Archivio per Gennaio 2021

«Basta giochini o si rischiano le urne. Il premier vada nella bocca del leone»

postato il 29 Gennaio 2021

Conte ha fatto un grave peccato a inseguire i “responsabili”. Pnrr insufficiente per i giovani. Una lista Conte? Inutili i partiti personali. Non si accostino nuovi gruppi alla storia Dc.

L’intervista di Marco Iasevoli pubblicata su Avvenire

Quindici giorni fa, sostiene il senatore, il problema era Renzi, ora invece è il premier. «Si sono perse due settimane a cercare i “responsabili”. Ma i segnali di difficoltà della maggioranza c’erano da tempo. Conte, per fare un terzo go verno deve mettersi nelle mani di Renzi, cioè nella bocca del leone».

Pier Ferdinando Casini, senatore, leader storico dei centristi ed ex presidente della Camera, al giro di boa delle consultazioni ci sono le condizioni per un incarico a Conte?
Questo lo valuterà il capo dello Stato. Ma una cosa è molto importante e va detta: adesso i giochini sono finiti. Quando la crisi arriva nelle mani del capo dello Stato, le parole pesano come pietre. Se qualcuno continua a giocare lo fa a proprio rischio e pericolo. Per “rischio e pericolo” intendo le elezioni.

Chi è che gioca?
Tutti. Anche quelli che hanno perso 15 giorni a cercare dei fantomatici “responsabili”. Si è perso tempo molto gravemente. Anche prima delle dimissioni delle ministre: i segnali di difficoltà della maggioranza c’erano da tempo. Non si può far finta di non sentire gli scricchiolii, va a finire che ti cade la casa in testa.

Ce l’ha con Conte?
Se il premier avesse lasciato il giorno dopo le dimissioni delle due ministre di Italia Viva avrebbe guadagnato tempo e credibilità, e avrebbe portato un punto a casa. Il peccato enorme sono stati questi 15 giorni a cercare qualcosa che non c’è, specie dopo la “blindatura” del centrodestra. Un peccato enorme, dicevo, aggravato dal fatto che lo scopo non è stato nemmeno raggiunto. Il risultato è che se 15 giorni fa il problema era Renzi, ora il problema è Conte. [Continua a leggere]

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Crisi di governo: «Errori da matita blu»

postato il 27 Gennaio 2021

Conte ha sbagliato tutto, teatrino imbarazzante. Conosco Berlusconi, non spaccherà il centrodestra. Anche Craxi e De Mita dicevano mai più insieme, ma poi sapevano ricucire.


Sensazione diffusa: per Giuseppe Conte s’è messa in salita. Mezzogiorno, alla tivù immagini del Quirinale in dissolvenza. Bisogna cercare qualcuno di rango che interpreti, spieghi, uno che sappia orientarci nel buio fitto di una crisi come questa. In redazione parte il solito giro di sguardi.
Quello no, quello è bollito. Quell’altro nemmeno: sempre troppo reticente. Quello giusto è Pier Ferdinando Casini.

Ha visto ogni intrigo possibile. E talvolta vi ha partecipato (eravamo ancora nel Novecento e lui, finto vecchio, già imparava il mestiere sempre un passo dietro ad Arnaldo Forlani, galantuomo gommoso e temutissimo, il coniglio mannaro della Dc). Per questo adesso bisognerà andarlo a cercare nella Prima Repubblica, intesa come dimensione politica astratta, luogo dell’anima dove Casini è un po’ rimasto — per stile, sostanza, e forse anche per un filo di nostalgia canaglia — sebbene sia senatore del centrosinistra e per giorni, ogni sciagurata mattina, tutti lo abbiamo osservato attraversare il Salone Garibaldi di Palazzo Madama diretto alla buvette, fendendo con aria disgustata l’osceno mercato dove trafficanti di voti — in frenetico contatto con Palazzo Chigi — offrivano inutilmente ministeri e candidature certe, e Dio solo sa cos’altro.

