Tutti i post della categoria: Riforme

E’ l’ora della spending review

postato il 28 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan

L’ipotesi di revisione dei meccanismi della spesa pubblica, la cosiddetta “spending review” ha toccato negli ultimi giorni un argomento che rischia di rappresentare uno dei nodi più difficili da sciogliere lungo il percorso di riforma ipotizzato. Il Presidente della Corte dei Conti dott. Luigi Giampaolino, durante l’audizione in Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dei lavori preparatori per il Documento di Economia e Finanza 2012, ha parlato espressamente della necessità di “riconsiderare drasticamente” alcune organizzazioni della Pubblica Amministrazione al fine di giungere ad una ottimizzazione della spesa che consenta anche di individuare “distorsioni strutturali connesse agli assetti organizzativi”, facendo espresso riferimento al comparto sicurezza ed ordine pubblico.

Sul medesimo tema e solo qualche ora prima vi era stato anche l’intervento del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che annunciava lo studio di un piano di riorganizzazione delle Prefetture e dei presidi territoriali delle forze dell’ordine oltre all’ipotesi di una riduzione del personale civile grazie alla predisposizione di strumenti di uscita agevolata dal lavoro.

In realtà della questione si era iniziato a parlare già nel corso del convegno “Non c’è Sicurezza senza Giustizia”, organizzato a Roma il 29 marzo scorso dall’Unione di Centro, che ha visto la partecipazione dei ministri dell’Interno e della Giustizia ed è stato concluso da un intervento di Pier Ferdinando Casini. Nel corso della relazione introduttiva, il sen. Achille Serra dopo aver ricordato il duro lavoro svolto dalle forze dell’ordine e le condizioni critiche in cui esso si svolge a causa dei tagli indiscriminati operati in passato, aveva già allora accennato alla necessità di una seria e profonda rivisitazione della legge 121/1981 che porti ad una riorganizzazione delle forze di polizia puntando sull’eliminazione di sprechi e doppioni.

L’obiettivo di una revisione coordinata ed organica del “sistema giustizia e sicurezza” è certamente un traguardo altamente ambizioso e nasconde problematiche tecnico-giuridiche di non facile soluzione; il raggiungimento di tale obiettivo tuttavia consentirebbe, nelle ipotesi di lavoro, un sensibile miglioramento dell’efficienza della macchina amministrativa e contemporaneamente migliori risultati per il servizio reso ai cittadini e migliori condizioni di lavoro per gli addetti al comparto.

Si tratterebbe, in buona sostanza, di una riforma epocale che qualificherebbe molto positivamente il lavoro del cosiddetto “governo tecnico” e, di converso, consentirebbe di dimostrare la coerenza e la responsabilità delle forze politiche che lo sostengono, senza il cui consenso sarebbe impossibile portare a termine una revisione così profonda di un settore cardine della Pubblica Amministrazione.

Ci aspettiamo quindi concreti risultati dall’iniziativa ipotizzata e speriamo che non venga vanificata o depotenziata da timori reverenziali, gelosie o inutili difese di “orticelli” pseudo-privati; la statura di una classe politica si misura con il metro della serietà nell’affrontare le materie più difficili ed impopolari, non diamo all’antipolitica ulteriori occasioni di facile demagogia consentendo ancora una volta alla montagna di partorire il proverbiale topolino.

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Caro Presidente, giusto il finanziamento ai partiti ma i controlli siano rigidi

postato il 11 Aprile 2012

Buonasera Presidente,

premetto che anch’io, come lei, sono convinto della necessità dei partiti per l’esercizio corretto di una forma di governo repubblicano. In linea di massima sono anche dell’idea che per garantire a chiunque una concreta possbilità di accedere alla vita politica attiva del Paese, è indispensabile mantenere una qualche forma di finanziamento pubblico.

Tuttavia, dati i fatti di cronaca giudiziaria che senza soluzione di continuità ormai da anni ci restituiscono con cadenza quasi quotidiana scandali più o meno gravi “tipo Lusi o Belsito”, mi lasci esprimere un minimo di scetticismo sul fatto che uno strumento normativo, per quanto ben congegnato, possa da solo risolvere il problema.

Inoltre ho letto con attenzione ciò che lei scrive nel post di oggi e sono andato anche a leggere la proposta depositata dall’UDC nel mese di febbraio.
Devo dire che a mio parere manca un dato importante: mettete un tetto, un limite di rimborso spese esigibile.
Senza questo, tutto il resto, pur valido nell’impianto e nella sostanza, potrà facilmente essere aggirato o addomesticato dal furbetto di turno.

La saluto cordialmente.

Gattestro

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Legge elettorale, venga garantito il “diritto di tribuna”

postato il 10 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Luisella

Scusate se puntualizzo una cosa: non voglio che i partiti “estremi”, a meno che incitino alla violenza, vengano messi a tacere. In alcuni casi sono gli unici che parlano ancora a favore delle minoranze ( Rom, immigrati, disoccupati, ecc..) e danno voce a chi non ce l’ha più. Inoltre chiedono, con forza, più giustizia e più onestà. Sono anche quelli che non si vergognano a manifestare in piazza o sulle gru. Noi benpensanti spesso non lo facciamo!!

