Tutti i post della categoria: Politica

Chi vuole destabilizzare il Governo ha avuto una risposta dal Presidente della Repubblica

postato il 14 Agosto 2013

Con la nota di ieri il presidente della Repubblica ha messo tutti di fronte alle proprie responsabilità: nessuno ha più alibi. Chi vuole destabilizzare continuerà a farlo ma pagherà le sue responsabilità.
Sono sempre rispettoso e attento quando commento questioni che riguardano il Pdl, ma credo che ci sia gente attorno a Berlusconi che sta facendo una gigantesca speculazione, anche in ordine al futuro politico del Pdl stesso: non so se è afflato autentico di amore verso Berlusconi o volgare speculazione, anche interessata, di chi gioca una partita politica che ha poco a che fare con Berlusconi e molto a che fare con il futuro politico delle singole persone. Certi consigli e certe attese rivolti verso l’intervento di Napolitano non avevano ragione di esistere: che poteva dire Napolitano, che la condanna sparisce, si annulla?

Pier Ferdinando

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Napolitano richiama a rispetto regole dello Stato di diritto

postato il 13 Agosto 2013

Il Presidente della Repubblica ci richiama alla necessita’ di tutelare il governo del Paese proprio mentre si prospetta qualche miglioramento nella congiuntura economica internazionale, ribadisce l’impraticabilita’ di elezioni anticipate e esplicita ancora una volta il doveroso rispetto delle regole dello Stato di diritto.
Le sue parole riservano, come e’ giusto, il dovuto rispetto al presidente Berlusconi in un momento difficile: rispetto per lui e per il popolo che lo ha votato e lo sostiene.

Pier Ferdinando

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Casini: «Serve un nuovo bipolarismo. Ora convergenze in nome del Ppe»

postato il 12 Agosto 2013

di PAOLA DI CARO

Ernesto Galli Della Loggia, sul Corriere, chiede a voi moderati non di sinistra di avere il coraggio di unirvi al Pdl e di rappresentare la «destra», ora che Berlusconi è destinato ad uscire di scena. Raccoglie l’appello?

«Che la democrazia dell’alternanza sia un fatto positivo in ogni Paese è innegabile. Ma se in Italia, dopo 20 anni, non ha funzionato un bipolarismo temperato, con un minimo comune denominatore tra i due poli, è stato proprio per la duplice criminalizzazione, di Berlusconi e dei comunisti. Si è preferito “non fare prigionieri” e così si è persa una grande occasione».

Non è responsabile anche il centro che ha decìso, nelle ultime elezioni di non schierarsi?

«Chi è senza peccato scagli la prima pietra, e forse è il caso che tutti ci asteniamo dalla tentazione. Ma un cattivo risultato non significa negare le nostre buone ragioni. La scorsa legislatura la sconfitta della destra è stata dovuta al fallimento del loro governo. E a sinistra hanno pervicacemente voluto l’alleanza con Sel, che si è infranta addirittura sul voto del capo dello Stato…».

Insomma, non è verso di voi che bisogna puntare il dito…

«Ho cercato di moderare il centrodestra dall’interno, fino alla svolta del Predellino. Poi ho ritenuto più coerente una testimonianza solitària. Ma va detto che se abbiamo avuto un bipolarismo sbracato è anche per responsabilità di un Pd che, esclusa la parentesi veltroniana, non ha mai voluto avere “nemici” a sinistra. E anche oggi il fatto che Renzi sia diventato l’icona di Sel e di chi vuole sfasciare il governo Letta, deve far pensare».

Ma oggi appunto il quadro è cambiato: la condanna di Berlusconi lascia oggettivamente un vuoto a destra. Siete pronti a muovervi in quella direzione?

«Siamo pronti ad assumerci la responsabilità di scegliere. Ma oggi il Pdl non può sprecare l’occasione scegliendo una deriva avventurista».

Lei si è detto convinto che Berlusconi alla fine darà le dimissioni da senatore, lo pensa ancora?