Oggi però Casini qui alla buvette non si è visto (pure lui, ogni tanto, se può rinuncia al rito sadico di quella ciofeca nera che fanno pagare come un caffè). Forse allora è in ufficio.
Guide rosse e arazzi alle pareti, lampadari tutti accesi, un magnifico parquet consumato dai passi del potere: essendo stato anche Presidente della Camera, a Casini hanno assegnato due stanze a Palazzo Giustiniani, luogo di sublime bellezza e stordente suggestione, anche perché, queste due sue stanze, sono a lungo appartenute a Giulio Andreotti. [Continua a leggere]

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“Il premier ha buttato 15 giorni. Recuperi il rapporto con Renzi”

postato il 27 Gennaio 2021

L’intervista pubblicata su la Stampa

L’avvocato stia attento: ho imparato che nessuno è insostituibile. Dopo di lui non c’è il diluvio. Andreotti e Fanfani si odiavano eppure hanno fatto dei governi insieme. Romani, Carfagna e Quagliariello non potevano prestarsi a un’operazione così. Conte ormai si è delegittimato, l’aritmetica non è la politica.

Conte ha sbagliato. E, se persevera, rischia di non tornare a palazzo Chigi. Pier Ferdinando Casini aveva suggerito al premier di dimettersi subito, «il giorno dopo l’uscita dal governo delle ministre di Italia Viva: a quel punto il responsabile unico della crisi sarebbe stato Renzi», spiega l’ex presidente della Camera, oggi senatore di maggioranza (gruppo Per le Autonomie). «Ora, invece, anche lui è parte del problema, ha perso credibilità, deve smetterla di cincischiare».

Ha preso tempo per cercare “responsabili” in Parlamento, con scarso successo…
«Una ricerca improbabile, più continua a insistere e più rischia di non fare un altro go-verno. Ha buttato via 15 giorni, facendo un errore enorme, con una caccia ai voti degradante e, per giunta, fallita. Si è delegittimato agli occhi dell’opinione pubblica, le sue ragioni non sono emerse, perché l’aritmetica non è mai politica».

Ora, per restare in sella, cosa deve fare?
«Se riceverà l’incarico dal presidente della Repubblica, si adoperi per recuperare il rap-porto con Renzi, che è poi l’unico modo per allargare decorosamente la maggioranza. Dico decorosamente perché i nomi e le storie politiche han-no la loro importanza: ad esempio, persone come Ro-mani, Quagliariello o Carfagna non potevano accettare di prestarsi a un’operazione politica di questo tipo». [Continua a leggere]

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«Non voterò Bonafede»

postato il 24 Gennaio 2021

«Troppi abusi sulle intercettazioni. È sicuro che non si andrà alle urne, il Paese non lo capirebbe»

L’intervista di Francesco Ghidetti pubblicata sul Resto del Carlino

«No. La gente non ha capito e non capisce». Scuote la testa Pier Ferdinando Casini dal suo studio nella casa di Bologna. Il suo tavolo è ingombro di carte e di penne. Il senatore scarabocchia un foglio.

Presidente Casini, che fa, conta i favorevoli e contrari all’esecutivo Conte?
(sorride appena). «C’è poco da scherzare. Ma come si fa a pensare che i cittadini siano sereni con una crisi di governo quando i problemi sono ben altri? La pandemia, il lavoro… e l’elenco potrebbe essere ancor più lungo».

Ma se dovesse incontrare un amico e dovesse spiegargli…
«La fermo subito. Non gli racconterei che cosa è successo ora, ma del futuro del nostro Paese».

Mica facile.
«Le idee di Alcide De Gasperi sono una buona base di partenza. Cito le prime tre: sovranismo europeo; multilateralismo; scelta atlantica. E ora che alla Casa Bianca c’è Joe Biden possiamo sperare nel meglio. Certo, sono idee da aggiornare. Ma restano i fondamenti del nostro sviluppo democratico». [Continua a leggere]

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«Il premier è passato dai leghisti al Pd, figurarsi se non supera una lite con Iv»

postato il 20 Gennaio 2021

Il conflitto è stato aspro, il tema è se vogliamo restare prigionieri della contesa o invece andare avanti

L’intervista di Francesco Malfetano pubblicata sul Messaggero

Presidente Casini, in aula ha chiesto a Conte e Renzi di recuperare un «filo comune per andare avanti assieme». Ha cioè dettato in Aula una lezione della vecchia Dc, impartendola a chi oggi basa la politica sugli ultimatum.
«Io non sono convinto che le ragioni dell’aritmetica coincidano con quelle della politica. Ed è per questo che non mi interessa quanti saranno i voti della coalizione. So solo che usciamo dalla crisi più deboli di quando ci siamo entrati in un momento in cui tutta Europa cerca di ampliare al massimo la condivisione, noi la restringiamo. E questo mi preoccupa più delle questioni di principio che pure ci sono».