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Serve il controllo della Corte dei Conti sui partiti

postato il 4 Aprile 2012

L’Udc proporrà al Ministro della Giustizia Paola Severino di inserire tra le norme anticorruzione una misura che preveda il controllo della Corte dei Conti sui bilanci dei partiti.
Questo è l’unico modo di rendere la politica trasparente e i partiti delle case di vetro. Tutto il resto sono chiacchiere. Anche perché bisogna battere qualsiasi tentativo di minimizzare le vicende di questi giorni.

Pier Ferdinando

 

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Ci hanno chiesto di battere un colpo, lo abbiamo fatto

postato il 27 Marzo 2012

La coalizione che sostiene il governo Monti e’ strana ed eterogenea: e’ chiaro che sul lavoro ci sono posizioni differenti. Ma si e’ chiesto alla politica di battere un colpo e noi l’abbiamo fatto, l’abbiamo battuto.
Si parla sempre di antipolitica, ma se si riuscira’ a passare dalle parole ai fatti la politica avra’ dato una buona prova di sé.

Pier Ferdinando

 

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Lavoro: il Governo ha scelto bene

postato il 24 Marzo 2012

Il disegno di legge è strada giusta contro i doppi estremismi

La scelta del disegno di legge per la riforma del mercato del lavoro è la strada giusta perché il Parlamento non può essere espropriato. Qui ci sono doppi estremismi di chi vede ideologicamente la questione dell’articolo 18 in modo del tutto enfatico e di chi vorrebbe che il Parlamento fosse messo davanti al fatto compiuto.
Il governo ha scelto la via mediana e ha fatto bene.

Pier Ferdinando

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Il ddl relativo al Pareggio di Bilancio serve a ridurre lo spread dei diritti tra generazioni

postato il 7 Marzo 2012

Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

È stato quasi ultimato l’iter per il disegno di legge costituzionale relativo al Pareggio di Bilancio; per inciso, su tale legge vi è stata una ampissima convergenza, tanto che con 489 voti si è escluso il ricorso al referendum (ricordiamo che l’articolo 138 della Carta prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali debbano essere approvate a maggioranza assoluta da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi).

Cosa prevede questo disegno di legge? Con tale provvedimento si intende inserire nella Carta Costituzionale alcune regole europee sul pareggio di bilancio.
In definitiva, viene prevista l’armonizzazione dei bilanci pubblici (ovvero si modifica l’articolo 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, attribuendo la materia «armonizzazione dei bilanci pubblici» alla competenza legislativa esclusiva statale e non più – come nel riparto vigente – alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni).
Il ddl prevede anche (nell’articolo 4) la modifica dell’articolo 119, primo e sesto comma, della Costituzione e in particolare, il periodo aggiunto alla fine del primo comma dell’articolo 119 (che attiene al principio dell’autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle autonomie territoriali) che condiziona l’autonomia al “rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci”; in secondo luogo, prescrive che le autonomie territoriali concorrano “ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea”. In altre parole, il principio del “pareggio di bilancio” coinvolge la singola autonomia territoriale, pur nell’equilibrio complessivo dell’aggregato regionale degli enti locali.

Per quanto riguarda le politiche di indebitamento delle singole autonomie territoriali, la nuova legge prevede espressamente che si definiscano dei piani di ammortamento (ovvero di rientro dallo sforamento del pareggio di bilancio) e che nell’ambito di ogni Regione, gli enti locali, nel loro complesso, sia rispettato l’equilibrio di bilancio.

Perché questa legge è tanto importante? Sostanzialmente perché impone il rispetto, per le amministrazioni pubbliche, delle regole di bilancio e soprattutto impedisce di sforare l’equilibrio dei conti, aumentando i costi a dismisura e lasciando che siano le generazioni future a pagare il conto.

Per avere una idea basti considerare che, se questa norma fosse stata introdotta negli anni 80, oggi non avremmo il debito pubblico mostruoso che invece si ritrova l’Italia.

Proprio per tale motivo non si può non concordare con l’on.le Occhiuto quando afferma che “questo provvedimento serve, dunque, a far diminuire lo spread dei diritti tra generazioni. Votando per questa modifica costituzionale deve essere chiaro che la politica si impegna a cambiare pagina per sempre. A spendere i soldi dei cittadini tagliando gli sprechi, per concentrare le risorse verso la spesa pubblica produttiva e per la crescita.”

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Triste episodio, ma la Tav deve andare avanti

postato il 28 Febbraio 2012

Siamo tutti molto tristi per l’episodio di ieri perché sulle vite umane non si può scherzare. E’ chiaro però che l’opera deve andare avanti: era indispensabile ieri, lo è oggi e lo sarà a maggior ragione domani.
E’ un’opera necessaria per non tagliare fuori il nostro Paese dalle linee integrate europee.
La modernizzazione dell’Italia non può essere proclamata solo a parole, si devono mettere in atto i fatti.