«Sì, perché conosco la sua intelligenza e so che il presidente più longevo del Dopoguerra eviterà l’umìliazione di un voto che, al Senato, lo vedrebbe pesantemente sconfitto. Mi rendo conto che per lui è una prova dura, ma solitamente nelle circostanze difficili da il meglio di sé. D’altronde è lui che ha chiesto di separare le sue vicende giudiziarie da quelle del governo, e che continua a sostenere Letta. Se dobbiamo andare verso il bipolarismo del futuro, e creare nuove convergenze in nome delle comuni appartenenze europee del Ppe, l’atteggiamento politico del Pdl in questo momento non può avere equivoci».

Insomma, se il Pdl sceglie la via del sostegno al governo potreste ritrovarvi presto insieme? Siete già in contatto con i vertici del partito?

«In questo momento è giusto e doveroso che il Pdl si stringa accanto a Berlusconi, gli dia la massima solidarietà. Poi è chiaro che dovrà aprirsi una riflessione in tutto il partito: so che alcuni stanno già pensando a come rimettersi in marcia, vedremo i fatti e le scelte».

Intanto però il Pdl chiede « agibilità politica» per il suo leader. Voi siete disponibili a qualche passo, qualche soluzione per venirgli incontro?

«Ci sono temi che sicuramente andranno affrontati, a partire dalla riforma della giustizia. Non parlo della sentenza della Cassazione, ma ho sempre detto e lo ribadisco che un certo accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi è difficile da negare. Ma se non si è fatta la grande riforma della giustizia, pur in presenza di una maggioranza enorme del centrodestra, è stato perché si è preferito inseguire, in modo disarmonico e spezzettato, i singoli procedimenti giudiziari in cui è stato coinvolto».

Ma cosa fare nell’immediato per garantire, appunto l’«agibilità politica» per Berlusconi?

«Io sinceramente non capisco bene di cosa si stia parlando, il tema della sentenza di Berlusconi non è eludibile. Bisogna prendere atto, con rispetto e senza giudizi sprezzanti, che la sentenza c’è stata e che avrà i suoi effetti. A parte che pretendere in questo momento la grazia o provvedimenti speciali serve solo a non ottenere nulla, ma concretamente, non vedo cosa ci sì potrebbe inventare. Oltretutto, qualsiasi provvedimento parlamentare dovrebbe passare là dove il Pd ha una larga maggioranza: un Pd che è impensabile possa agire sfidando sentimenti, convinzioni e umori della propria base».

E se la soluzione fosse la discesa in campo di Marina Berlusconi?

«Il problema non sono le persone. Per mesi abbiamo chiesto a personalità influenti della società civile di partecipare, abbiamo esortato, pregato, figurarsi se mi scandalizza l’idea che una brava imprenditrice possa impegnarsi. Ma il punto è su quale linea politica si scende in campo».

Non teme che troppi nodi non sciolti per il Pdl, compreso quello sull’Imu, possano davvero portare a elezioni anticipate?

«Le elezioni anticipate non le indice il Pdl, ma Napolitano, il quale ha detto e ripetuto che con questa legge non si va a votare. Quindi — in caso di crisi — si cercherebbe di formare un nuovo governo che, dovrebbero capirlo gli amici del Pdl, non sarebbe certo un ricostituente… Detto questo, è vero che il governo è nato anche sull’accordo per superare l’Imu nell’attuale forma, su questo nel Pdl hanno ragione. E sono possibili anche soluzioni intelligenti, come quella di una service tax che piace anche a un loro sindaco come Cattaneo. Un accordo andrà necessariamente trovato».

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Ospite di “In Onda”

postato il 31 Luglio 2013

A Monti non ho niente da consigliare: io lo stimo, e i problemi di Scelta Civica non mi riguardano. Mi riguarda però il problema politico: mi auguro che l’approdo delle nostre forze sia il Ppe. Questo non significa fare un’alleanza con Berlusconi: io e Berlusconi siamo stati a lungo nel Ppe pur facendo in Italia scelte politiche diverse.

