postato il 1 Marzo 2012 | in "Cultura, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Da Bologna per Lucio…

“Riceviamo e pubblichiamo” di Anna Giunchi

A Bologna si è aperto il cuore. Si è spezzato in tanti pezzi, e dai portici della città traspare un’aria di malinconia. Lucio Dalla, la cui data di nascita è stata probabilmente la più cantata dalle generazioni, mancherà a tutti. Già, il vuoto che ha lasciato, si sente.
Un artista straordinariamente umano, semplice e molto riservato per quanto riguarda la propria vita privata: amava rifugiarsi nella propria città e, del resto, lui stesso cantava il desiderio, dopo i suoi tour, di rifugiarsi ancora sui colli, per poter vedere, da lassù, il temporale. Quando, dall’autostrada, vedeva avvicinarsi San Luca, si sentiva protetto. Lucio era anche molto credente.
Dalle sue canzoni, vere e proprie poesie, Lucio faceva capire molto di quello che era: un viaggiatore o meglio, un marinaio che non sapeva dove andare e si interrogava sulla profondità del mare dove, del resto, era nato. Ma era anche un cittadino bolognese profondamente legato alla sua città, al punto da essere fedele tifoso della squadra locale: non era infrequente, infatti, incontrarlo allo Stadio o nei bar del centro.
Lucio amava Bologna. Avrebbe voluto morire in Piazza Grande: attraverso le sue canzoni, invece, ha reso immortale una città. Ciao, Lucio, la Terra è finita. Ora comincia il Cielo.



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