccò dal movimento fondando il Fronte Indipendentista Padano.

Oggi quel giorno è arrivato, la Lega Nord ha attuato la sua riforma federalista, e anche oggi si può notare che le due anime della Lega sono sempre vive : da un lato la lega contro i “terruni”, l’idea“rimbalza il clandestino”, le frasi “i napoletani puzzano”, la lega che distribuisce etichette “Italia fuori dai coglioni!”; dall’altra parte una lega istituzionale e moderata che trova il suo apice in Roberto Maroni, che Roberto Saviano, il celebre autore di “Gomorra”  e “La Bellezza all’Inferno” ha definito “uno dei migliori ministri dell’Interno nella lotta anti-mafia e continuatore della tradizione della destra antimafia in cui Paolo Borsellino si riconosceva”. Secondo me sbagliamo tutte le volte che stigmatizziamo il movimento leghista come rozzo, deprecabile, violento, ignorante, razzista, espressione della feccia e anti-italiano.

Sbagliamo ogni volta che seguiamo queste etichette. Primo, perché non bisognerebbe mai giudicare apponendo etichette, in secondo luogo perché per creare la giusta alternativa occorre prima capire come mai la gente voti Lega e perché. Sapete perché la gente lombarda e veneta vota per la Lega? Perché sono ignoranti, populisti e non vogliono “Roma ladrona?” Assolutamente no. Il lombardo vota la Lega perché vede gli imprenditori squali assumere solo clandestini per pagarli quattro soldi,  sfruttandoli indecorosamente e alimentando il lavoro nero. Il veneto vota la Lega perché considera le parole del centro-destra solo un sacco di belle promesse e depreca il centro-sinistra in quanto non sa fare altro che accusare la destra senza mai proporre nulla! Un vuoto abissale che vive solo di anti! Il Pd al Nord è una realtà pressoché sconosciuta . Il lombardo sente la Lega con il suo linguaggio semplice, anche folkrolico, tradizionale, legato alla pancia e ai problemi materiali e sociali, e la vota! E se qualcuno vuole essere l’alternativa alla Lega deve sviluppare queste tematiche, problemi sentiti al nord che la Lega ha compreso ma per cui  forse offre risposte non adeguate; risposte che vanno cercate e formulate magari dalla futura classe dirigente del Partito della Nazione.

Non stigmatizziamo la Lega, non deprechiamola, consideriamola un partito con tutti i suoi diritti del caso e confrontiamoci passo passo sulle tematiche che essi hanno centrato e che hanno bisogno di nuovo risposte! Sviluppiamo nuove politiche immigratorie, con la consapevolezza che è il multiculturalismo è fallito e questo fenomeno si sta rendendo sempre più manifestando nel nord Europa, che su questo modello ha incentrato tutte le sue politiche, e in Inghilterra, dove non è mai stata possibile un’integrazione e il modello londinese non ha portato altro che ha sviluppare città nelle città, quartieri nei quartieri, il cinese, il pakistano, l’indiano, senza nessun collante e idealismo fra loro! Il politologo di fama internazionale Giovanni Sartori, di orientamento centro-sinistra e teorizzatore e oppositore della destra xenofoba, si è reso comunque conto che il multiculturalismo è un fallimento e lo ha definito un’anarchia di valori e di identità che non può far altro che portare allo scontro e allo scontro reciproco fra le parti! Di questo, il paese dei tulipani è l’esempio più evidente! Da una parte xenofobia e sedizioni, dall’altra parte lo stesso, come si manifestò per le violenze ai disegnatori di alcune vignette e all’omicidio del regista Theo Van Gogh.

Secondo me sbagliamo anche quando definiamo la lega-anticattolica. Si potrà obiettare che essa tiene un comportamento strumentale con la Chiesa, pronta a spezzarlo ogni qual volta gli è utile e a ricomporlo per lo stesso motivo. Ma scusate, così in realtà hanno fatto quasi tutti i politici della storia! Pensiamo a Costantino il Grande, ricordato come grande imperatore e santo! Ebbene, lui che fu autore nel 313 dell’editto omonimo, non si convertì mai al cristianesimo se non in punto di morte; l’aspetto che gli premeva di più era quello di partecipare ai concili ecclesiali e di poter influire con la sua autorità: si tratta di cesaropapismo, l’influenza dello stato sulla Chiesa. Pensiamo a Luigi XIV e ai suoi accordi e scontri con la chiesa gallicana e romana. In tutta la storia dell’umanità sono esistiti ed esistono tre tipi di uomini: molti gli atei e gli agnostici, che non reputano la teologia e le dottrine religiose come veritiere o necessarie all’uomo; i più, la gran maggioranza, che pur professandosi fedele si riduce a vivere la fede della domenica e la vive come un moralismo, come un sentimentalismo o come un rapporto strumentale; infine i pochissimi, coloro che vivono la loro fede integralmente riconoscendo l’incontro con una Persona, un fatto, una radice cristologica presente ancora qua con noi, hic et nunc,-  lui è qui- come nella celebre espressione di Charles Peguy e che si atteggiano nella loro vita a un vero credo e al rispetto del Magistero.