Pier Ferdinando

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Casini tifa Letta: “Ma è una coalizione senza convinzione

postato il 29 Luglio 2013

Il leader Udc: premier frenato da troppe tensioni .Prevedo che Berlusconi non sarà condannato

Pier Ferdinando CasiniPubblichiamo da ‘la Stampa’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Amedeo La Mattina

Da un lato la sentenza della Cassazione che potrebbe mettere fuori gioco Berlusconi; dall’altro le misure per rilanciare l’economia e agganciare la ripresa, oltre al nodo delle riforme costituzionali. Senatore Casini, come pensa che ne uscirà il premier Letta da questa morsa?
«Il governo Letta soffre perché i due principali partiti lo sostengono più per necessità che per convinzione. In questo senso c’è una anomalia tutta italiana. Nella grande coalizione tedesca, democristiani e socialisti hanno collaborate con convinzione. In Italia Pd e Pdl lavorano insieme per paura. Allora mi auguro che questa sofferenza di necessità venga superata rapidamente: o si trovano le ragioni di stare insieme o l’Italia va a rotoli».

Un giudizio su come sta lavorando Letta.
«È il miglior premier possibile. A mio parere non ha sbagliato quasi nulla, ma solo un cieco non vedrebbe che è impegnato a difendersi da tutti. Da chi all’interno del suo partito lo mette in discussione, o in modo diretto o in modo sottile ma il risultato non cambia. Da chi nel Pdl si aspetta che questo governo possa risolvere come d’incanto i problemi di Berlusconi, e questo è impossibile. A volte deve difendersi anche da forze minoritarie che non resistono alla tentazione di farsi notare con qualche alzata di tono». [Continua a leggere]

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Casini torna a sognare un Ppe italiano “Però senza il populismo di Berlusconi”

postato il 21 Luglio 2013

Pubblichiamo da ‘La Repubblica’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini

Di Francesco Bei
ROMA – Casini si butta a destra? L’hanno pensato in molti ieri, dopo l’intervento del leader Udc all’assemblea nazionale del suo partito. Un appuntamento che ha fissato la bussola su una prospettiva nuova: addio al progetto di unione con Scelta civica e creazione del Ppe in Italia.

Torna davvero da Berlusconi dopo tutto quello che è successo?
«Queste sono interpretazioni di comodo che fanno ridere. Noi vogliamo riorganizzare l’area moderata guardando al Ppe e questo significa anche recuperare le ragioni che ci hanno portato a dire tanti no al Pdl: no al predellino, no alla logica populista, no alla visione acritica dei governi del centrodestra. Non chiediamo abiure a nessuno ma non siamo nemmeno disposti a farle».

Il Cavaliere è ancora a capo del Pdl, questo è un dato oggettivo. Come pensate di aggirare il problema?
«Penso che un Paese come l’Italia non possa restare inchiodato per vent’anni sul sì o no a Berlusconi. È una cosa patologica, sia a destra che a sinistra. Noi lanciamo oggi la proposta per un nuovo popolarismo che vada oltre l’esistente: il problema di Berlusconi non è mio, è del Pdl. La ricostruzione di un’area moderata e popolare è una sfida anche per loro».
[Continua a leggere]

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L’intervento all’Assemblea nazionale Udc

postato il 20 Luglio 2013

Roma, 20 luglio 2013 – Auditorium Antonianum

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Casini: «Falchi attenti. Rischiate un’altra maggioranza»

postato il 13 Luglio 2013

casini_130713Casini: bene le parole dell’ex premier da lui responsabilità e intelligenza È un momento difficile, se cadesse Letta si creerebbe un equilibrio alternativo

L’intervista di Dino Martirano, pubblicato sul Corriere della Sera.

