Coronavirus: «È la terza guerra mondiale. La vinceremo»
«Come ai tempi del terrorismo gli interventi eccezionali sono del tutto giustificati»
L’intervista di Antonella Coppari pubblicata sul Resto del Carlino
Per descrivere il momento e indicare con quale animo si debba affrontare, Pier Ferdinando Casini ricorre a una frase del leader assurto a emblema della miglior Dc: Aldo Moro. «Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma, cari amici, non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato, con tutte le sue difficoltà».
Moro allude a periodi complicati, in cui vanno prese decisioni dolorose. Presidente Casini, ha mai vissuto una prova così drammatica?
«Questa è un’autentica terza guerra mondiale, anche se non ci sono i bombardamenti e ci è richiesto solo di stare in casa. Nulla di paragonabile al terrorismo: dopo l’11 settembre ci hanno chiesto di fare qualche piccolo sacrificio, come levare le scarpe agli aeroporti. Ora ci chiedono di cambiare radicalmente abitudini».
In queste ore, c’è chi invoca una forma larvata di dittatura e chi critica interventi sempre più restrittivi.
«Le misure restrittive non sono solo giustificate da un’epidemia di questo tipo ma devono essere prese, e una classe politica che si fa intimidire dalla rivolta nelle carceri dall’anarchia di comportamento della gente è una classe dirigente che merita di andare a casa».
Pene esemplari servirebbero da deterrente?
«O con le buone o con le cattive le misure vanno seguite. Io rifiuto l’idea di amnistie o sconti premiali per i carcerati che sono saliti sui tetti o hanno devastato le prigioni. Sarebbe un segnale opposto di quello che si vuole mandare al Paese». Bisogna dire che la produzione a getto continuo di norme ha generato confusione. «Le norme sono state adeguate in corso d’opera perché non si riesce a identificare bene il nemico in questa guerra. Purtroppo, nessuno ha fatto un corso per governare situazioni del genere».
All’epoca del rapimento di Moro ci fu una reazione bipartisan che permise di sconfiggere il terrorismo. Come valuta l’atteggiamento dell’opposizione che chiede misure più stringenti?
«Al netto dei distinguo che si vedono, credo che tutti stiano facendo la propria parte: anche l’opposizione sta dimostrando responsabilità».
Quanti miliardi sono necessari per far fronte all’emergenza economica?
«Come per ogni guerra che si rispetti, i conti si fanno alla fine. È chiaro che serviranno più di otto miliardi, però ora combattiamo, poi faremo tutte le valutazioni necessarie. Tutto ciò di cui abbiamo parlato finora, dallo slittamento delle elezioni regionali fino al dopo Conte, sono sciocchezze».
Le frontiere non fermano il virus: non pensa che l’Europa sia la grande assente di questa guerra?
«Certo. Avrebbe un senso maggiore condurre questa battaglia a livello europeo. Mi auguro che da questa vicenda l’Europa esca con la consapevolezza che deve esistere».