La sicurezza è un tema molto delicato: meno apprendisti stregoni ci sono, meglio è. Devono essere carabinieri e polizia a difenderci, non le ronde, o potrebbero fare danni. Non si possono togliere finanziamenti alle forse dell’ordine e dare agevolazioni alla ronde. E’ un messaggio devastante, una idea malsana.
Il Presidente della Camera Fini ha ragione a dire che sulle spalle dei rifugiati non si puo’ fare la campagna elettorale. E’ un’operazione cinica e inaccettabile. Peraltro abbiamo un ministro che dovrebbe ricordarsi dei suoi obblighi istituzionali: La Russa non è al Bagaglino della politica, è ministro della Difesa della Repubblica italiana. Dichiarare guerra all’Onu è una sciocchezza e mi augurerei che il presidente del Consiglio si dissociasse da affermazioni così avventate: si può anche non essere d’accordo nel merito con le affermazioni fatte dalla signora Boldrini, ma quanto detto da La Russa è demenziale. Il ministro si è dimostrato più estremista di Maroni, che invece ha dimostrato maggior senso di responsabilità istituzionale.
Per quel che riguarda le dichiarazioni di La Russa sul ruolo dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) e della sua portavoce, Laura Boldrini, credo che un ministro della Difesa, prima di parlare, dovrebbe pensarci non una, ma dieci volte, proprio per il ruolo istituzionale che ha. Questo è il senso delle istituzioni che deve avere chi presiede ad un ruolo così delicato. Credo che dichiarare guerra all’Onu non sia una buona iniziativa, né un’idea geniale.
Pier Ferdinando
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Sui respingimenti la politica va fatta a livello europeo. Poiché il Presidente del Consiglio dice sempre che noi in Europa siamo quelli che contano di più è strano che ci lascino soli nel risolvere il problema più grosso che hanno l’Italia e gli italiani. Per cui chiediamo che gli europei vengano coinvolti fortemente, magari per realizzare dei centri di raccolta temporanea su criteri di umanità dall’altra parte del Mediterraneo, gestiti dall’Unione Europa con il controllo delle Nazioni Unite.
La politica del Governo sull’immigrazione e’ piena di luci e di ombre. Le ombre sono le ronde, il medico spia, i professori spia, che per fortuna siamo riusciti a cassare dal testo della legge. Le ombre sono il reato d’immigrazione clandestina che renderà concretamente più difficili i respingimenti.
Pier Ferdinando
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Uno Stato serio non può essere cattivo o buono, deve semplicemente essere giusto. Deve essere comprensivo verso chi viene in Italia a lavorare nelle nostre famiglie, nelle nostre aziende, nelle nostre case, con i nostri anziani e inflessibile e duro contro chi viene ad alimentare il racket della prostituzione, della droga, della criminalità. La ricetta è semplice.
Con l’approvazione alla Camera del disegno di legge sulla sicurezza il governo si è leghizzato definitivamente. Il provvedimento è molta propaganda e poca sostanza: c’è un balletto cinico e spregiudicato su un tema delicato, si eccitano gli animi e si esasperano le paure. Lo Stato deve governare, non può eccitare gli animi, non può dimenticare qual è il suo compito. Lo Stato non deve essere né cattivo né buono. Deve essere giusto, includente verso quegli immigrati disperati ma non criminali, perché senza di loro parti del nostro Paese si fermerebbero. Dal testo del ddl sicurezza sono sparite norme come quella riguardante i medici-spia e i presidi-spia, ma ne sono rimaste molte altre su cui abbiamo forti perplessità. Ad esempio le ronde. Sono una questione inaccettabile, dimostrano l’abdicazione dello Stato che sembra fare ai cittadini un discorso: non riusciamo a difendervi con le armi della legalità, difendetevi da soli e fate meno danni possibile. Le ronde non sono una soluzione, sono uno stato d’animo regolamentato.
Per affrontare il problema dell’immigrazione il presidente del Consiglio deve chiamare l’Europa al redde rationem perché i Paesi coinvolti, tra cui l’Italia, non possono andare avanti in ordine sparso. Su un punto siamo tutti d’accordo: l’Europa non ci può lasciare soli. Se andiamo a votare per le elezione europee, dobbiamo ricordare che sull’immigrazione illegale, così come sull’energia, l’Unione non può procedere in ordine sparso. E’ profondamente ingiusto che Malta, Cipro, Spagna e Italia siano lasciate ad amministrare il problema come se fosse solo un problema loro. E’ necessario che, finito questo dibattito, non si continui a parlare di problemi così terribilmente seri con le teste rivolte alla campagna elettorale, perché con la propaganda un Paese non va avanti, una società che non riafferma il principio di legalità ma va verso un futuro molto buio. [Continua a leggere]
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Quando si parla di immigrazione si deve riflettere. I nostri figli vengono spesso assistiti da persone extracomunitarie, così i nostri anziani e le persone non autosufficienti; le nostre fabbriche si aprono grazie a loro. Dire che l’Italia non è una società multietnica è una sciocchezza. La questione è un’altra, e cioè l’esigenza di rilanciare la natalità nel nostro Paese, con una grande proposta per la famiglia: il quoziente familiare. Gli italiani devono fare più figli, perché questo è un tema politico, non riguarda astrattamente la società. Per affrontare i problemi relativi all’immigrazione bisogna inoltre avere una capacità di coinvolgere l’Europa nella politica di respingimento umano. Non parliamo solo di respingimento, ma di respingimenti e umanità, di centri da realizzare nei Paesi rivieraschi, con la collaborazione delle Nazioni unite e dell’Europa per assistere queste persone, che non possono essere abbandonate al loro destino.
Il dibattito sull’immigrazione si fa sempre più caldo. Un’indagine dell’Unioncamere, l’associazione delle Camere di commerio, rivela che dal punto di vista dell’occupazione la nostra è già una società multietnica: in Italia il 7,2% delle imprese è infatti gestito da extracomunitari, e il 9,7% della ricchezza prodotta nel Paese è legata a lavoratori e imprenditori extra Ue. Cosa ne pensate?
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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