ROMA — «Se posso dare un consiglio a tutti: calma, calma, calma. Bisogna mantenere la calma. Perché il passaggio è delicato. E io voglio rimanere alle parole di Berlusconi che dice dì voler tenere separate le sue vicende giudiziarie da quelle della politica italiana: il suo è un atto di responsabilità istituzionale e anche di intelligenza personale perché questo non è il momento degli stati d’animo. Qui bisogna ragionare con la testa, non con il fegato…». Il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini fa il «pompiere istituzionale» non solo perché glielo impone la grande famiglia democristiana da cui proviene ma anche perché ha fiutato i piani dei guastatori che ora, nel Pdl come nel Pd, stanno tentando di tagliare le retrovie al governo Letta. Ma questo governo delle larghe intese, insiste l’ex presidente della Camera, va sostenuto anche se noi dell’udc abbiamo pagato un caro prezzo: «Gli elettori ci hanno penalizzato anche se poi è nato il governo di solidarietà nazionale che volevamo e che, invece, il Pd e il Pdl, ostacolavano. D’altronde—consoliamoci con la Storia: Churchill tu mandato a casa dopo aver vinto la guerra…».

Berlusconi, per ora, ha trattenuto i falchi del Pdl.

«Tanti falchi del Pdl è meglio che tornino rapidamente in gabbia. Perché l’unico effetto che rischiano di produrre, con le loro esternazioni sbracate, è quello di dare un pretesto straordinario a quanti all’interno del Pd vogliono mandare a casa Letta».

La Santanchè, insomma, finirebbe per tirare la volata a Renzi?

«Nel Pd il primo è Renzi. Si espone con mielose affermazioni nei confronti di Letta quando poi, in realtà, crea fibrillazioni con i suoi in Parlamento. Due giorni fa hanno creato un clamore del tutto inutile a causa di una richiesta di sospensione dei lavori parlamentari per un pomeriggio. Ma c’è bisogno di ricordare i precedenti? Quante volte, per esempio, con la mia presidenza della Camera (2002-2006), e su richiesta del capogruppo Luciano Violante, sono stati aggiornati i lavori, magari in risposta ad affermazioni forti e a volte anche stonate del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Solo chi è in malafede o è ignorante può credere che questo evento sia inedito e clamoroso».

I renziani sono i primi a protestare.

«Chi cerca pretesti alza sempre il ditino. Passi l’opposizione che fa il suo mestiere. Nella maggioranza, però, sotto sotto c’è chi vorrebbe sbarazzarsi il prima possibile di questo governo. È un’area che lavora contro Letta nel Pd e nel Pdl. Con la differenza che i falchi del Pdl sottovalutano un particolare: se questo governo cadesse è tutto da dimostrare che una volta rinviato alle Camere non sarebbe in grado di riprendersi la maggioranza. Magari una maggioranza diversa… E poi se si andasse alle elezioni i falchi non li vedo in salute».

Non escluderebbe una maggioranza alternativa per il governo Letta?

«Io la vedrei male una maggioranza diversa. Ma di certo, con una speculazione internazionale che riprende e un Paese avviato a precipizio verso le elezioni anticipate, si potrebbe formare una maggioranza alternativa. E infatti Berlusconi, che agisce con lucidità, ha chiamato tutti a difendere il governo. E poi un presidente della Repubblica garante, come quello che abbiamo ora, difficilmente lo si potrebbe ritrovare».

A proposito, come è andato l’incontro con il capo dello Stato?

«Giorni fa avevo visto il presidente del Consiglio e oggi (ieri, ndr) ho incontrato il capo dello Stato. E ho trovato uno stesso stato d’animo: di fermezza e di serenità. Di fermezza perché bisogna tenere la barra dritta: il Paese non ha bisogno di impennate ma, come diceva un vecchio slogan democristiano, di una forza tranquilla che lo guidi. Ci sarebbe da preoccuparsi se ai vertici istituzionali ci fosse imperizia e superficialità, il Paese finirebbe nel caos…».

Come finirà con l’Imu e l’Iva?

«Capisco che questi temi siano un vessillo del Pdl. Però il tema che ha la precedenza è quello di abbassare drasticamente le tasse sul lavoro. Dobbiamo dare subito ossigeno alle imprese».

