di Adriano Frinchi
C’è un libro che si regala ai bambini ma che forse dovrebbero leggere tutti gli adulti perché dice una infinità di cose grandi e belle che purtroppo, presi dalle mille cose che si muovono sotto il cielo, noi adulti spesso dimentichiamo. Mi riferisco a “il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery e da questo splendido libro voglio partire per fare una riflessione sul partito che verrà. So che è un po’ inusuale come punto di partenza, forse avrei potuto citare qualche importante statista o ancora qualche filosofo ma invece voglio partire da questo grande uomo, da questo scrittore ed aviatore che ci ricorda quelle due o tre cose fondamentali della vita che, credo, sono anche indispensabili per la politica. [Continua a leggere]
di Adriano Frinchi
Durante la campagna elettorale per il referendum del 2-3 giugno 1946 sulla forma dello Stato Alcide De Gasperi parlando a Roma a proposito della scelta tra Monarchia e Repubblica si appellò agli astanti con queste parole: «volete instaurare la Repubblica, cioè, vi sentite capaci di assumere su voi, popolo italiano, tutta la responsabilità, tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che esige un regime, il quale fa dipendere tutto, anche il Capo dello Stato dalla vostra personale decisione, espressa con la scheda elettorale? Se rispondete sì, vuole dire che prendete impegno solenne, definitivo per voi e per i vostri figli di essere più preoccupati della cosa pubblica di quello che non siete stati finora, d’aver consapevolezza che essa è cosa vostra e solo vostra, di dedicarvi ore quotidiane di interessamento e di lavoro». [Continua a leggere]
Vi proponiamo di seguito una riflessione sulla libertà di parola in rete.
di Marta Romano
Nei giorni scorsi è apparsa in numerosi blog e giornali, la notizia che, con l’emendamento D’Alia, si porrà un bavaglio al web, limitando così la libertà di parola in internet. Il capogruppo dell’Udc al Senato ha risposto alle accuse con un video, nel quale spiega la sua posizione e rettifica le notizie date in modo improprio da numerosi siti.
Ma mettendo da parte la cronaca dei fatti, mi soffermerei a fare una riflessione su internet e sulla libertà ad esso collegata.
Premetto: il mio non è un articolo scritto per tessere lodi a qualsivoglia partito, non è mia abitudine autocompiacermi delle cose, lo trovo anzi inutile.
Il mio è un articolo di dimostrazione seria dei fatti, di testimonianza, non di difesa, non sono un avvocato. Un articolo nel quale sento quasi il dovere di esprimere ciò che penso nei riguardi di questo argomento, essendo io direttamente interessata, in qualità di blog-writer.
Vi confesso che, leggendo su vari blog articoli di persone che accusano l’Udc di voler imbavagliare internet, mi è scappato un sorriso. Forse chi ha scritto queste cose non sa quanto questo partito stia lottando per un’informazione in rete che sia più libera possibile e che permetta a noi, semplici cittadini di periferia, di parlare di qualcosa che le tv e i giornali ignorano.
Ecco perché è nata l’esperienza dei blog di Estremo Centro e dei volontari web, di noi ragazzi che da ogni parte d’Italia, attraverso un mezzo libero come il blog, cerchiamo di portare sotto gli occhi di tutti problemi che riguardano i cittadini.
Problemi e questioni che interessano la gente comune, quelle persone che fanno poca “notizia”, ma che sono i veri protagonisti del Paese Italia. E allora, dov’è il bavaglio?
La nostra libertà sta in questo: nello scoperchiare pentole, troppo a lungo chiuse a pressione.
E il nostro obiettivo non è quello di fare pubblicità, ma di gridare, in un Paese in cui domina un assordante silenzio dell’informazione pubblica.
Noi odiamo i bavagli: sono troppo stretti, e poi, diciamocelo, con il caldo di oggi, sopportarli diventerebbe davvero difficile.
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È l’immagine di un Paese ripiegato su se stesso quella dipinta dal nuovo rapporto Istat, presentato oggi alla Camera dei deputati. L’Italia detiene il record dei giovani che non lavorano né studiano. Il 15% delle famiglie si trova inoltre in condizioni di disagio economico e la pressione fiscale è salita. [Continua a leggere]
L’Italia è un Paese in crisi, ma è anche un Paese che da anni viaggia ormai a due velocità. A tagliare in due il nostro Belpaese “strutturalmente” non sono stati forse i troppi sprechi, le troppe opere incompiute? Non sono state le promesse politiche non mantenute, che vagano tra autostrade fantasma, binari morti e impianti sportivi monchi? [Continua a leggere]
di Daniele Coloca
La crisi economica, con le famiglie e le PMI in difficoltà per l’aumento dei prezzi e la pressione fiscale, contribuisce ad alimentare l’usura. E al Sud il fenomeno è al livello di allarme.