Pier Ferdinando

 

 

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L’ABC delle riforme

postato il 17 Febbraio 2012

di Redazione

E’ con uno dei suoi consueti tweet che Pier Ferdinando Casini esprime tutta la sua soddisfazione per l’intesa raggiunta sulle riforme:

Dal vertice che ha coinvolto oltre al leader dell’Udc Casini, il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il segretario del Pdl Angelino Alfano è arrivata la decisione di giungere presto ad un testo condiviso sulle riforme che preveda la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto, la sfiducia costruttiva, il potere di nomina e revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio, la riforma dell’articolo 117 della Costituzione.

Ma la vera novità è che queste riforme in cantiere per la prima volta hanno tempi certi ed una road map ben definita. Entro due al massimo tre settimane si potrebbe giungere a un testo condiviso tra Pdl, Pd e Terzo polo sulle riforme costituzionali, successivamente, compatibilmente con la procedura di revisione costituzionale prevista dall’articolo 138 della Costituzione, il testo condiviso verrà presentato alle commissioni parlamentari per poi procedere alle diverse letture da parte delle camere che dovrebbero concludersi entro dicembre.

Ci sarà anche tempo per occuparsi della riforma elettorale, ma solamente dopo aver avviato le riforme per scegliere un sistema elettorale coerente con la nuova impalcatura istituzionale, come del resto aveva già auspicato Casini.

L’ottimismo è diffuso tra gli addetti ai lavori, sembra che l’ABC, come i giornalisti chiamano i tre perni della maggioranza, sia determinato a dare all’Italia quelle riforme necessarie per entrare finalmente nella Terza Repubblica e uscire dalla transizione infinita e dal bipolarismo muscolare.

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Riforma dei partiti in nome della trasparenza

postato il 13 Febbraio 2012

di Adriano Frinchi

Dopo il caso Lusi e il polverone sui finanziamenti ai partiti scomparsi, l’Udc ha voluto essere in prima file nella battaglia per mettere fine allo sperpero dei soldi pubblici  e regolamentare in maniera rigorosa la vita dei partiti e quindi l’accesso al finanziamento pubblico. Dopo gli annunci di qualche giorno fa, oggi alla Camera il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha illustrato  il testo messo a punto dal senatore Gianpiero D’Alia che si muove su due direttrici: democrazia interna e trasparenza nell’amministrazione. Il disegno di legge è composto da 7 articoli che danno piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione introducendo il metodo democratico nella vita dei partiti e rendendo trasparente il loro bilancio e il loro patrimonio. Ma eccone i punti qualificanti:

Statuto pubblico e democratico

Secondo il ddl Casini è obbligatorio per i partiti uno Statuto che deve assicurare il metodo democratico (cfr. art. 49 Costituzione) ma che deve anche essere pubblicato e omologato al fine di riconoscere ai partiti personalità giuridica. Senza lo statuto pubblicato e omologato è impossibile accedere a rimborsi e finanziamenti.

Trasparenza del patrimonio

I beni immobili e mobili dei partiti devono essere ad essi intestati. Se i partiti vogliono investire la propria liquidità possono farlo esclusivamente su titoli di Stato italiani. Tutte le risorse e i beni dei partiti devono essere destinati in via esclusiva agli scopi del partito come disciplinati dal ddl e dallo Statuto.

Trasparenza dei finanziamenti e dei bilanci

Tutte le donazioni superiori a 5mila euro devono essere rese pubbliche e le contribuzioni superiori a 50mila euro che eventualmente i partiti dovessero fare a società o fondazioni obbligano queste ultime a sottoporre i propri bilanci al controllo della Corte dei Conti. Inoltre i bilanci preventivi e consuntivi e i rendiconti delle spese elettorali devono essere sottoposti al controllo della Corte dei Conti e pubblicati in maniera analitica nei siti istituzionali di Camera e Senato.

Stop ai “partiti eterni”

Non ci saranno più partiti scomparsi che continuano a percepire fondi dato che il ddl dell’Udc individua giuridicamente il momento di cessazione dell’attività del partito allorché questo non presenti liste di candidati per il rinnovo di Camera, Senato e Parlamento europeo, e  stabilisce che la cessazione dell’attività comporta la perdita di ogni genere di contributi, rimborsi e agevolazioni.

Incentivi ai giovani in politica

Il 5% dei rimborsi per le spese elettorali dovrà essere impiegato dai partiti per la formazione dei giovani al fine di garantire la loro partecipazione attiva alla politica.

L’obiettivo del ddl è sostanzialmente quello di rivitalizzare i partiti rendendoli trasparenti e democratici, restituendoli dunque ai cittadini. Il leader dell’Udc ha auspicato che il ddl venga approvato prima delle elezioni amministrative.

Ddl riforma partiti

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