Forse Berlusconi non si rende conto che chi vince le elezioni non è il padrone del Paese. Nessun leader democratico può minacciare punizioni ai magistrati: ci si può indignare, si può polemizzare, ma soprattutto bisogna difendersi nelle sedi appropriate.
Da Berlusconi è venuta una dichiarazione di guerra di cui il Paese non ha alcun bisogno.
Vorremmo che lo Stato di diritto non fosse calpestato con questo meccanismo di videomessaggi ogni due giorni: stiamo diventando la repubblica dei videomessaggi.
Credo che in questo momento il Paese sia in grandissima difficoltà, c’è un discredito internazionale che è sotto gli occhi di tutti. Il modo migliore, più decoroso e più dignitoso, che ha il Capo del Governo è di rispondere ai giudici. Se queste imputazioni sono finte si deve scoprire che sono finte. Ma, se le cose stanno diversamente, è chiaro che la cosa che deve fare glielo suggerisce il buon senso, non è che glielo dobbiamo dire noi.
L’intervento di Pier Ferdinando Casini alla presentazione dei volumi dei discorsi parlamentari di Luigi Preti nel secondo anniversario della sua scomparsa
Rivolgo il mio saluto al Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.
Saluto con lui, il professore Maurizio Degli Innocenti, Presidente della Fondazione di Studi storici “Filippo Turati”, il professore Carlo Ghisalberti, il professor Angelo Sabatini, Presidente della Fondazione “Giacomo Matteotti”, le altre autorità presenti e tutti gli intervenuti.
Un saluto particolare desidero rivolgere ai familiari di Luigi Preti oggi qui presenti.
Con la pubblicazione dei discorsi parlamentari di Preti, la Camera dei deputati rende onore ad una figura di rilievo della nostra storia recente, che molto ha contribuito alla rinascita ed al consolidamento dell’Italia repubblicana. [Continua a leggere]
A questo punto della vicenda non si può più andare avanti e far finta di non vedere, serve un’assunzione di responsabilità: non serve minimizzare e neanche prendersela con la magistratura per le modalità delle indagini perché siamo alla sostanza e non più alla forma.
Io, se fossi il Presidente del Consiglio, valuterei con serenità l’ipotesi di fare un passo indietro per far sì che la politica torni ad occuparsi dei problemi degli italiani e delle riforme di cui il Paese ha bisogno.
Se la maggioranza vuole confessare il proprio fallimento rispetto ai problemi del Paese e vuole andare a elezioni anticipate noi siamo pronti. Se invece spera che un partito per evitare le elezioni sia pronto a qualsiasi cosa, noi non rispondiamo a questo indirizzo. Noi non offriamo niente al governo: offriamo un patto agli italiani, ed è una cosa ben diversa. Vogliamo un piano contro la disoccupazione giovanile, che dia detrazioni fiscali a chi assume i giovani, vogliamo la partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa. Perché non si parla queste cose? Non possiamo continuare ad accettare che l’agenda dei problemi degli italiani venga dopo quella di alcuni.
Il risultato del referendum di Mirafiori segnala grande saggezza da parte degli operai della Fiat. Ma emerge anche un messaggio rivolto all’azienda e a Marchionne: non tirate troppo la corda, perché stiamo facendo sacrifici pesanti.
E’ un momento di grande emozione per tutti coloro che hanno conosciuto ed amato Giovanni Paolo II.
La sua beatificazione era già avvenuta nel cuore e nell’animo di tanti fedeli che hanno, all’indomani della sua scomparsa, ritenuto Papa Wojtila già santo. Non posso non ricordare, in questa circostanza, lo straordinario evento che ho vissuto con i colleghi parlamentari ricevendo il Papa nel Parlamento italiano. Le sensazioni di quella ricorrenza ci accompagneranno sempre.
Se gli emendamenti dell’Udc, anche quelli soppressivi al testo sul legittimo impedimento, non fossero stati bocciati, la legge sarebbe stata approvata.
Certo, le decisioni della Corte vanno rispettate. Ma ricordo che la maggioranza e il governo, bocciando i nostri emendamenti su punti specifici, hanno costretto la Corte Costituzionale ad intervenire per eliminare le evidenti forzature del testo.
Quando si esagera queste sono le conseguenze prevedibili. Mi auguro sia una lezione per tutti per il futuro.
Noi abbiamo detto che siamo disposti a votare i provvedimenti del governo se li riteniamo positivi per il Paese, altrimenti non li voteremo. Ma se Berlusconi crede di poter risolvere i problemi dell’Italia con due deputati in più è un suo problema. Gli faccio i miei auguri.
Con Bersani non voglio litigare. Capisco che i problemi del Pd non sono rappresentati dall’Udc, quanto dalla coesistenza tra chi ritiene che Marchionne sia un delinquente e chi voterà sì al referendum Fiat a Mirafiori.
Nel Pd c’è un problema esclusivamente politico e lo dico con il massimo rispetto per Bersani, D’Alema e Veltroni che hanno scommesso in prima persone per una sinistra riformista.
Pier Ferdinando
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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