Si riferisce al fatto che una maggioranza raccogliticcia non sia in grado di dare vera forza all’esecutivo?
«Io non biasimo i parlamentari che sostengono il governo, li rispetto. Non mi piace il doppiopesismo, considerando che al governo c’era chi li riteneva voltagabbana pericolosi per la democrazia. Bisogna usare lo stesso metro sempre. Io dico che un conto è una forza politica organizzata di un ex presidente del Consiglio, un conto sono parlamentari in ordine sparso». [Continua a leggere]

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Governo: Voto la fiducia, ma Conte recuperi cammino comune con Italia Viva

postato il 19 Gennaio 2021

Signor Presidente del Consiglio,
senatori e senatrici colleghi, anzitutto vorrei, nell’annunciare il mio voto favorevole al Governo, esprimere il rispetto per lei, signor Presidente, per i Ministri e per tutti i componenti dell’Esecutivo per gli sforzi, che io definisco onesti e leali, che avete messo in campo nell’affrontare la pandemia. Credo che abbiate fatto un buon lavoro, soprattutto nella prima fase, e credo comunque che le sue parole siano state parole di verità, ammettendo che alcune cose probabilmente potevano essere fatte in modo diverso e migliore, ma questo è stato ciò che avete potuto fare. Credo che nessuno, come hanno dimostrato gli altri governi nel mondo, possa avere il pregio dell’infallibilità davanti a una vicenda drammatica come questa.

Signor Presidente, dopo queste parole e dopo l’annuncio del mio voto di fiducia, queste rimarranno per lei le considerazioni più gradevoli del mio intervento, perché sono molto preoccupato e ho il dovere di esprimere la mia preoccupazione in questa sede del Senato della Repubblica. Sono preoccupato, perché non condivido in alcun modo il trionfalismo di chi si accontenta del pallottoliere e dimentica le ragioni della politica. Questa crisi è stata aperta da Italia Viva: riportiamo le cose nella giusta dimensione. Non mi piace sentir parlare di alcuni esponenti di Italia Viva; per me Italia Viva ha un segretario ed è un partito. [Continua a leggere]

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«La fretta non aiuta, Conte e Renzi devono ricucire»

postato il 18 Gennaio 2021

 

L’intervista di Paola Di Caro pubblicata sul Corriere della Sera

«La fretta è una cattiva consigliera, quanto il risentimento: tutte le scelte che dipendono da questi fattori sono sbagliate in politica». Pier Ferdinando Casini guarda con «grande preoccupazione» allo scenario della crisi di queste ore, e a Conte e Zingaretti da una parte come a Renzi dall’altra — da ex presidente della Camera e politico di lunga esperienza — dà un consiglio spassionato: «La strada per riannodare i fili è lunga, tortuosa, in salita, faticosa. Ma è l’unica giusta».

Quando parla di risentimento, intende reciproco tra i due maggiori protagonisti della crisi?
«Che Renzi non ami Conte mi pare abbastanza chiaro, ma che il sentimento sia affettuosamente ricambiato lo è altrettanto… Però, chi ha maggiori responsabilità ha maggiori oneri in tempi difficili, anche nell’esercizio della pazienza».

Quindi secondo lei servirebbe ricompattare la maggioranza. Perché?
«Il mio discorso è semplice. Più volte negli ultimi mesi ho auspicato che il presidente del Consiglio coinvolgesse l’opposizione nell’affrontare l’emergenza Covid, visto che sono forze che hanno anche un grande insediamento elettorale nel Paese. In momenti come questi c’è bisogno della massima condivisione».