Non mi sentirei dunque di puntare il dito contro la lega per questo, visto che il 70% dei cattolici avrebbe un rapporto non autentico con fede, nonché personaggi come Costantino e Luigi XIV che tanto hanno fatto per l’affermazione del cristianesimo. Io so invece che la Lega, all’indomani del caso Lautsi e della decisione della corte europea di Strasburgo contro i diritti dell’uomo sul Crocifisso, è stata la prima a impuntare i piedi! La prima a protestare e a iniziare una raccolta firma in favore del crocifisso, che anche io ho firmato. Poi sono intervenuti l’Udc e il PdL mentre il Pd, come al solito squassato da litigi interni e diviso fra laicità e laicismo in fin fine non riusciva altro che a dire: “ mah… un po’ di buon senso… può starci”.

La  verità è che ci siamo fatti bagnare il naso, l’unione dei democratici cattolici e di centro avrebbe dovuto proporre per prima questa raccolta firme e battersi per il crocifisso.  Solo così si può costruire un’alternativa che oggi non è percepita dalla gente: stando vicino alla gente, ai loro problemi tanto carnali e materiali ma fondamentali per la vita di un individuo (ricordava Feuerbach, l’uomo è che ciò che mangia) e nel contempo non dimenticando mai i nostri ideali e manifestando a voci alta i diritti non negoziabili e le nostre radici che affiorano dalla Classicità e dal  Cristianesimo! Così nascerà l’alternativa! Non insozzando o irridendo il forklore dell’altro (anche la Lega merita rispetto) , ma cercando di capire perché viene seguito, quali tematiche sviluppa per la gente, ma trovando, e qui sta la differenza, delle risposte migliori.

Al momento questa alternativa non c’è, ma si dovrà costruire, sarà il nostro futuro. E devo dire, faccio i miei migliori auguri ai Giovani Udc del Veneto, di cui ho visto un recente video su youtube davvero commovente e un contributo straordinario: la marcia dei liberi e forti di don Luigi Sturzo, un cammino coraggioso e sulle orme della Verità e della buona politica! Alcuni di loro li conosco bene, in particolare Marco Chinaglia, a cui faccio i miei migliori auguri di essere eletto nella circoscrizione di Rovigo consigliere regionale. Questo è il cammino: i liberi e forti! Giovani moderati che proseguano per questo cammino.

Questi sono il futuro che noi tutti sogniamo. Io personalmente ho in sogno, anzi, più che un sogno un’utopia, so che un’idea risibile e irrealizzabile, ma io ve lo voglio dire lo stesso: io sogno un giorno in cui non per forza una proposta debba essere criticata solo perché viene dall’altro, da un altro partito, da un’altra corrente, da un’altra persona. Un giorno in cui non si vedrà più un nemico nell’avversario politico ma insieme si ragionerà per risolvere i problemi autentici. Sogno una specie di grande pentapartito, come nei tempi che furono, un pentapartito retto da un’anima illuminata del PdL, il mio veltro! “Questi non ciberà terra né peltro,/ma sapïenza, amore e virtute,/e sua nazione sarà tra feltro e feltro.” (Dante, Inferno, I, 102-105)   che si imporrà al PdL nelle future primarie e indicherà una svolta moderata, innovativa e saldamente cattolica il cui centro promotore e principale alleato sarà il futuro grande Partito della Nazione. Ma in questo grande progetto avranno spazio anche gli animi più  moderati di Lega e Pd.

Alla Lega posso solo augurare di abbandonare o mitigare determinate logiche  e l’eccessività del comportamento, creando un gruppo legato e amante del proprio territorio ma rispettoso anche degli altri, di quanti ad esempio abbandonano la loro realtà per venire in Italia a lavorare regolarmente. Al Pd posso solo augurare di riuscire a proporre qualcosa e di non vivere solo in una logica di antinomie che ha prodotto il suo crollo in tutto il Nord  e che ha portato all’abbandono dei cattolici. Moderazione, virtù, giustizia allora regneranno e all’apposizione starà soltanto chi non accetterà la moderazione e un cammino comune per l’Italia: tutti gli estremisti: siano essi rossi, neri, viola o verdi. So che questo mio progetto è utopico, e che probabilmente il mio Arrigo VII di Lussemburgo non troverà i giusti consensi, che i guelfi e i ghibellini continueranno a scannarsi fra loro in lotte fratricide come la battaglia della Lastra e so,  come il sogno politico di Dante, anche il mio si infrangerà nelle schegge dell’antinomia, della lotta, della diversità. Ma su, giovanile partito della nazione, muovi i primi passi e levati in volo!

2 Commenti
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Virgilio
Virgilio
14 anni fa

Mi unisco a questo giovanile sogno moderato. Mi sembra che i tempi siano maturi il sogno può e deve diventare realtà.Ringrazio per l’analisi reale della fenomenologia leghista che ho trovato estremante interessante; credo vada riconosciuto all’unione di centro la forza di aver messo in luce e criticato i comportamenti più estremisti del carroccio e certi strumentalismi facili agli applausi ma poco utili alla realtà dei fatti, questo è un merito innegabile che sottolinea ancora una volta che le basi moderate e moderatrici del Paese sono qui e di qui ci leveremo in volo.

stefano.magistrali
stefano.magistrali
14 anni fa

L’essere moderati e’ un valore,spesso viene associato ad una “debolezza” di principi o ad idee non definite dalle regole di qeusto gioco a 2 .
Il punto e’ che tra ghelfi e ghibellini noi scegliamo la democrazia sana, ispirata dai valori cattolici e da quel sospiro che un crocifisso di fronte agli occhi ci fa emanare.



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