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Piena condivisione con le argomentazioni esposte nell’ intervista, ma per quanto riguarda le posizioni dei vari partiti sulla riforma elettorale dalla periferia non si riesce a capire cosa realmente vogliano fare. Il PDL, insieme al vecchio(?) alleato ha approvato a maggioranza il semipresidenzialismo, riforma costituzionale che avendo l’ appoggio solo di metà del Parlamento non ha alcuna possibilità di passare in questa legislatura, e si dice favorevole alla reintroduzione delle preferenze adombrando quasi una contropartita per l’approvazione del semipresidenzialismo. Il PD, si è incaponito sui collegi uninominali, dove il candidato lo sceglie il partito, dichiarando però che devono essere i cittadini a scegliere il parlamentare ma allo stesso tempo pone al bando le preferenze perchè portatrici di clientelismo e voto di scambio. Come si spiega allora che nelle amministrative comunale e regionali, dove sia il voto di scambio che il clientelismo sono molto più probabili, invece le preferenze vanno bene? Con i collegi uninominali come fa il cittadino a scegliere, se le primarie non sono istituzionalizzate ma vengono tenute nel modo arraffazzonato che conosciamo? Viene allora da chiedersi se effettivamente queste forze politiche la vogliano davvero la riforma elettorale come auspicato dai cittadini, dal Capo dello Stato e dal Presidente del Consiglio. Sarebbe bene che l’ UDC a questo punto sia ancora più pesante nello spiegare che è ora di smetterla di giocare sulla pelle degli italiani. Sia la confindustria, sia il FMI hanno dichiarato che oltre 200 punti di spread dei titoli italiani non dipendono dall’ economia reale e quindi se ne deve dedurre che dipendono dalla sfiducia che gli investitori internazionali hanno sulla classe dirigente che nel 2013 andrà al governo. Come dargli torto? Berlusconi minaccia di ridescendere in campo alleato con la Lega antieuropeista e fautrice del Marengo, IL PD non riesce a staccarsi dalla sinistra radicale e da Di Pietro, con il rischio di rivedere al governo nel caso dovesse vincere quella coalizione, ministri no-tav, no-autostrade, no-rigassificatori che scendono in piazza contro se stessi. Come farebbe un CDX Berlusconi- Lega dipendente a mantenere la linea Monti quando questa viene avversata ferocemente dalla Lega e accettata obtorto collo dal PDL? Come farebbe allo stesso modo un CSX a proseguire sull’ attuale strada, apprezzata in Europa e nel mondo, se dovesse avere nel governo la sinistra radicale e l’ IDV anche loro accaniti oppositori di Monti? Io credo che si dovrebbe invece prospettare la formazione di un movimento di salute nazionale che si dichiari pronto a seguire la linea attuale di rigore ma anche di sviluppo, e presentarsi alle elezioni chiedendo il consenso dei cittadini. Poi sarà quello che loro vorranno, giusto o sbagliato che sia, perchè in democrazia funziona così, ma è doveroso dare agli Italiani un’ alternativa reale al ritorno al governo di un CDX e di un CSX già visti, che hanno fallito in maniera clamorosa e che hanno tutti i presupposti per fallire di nuovo. Cittadino.