Una chiacchierata a tutto campo sul voto e sul dopo-voto con il leader dell’Unione di centro
Pubblichiamo da ‘Liberal’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Errico Novi
Tutto quanto poteva servire a svuotare di significato questa campagna elettorale è stato fatto: dalle liste perse nei corridoi alle adunate nel segno del populismo. [Continua a leggere]
Pubblichiamo da ‘la Stampa’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Carlo Bertini
Passiamo dai giuramenti di Pontida, ai falò di Calderoli e al trasferimento del Senato federale a Torino. E c’è ancora chi pensa che siamo governati da una maggioranza di persone serie. La cosa è stupefacente». Pier Ferdinando Casini sta per trasferirsi da Milano in Piemonte per dare man forte a Mercedes Bresso e fa un sobbalzo quando sente le parole con cui Berlusconi invita a non votare l’Udc anche se alleato con il centrodestra in alcune regioni chiave come Lazio e Campania. «Si vede che non ricorda di avermi implorato di stringere alleanze e che mi considera l’unico suo nemico se mentre sta a Bruxelles si occupa di noi invece che della crisi greca. Mi sembra confuso e disperato e da lunedì sarà un leader dimezzato se a vincere sarà la Lega contro la quale siamo noi l’unico baluardo».
«Dal premier campagna rabbiosa, vuole abolire la par condicio per restare solo in tv. Ma è un segno di debolezza»
Pubblichiamo da ‘Il Messaggero’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Claudio Rizza
Pier Ferdinando Casini non ne può più di questa Italia devastata dalle liti, del tutti contro tutti: «Serve una riconciliazione nazionale». Il problema, dice in un’intervista al Messaggero, non è occupare il centro, ma creare un partito che si ponga questo obiettivo. La campagna furiosa di Berlusconi è giudicata un grave errore che «aumenterà l’assenteismo». « Una volta il premier era lieve e simpatico, ora è rabbioso e arrogante». E aggiunge: «Guai ad abbassare il tasso etico di questo Paese». Il leader dell’ Udc vede una similitudine tra il Cavaliere e Sarkozy: troppe promesse non mantenute. E un pericolo grave: che stia cedendo la sovranità a Bossi, che con lui gioca come il gatto col topo. E dopo le elezioni si porrà il problema del rapporto tra i due. Quanto alla polemica sull’intervento del cardinal Bertone, Casini afferma che «i vescovi vanno sempre ascoltati, ma non secondo le convenienze, bensì secondo le convinzioni».
Presidente Casini, la campagna elettorale sta finendo. Per lei com’è stata?
«Brutta. Una campagna dove s’è parlato sempre e solo di questioni che nulla hanno a che vedere con le elezioni regionali. Tutti impegnati a politicizzarla». [Continua a leggere]
Berlusconi ci teme. Il voto per l’Udc è utile alla gente
Pubblichiamo da ‘QN’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Marcella Cocchi
Ripete di essere sereno. Rivendica di aver fatto scelte coraggiose, pragmatiche, «sempre per e mai contro». L’opposto, insomma, dell’«opportunismo politico» di cui è accusata l’Udc, alleata a volte con il centrodestra a volte con il centrosinistra, spesso in corsa solitaria. E senza risparmiare critiche né a Berlusconi né a Bersani il leader dei moderati attende il verdetto elettorale. [Continua a leggere]
Nelle regioni italiane in cui si voterà tra una settimana l’impegno di ciascun candidato deve essere quello di governare in maniera onesta e risolvere i problemi del territorio. Se così non sarà, i cittadini continueranno a perdere fiducia nella politica.
Basta con questa politica degli effetti speciali, con Berlusconi che attacca i magistrati e parla di complotto. Invece di prendersela con i magistrati il premier pensi a cacciare gli incapaci.
All’Italia non servono polemiche e manifestazioni, serve un partito che dia risposte concrete ai problemi della gente.
Vedo che Berlusconi sta facendo i fuochi d’artificio per la manifestazione di sabato a Roma. Bravissimo il premier a organizzare eventi e feste, molto meno a risolvere i problemi per cui gli italiani lo hanno votato. Problemi che sono ancora tutti sul tappeto.
Aspettiamo il quoziente familiare, una delle tante promesse dimenticate dal governo, aspettiamo le grandi opere che tanti comuni non riescono a sbloccare per il patto di stabilità. Non si fa nulla per il lavoro e per l’occupazione, non si fa nulla per le piccole e medie imprese che sono in crisi. In Italia ci sono troppe storture.
In Italia c’è un clima avvelenato e c’è chi di professione fa l’avvelenatore di pozzi. C’è anche chi fa finta di non vedere quali sono i problemi del Paese e parla di altre cose. Le intercettazioni, i conflitti di potere, l’eterna lotta tra Berlusconi e i magistrati sono tutte questioni che ai cittadini non interessano. Piuttosto, gli italiani vorrebbero vedere se nelle tredici regioni dove si voterà la sanità tutela i malati o i partiti, vorrebbero che si parlasse dei loro problemi. Il resto è una fuga dalla realtà.
Sarebbe meglio se, in vista della chiamata alle urne, in tv ci fosse più politica, per permettere a tutti di capire cosa è stato fatto e quali sono le proposte programmatiche dei partiti.
Pier Ferdinando
Commenti disabilitati su Agli italiani non interessano i conflitti di potere, la politica affronti i veri problemiCondividi con
Pubblichiamo da “Il Messaggero” l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Claudio Rizza Dica la verità, presidente Casini, l’unica piazza che le piace è S.Pietro.
«No, siamo sempre in piazza. Non c’è niente di più democratico delle piazze gioiose, rispettose, che affermano le proprie idee. Il problema è un altro».
Quale?
«Che le piazze hanno sostituito la politica. Il populismo ha preso il sopravvento sia su chi dovrebbe risolvere i problemi degli italiani, cioè Berlusconi; e su chi, invece di delineare una proposta alternativa, si riunisce ancora contro qualcuno, cioè Bersani e Di Pietro».
Quanto pesa la piazza?
«Credo che la maggioranza degli italiani sia stanca di piazze. Si trova alle prese con questioni sempre più incandescenti e invece di soluzioni è subissata di spot». [Continua a leggere]
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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