Scelta civica organizza la sua convention nazionale. C’è sempre aria di separati in casa tra i centristi?

«Agli amici di Scelta civica auguro ogni successo. L’Udc si riunirà il 20, ma serve qualcosa che vada oltre Scelta civica e Udc, sulla tradizione del popolarismo europeo guardando alle elezioni del 2014. Bisogna operare unitariamente, partendo dalla base e superando gli antagonismi che danno il segno della modestia nostra più che delle nostre ambizioni».

Quali sono i rapporti con Monti?

«Lo stimo e spero di essere contraccambiato».

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Ospite di “In Onda”

postato il 12 Luglio 2013

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Stoccata di Casini al Pdl: «Giù le tasse sul lavoro, poi l’Imu»

postato il 6 Luglio 2013

corsera_060713IL LEADER UDC: «IL FMI VA SEMPRE ASCOLTATO»

Intervista su QN, di Pierfrancesco De Robertis

ROMA Presidente Casini, il comitato di presidenza di Scelta civica ha votato a maggioranza se restare insieme all’udc. Il referendum è finito selle a sette.

«Guardi, per prima cosa non so se le cose sono andate così». In secondo luogo «Vorrei passare oltre e pensare al futuro. Tutta la politica italiana è in una fese di mutazione, c’è bisogno di ricostruire una proposta politica più ampia, che si innesti nel filone del Partito popolare europeo e penso quindi che certe beghe, anche un po’ patetiche, non interessino a nessuno».

Che cosa sta cambiando?

«Tutto. Destra, sinistra, centro. I poli sono così disastrati al loro interno al punto che mi auguro una loro definitiva ristrutturazione anche in base all’esperienza di governo che stiamo facendo. Vedo disgregazioni e riaggregazioni. Ora come ora la politica italiana è un grande cantiere, specchio del disagio degli italiani, che per manifestare sfiducia si sono anche rifugiati in Grillo, che poi dopo cinque mesi si è già uniformato al peggio della politica».

È soddisfatto del governo?

«Diciamo la verità: gli elettori hanno bocciato la nostra proposta politica ma poi quella proposta è stata l’unica che si è imposta sui fatti, l’unica strada persegibile».

Si paria di Imu e lva.

«La cosa più importante è l’abbassamento delle tasse sul lavoro».

E della presa di posizione del Fondo monetario che cosa pensa?

«Il Fmi va sempre ascoltato con attenzione ma poi è la politica italiana che deve decidere. Non veniamo dalla luna: c’è un patto di governo da rispettare e il Pdl ha posto in modo ineludibile l’abrogazione dell’Imu».

Tra lva e tasse sul lavoro da dove inizierebbe?

«Dal lavoro, non ci sono dubbi».

E tra Imu e lavoro?

«Il lavoro è la priorità su tutto. Dopodiché la questione vera è quella della spending review già avviata da Monti e lo smobilizzo del grande patrimonio dello Stato».

Le province?

«Noi dell’udc lo diciamo da sempre di tagliarle, figurarsi oggi. Facciamolo subito, senza aspettare oltre».

Come osserva il dibattito precongressuale nel Pd?

«Vedo una gran confusione, nella quale il primo che rischia di logorarsi è proprio Renzi».

Non le piace il sindaco?

«Tutt’altro, lo considero una grande risorsa per il centrosinistra e mi sta anche simpatico. Ma sono rimasto allibito dalla risposta che ha dato a Betori. Il vescovo riprendendo in qualche modo le parole di qualche anno fa pronunciate da Biffi aveva lanciato un monito alla città, senza attaccare certo l’amministrazione. E lui ha risposto male. Mi pare abbia bisogno di un po’ di riposo. Consiglio a tutti una maggior serenità».

Le sentenze di Berlusconi influiranno sul governo?

«Ho apprezzato la reazione sobria di Berlusconi, e spero che alle parole seguano adesso i fatti. Poi, senza voler criticare la magistratura, a proposito di Ruby noto una certa sproporzione da come è stato trattato questo caso a certe sentenze su efferati omicidi…».

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