In base all’Indice di rischio usura (Iru) l’Eurispes ha stilato la classifica delle città più esposte al fenomeno: la Calabria è in testa con tutte le province, prima fra tutte Vibo Valentia, vulnerabile al 100%, seguita da Catanzaro testata al 99,3 ; Reggio Calabria al 97,1; Crotone con il 95,0; chiude Cosenza, al sesto posto, con il 93,9.
D’altra parte, in un contesto socio-economico di difficoltà, come è quello attuale, i fenomeni di “sofferenza” delle famiglie italiane tendono ad aumentare: il 28,6% delle famiglie non ha un reddito mensile tale da consentire di arrivare alla fine del mese; il 42,9% può sostenere economicamente le proprie esigenze di consumo solo utilizzando i propri risparmi; il 23,3% e il 18,1% delle famiglie, rispettivamente, dichiarano difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo e del canone di affitto. [Continua a leggere]
Caso Grecia dietro l’angolo. Ora maggioranza e opposizione lavorino insieme
Il caso Grecia è dietro l’angolo e mentre la speculazione finanziaria e internazionale prende di mira l’Europa è necessario che la politica italiana risponda con un supplemento di responsabilità nazionale.
Maggioranza e opposizione, pur nei propri differenti ruoli, devono dare prova di lavorare insieme per superare le difficoltà. [Continua a leggere]
Tutti devono capire che la voglia di unità e di indivisibilità di tutti gli italiani è il presupposto per l’avventura futura del nostro Paese.
Per oggi facciamo un piccolo armistizio dei sentimenti e delle contrapposizioni, la nostra nazione è una e non bisogna mettere a repentaglio l’unità con basse polemiche.
Dividiamoci sul federalismo: secondo noi moltiplica i costi, secondo altri li abbatte. Ma tutto questo fa parte della polemica quotidiana.
Oggi, invece, coltiviamo tutti insieme questo senso di appartenenza nazionale.
Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un articolo di riflessione sulla situazione nelle carceri italiane. Tra i commenti arrivati c’è anche quello di Vincenzo Andraous, detenuto presso la casa circondariale di Pavia, tutor presso la Comunità casa del giovane di Pavia e scrittore e giornalista. Pubblichiamo di seguito la sua lettera, una descrizione della “prigione” da parte di chi la vive, un invito a riflettere su cosa il carcere è e cosa dovrebbe essere.
“Riceviamo e pubblichiamo”, di Vincenzo Andraous
Il carcere continua a rimanere un luogo non autorizzato a fare nascere speranza, non rammentando che l’uomo privato della speranza è un uomo già morto.
Questo “niente” inciderà forzatamente sulle menti, giorno dopo giorno, anno dopo anno, in compagnia del solo passato che ricompone la sua trama, e passato, presente e futuro sono lì, in un presente dove non esiste futuro.
Il carcere non é una realtà trasparente, ma un mondo sommerso che l’immaginario collettivo popola di dannati, in cui la coscienza collettiva rimuove e chiude dentro tutto il male, la parte negativa della società, e dove ha paura di riconoscersi: per questo cerca di allontanarlo da sé, escludendolo, facendo diventare la prigione una struttura fuori dal mondo, utilizzata per risolvere i conflitti, come se esistesse un punto terminale; il criminale va in gattabuia e poi basta, non si agita più. [Continua a leggere]
La lettera-ricordo di Gianluca Attanasio, campione italiano di nuoto paralimpico, dopo l’incontro con Pier Ferdinando Casini.
Voglio ringraziare il Presidente Casini. Da persona che vive un handicap motorio, sono molto soddisfatto dell’incontro avvenuto venerdì scorso, sia per il tempo che il Presidente ci ha dedicato, sia per la sua pacatezza, sia per il grande interesse che ha mostrato nei nostri confronti.
Anche la Campionessa Imma Cerasuolo, all’uscita dal Palazzo, mi ha detto di essere rimasta molto colpita dall’incontro. Comunque sia andato l’incontro per il Presidente, lui ha il nostro più profondo rispetto. Questo è un dato di fatto.[Continua a leggere]
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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