Non l’hanno ascoltata.
«Non solo. Rischiamo di uscire dalla crisi con una condivisione ancora meno ampia. Dalla politica siamo passati al pallottoliere, con un governo dai numeri così risicati da avere una sostanza politica molto debole. L’opposizione — a parte Berlusconi che ha tentato di aprirsi davvero alla condivisione — fa il suo gioco: grazie al solipsismo del governo, può rimanere sull’Aventino con relativa facilità, con una straordinaria posizione di rendita. Non sarà bellissimo, ma è la politica». [Continua a leggere]

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“Che errore i responsabili. È ancora possibile recuperare Renzi”

postato il 15 Gennaio 2021

Conte impari da Moro, pugliese come lui, e cerchi ancora una soluzione comune

L’intervista di Giovanna Casadio pubblicata su Repubblica

«Quando la tempesta infuria, non servono scorciatoie: una maggioranza sostenuta da responsabili in ordine sparso è un errore. Non occorre al Paese in piena pandemia una maggioranza numerica ma politica». Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, ex Dc, senatore centrista eletto con il Pd, invita i partiti giallo-rossi a non farsi
prendere la mano dai rancori. E al premier Conte: «Impari da Aldo Moro, come lui pugliese».

Casini, cosa c’è di male a cercare in Parlamento un gruppo di responsabili?
«Nulla di male, lo si è sempre fatto e sempre lo si farà. Ma siamo nel mezzo di una pandemia. C’è l’opposizione che da mesi chiede le elezioni anticipate. Le quattro forze di maggioranza hanno saputo affrontare l’emergenza sanitaria, anche se negli ultimi mesi siamo paralizzati da ritardi e dissensi. Secondo me la priorità è andare avanti con questa maggioranza. Attenzione: un conto è la maggioranza numerica, altro quella politica. Conte è nato nella terra di Aldo Moro, in Puglia, attinga a quelle virtù antiche in cui anche davanti ai più profondi dissensi, non si smarriva la ricerca di una soluzione comune».

Tuttavia sia Di Maio che Zingaretti giudicano Renzi ormai inaffidabile. Difficile ricucire?
«Nelle crisi politiche quello che si dice oggi non è quello che si dice domani. Basta attingere dall’esperienza di Conte che ha governato con Salvini e poi con Zingaretti ed è stato capace di superare il dissenso del Pd durante il governo gialloverde. Ciò che capita oggi è francamente di minore entità». [Continua a leggere]

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«Perso tempo, la crisi serve a chiarire. Se nascerà un ter coinvolgere i leader»

postato il 12 Gennaio 2021

L’intervista di Marco Conti pubblicata sul Messaggero

Presidente Casini, come finirà questo braccio di ferro tra Conte e Renzi?
«Fino a che non ci sarà la crisi aperta ufficialmente tutti continueranno a giocare e non si arriverà mai ad una definizione dei problemi».

Ovvero?
«Io non ho un ruolo, avevo però spiegato un po’ a tutti, informalmente, che è inevitabile arrivare a questo perché si è perso troppo tempo in giochi di Palazzo poco consoni ai bisogni del Paese. Ora l’esito era largamente prevedibile perché in un clima di sfiducia reciproca, fino a che non c’è una crisi formale, i protagonisti non vengono allo scoperto e il chiarimento invece di avvicinarsi si allontana».

Che cosa e chi dovrebbe assumere l’iniziativa?
«Mi auguro che questo indugiare, soprattutto del presidente del Consiglio, sia servito almeno a maturare contenuti interessanti sul Next Generation Eu. Per il resto è stata una gestione assolutamente sbagliata. Si è fatto di tutto per indugiare o sperare che la Provvidenza potesse risolvere i problemi. Io confido nella Provvidenza ma credo che ora abbia ben altri problemi che il governo italiano». [Continua a leggere]

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«Premier assediato, dovrebbe volere i leader in squadra»

postato il 5 Gennaio 2021


L’intervista di Giuseppe Alberto Falci pubblicata sul Corriere della Sera

«Devo ammettere di non capire il presidente del Consiglio». A dirlo è Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera, e oggi senatore delle Autonomie.

La crisi di governo è nei fatti: cosa non comprende dell’atteggiamento di Giuseppe Conte?
«Rimane assediato a Palazzo Chigi. Vive ogni richiesta come una minaccia e presenta provvedimenti, pensiamo a quelli sui servizi segreti, discutibili e non condivisi nella maggioranza». [Continua a leggere]

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