L’intervento al convegno “Economia e società nel pensiero di Emilio Rubbi”
postato il 16 Luglio 2019A Bologna con il Presidente della Repubblica nel ricordo del grande amico Millo Rubbi
La parabola umana e politica di Emilio Rubbi è iscritta profondamente nella storia della comunità bolognese e nazionale. La cerimonia odierna testimonia di un legame ancora vitale, che non ha perso nulla della sua forza originaria.
Se coltivare la memoria ed essere gelosi delle nostre radici migliori ha ancora un senso, ciò è testimoniato oggi dalla presenza, nella sede della nostra Fondazione, del Presidente della Repubblica, interprete saggio e lungimirante dell’unità della nostra Nazione. Con lui abbiamo condiviso un sentimento di familiarità e di amicizia, con Millo: la sensibilità personale del suo gesto è più eloquente delle mie parole. Per quanto mi riguarda aggiungo nei confronti di Rubbi una profonda gratitudine per come ha saputo essermi vicino nei primi anni della mia esperienza politica.
A distanza di 19 anni dalla sua scomparsa, possiamo vedere ora con chiarezza la linea di continuità che unisce le tappe del suo percorso: in tutti i prestigiosi incarichi che ha ricoperto ha sempre saputo coniugare un appassionato e leale impegno civile a una grande competenza tecnica nel settore finanziario e industriale mettendoli al servizio delle Istituzioni e della sua città.
Formatosi nell’Azione Cattolica bolognese e dal punto di vista scientifico nell’Università di Bologna, egli iniziò il suo impegno civile e la sua storia pubblica nel ’56, con l’esperienza politica di Dossetti fino a diventare – grazie alla stima personale di Paolo VI – amministratore dell’Azione Cattolica nazionale, a fianco di un’altra straordinaria figura del laicato cattolico italiano, Vittorio Bachelet.
Rubbi è appartenuto a quella generazione che ha portato emiliano romagnoli di grande spessore, cultura e passione civile ai vertici della politica italiana.
Per lunghi anni fu collaboratore di Angelo Salizzoni, fedele sottosegretario di Aldo Moro di cui Rubbi fu sempre un leale sostenitore. Da subito emerse per la solidità delle sue convinzioni, la lucidità dei suoi interventi, la limpida concretezza delle sue iniziative. In Parlamento lo ricordiamo accanto a colleghi prestigiosi come Nino Andreatta, Giovanni Bersani, Virginangelo Marabini e Giancarlo Tesini, che voglio salutare qui come socio della nostra Fondazione. Non mancando di ricordare che tra i suoi giovanissimi colleghi, nei primi anni ’80, figurava anche l’attuale presidente dell’ABI, Antonio Patuelli. [Continua a leggere]