L’intervista di Umberto Rosso a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “La Repubblica”
«Questo centrodestra a trazione Salvini è immangiabile per i moderati, e finisce per dare a Renzi la responsabilità ma anche l’opportunità di rappresentarne una fascia sempre più ampia».
Senatore Casini, i moderati rischiano di soffocare nel centrodestra?
«Gli spazi politici purtroppo si restringono sempre di più. C’è un convitato di pietra che si chiama Grillo, che sta mettendo radici con il suo populismo e l’antipolitica. Dall’altro, la Lega di Salvini. Che un giorno strizza l’occhio al disastroso referendum di Tsipras e l’altro attacca Alfano sugli immigrati e scatena la caccia all’extracomunitario».
Berlusconi però annuncia un ritorno in pista.
«Ma in realtà tira i remi in barca e perde pezzi. Ha completamente smarrito quel ruolo di grande equilibrista del centrodestra che aveva un tempo, giostrando fra Fini e Tremonti, Casini e Bossi. Era riuscito – e lo riconosco io che non sono certo mai stato alla sua corte ma eletto sempre coi miei voti – a evitare la deriva leghista. Al centrodestra serviva una rifondazione, all’altezza del suo ruolo nel Ppe. Invece è finito nelle mani dell’estremismo di Salvini». [Continua a leggere]
La lettera-appello di Emma Bonino, già ministro degli Affari esteri; Lucio Caracciolo, direttore di Limes; Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato e Marta Dassù, direttore di Aspenia pubblicata su “la Stampa”
Caro direttore,
lo scenario internazionale intorno al nostro Paese è segnato da elementi drammatici di conflitto e instabilità. La minaccia del terrorismo, le sfide dello sviluppo, le incognite sui rifornimenti energetici e il futuro dell’ambiente, flussi migratori sempre più complessi da gestire, un nuovo clima di tensione tra blocchi contrapposti, l’ombra sinistra della guerra che si insinua di nuovo fin dentro l’Europa: realtà che, meglio di tante teorie, ci ricordano quanta parte della nostra vita quotidiana e della nostra sicurezza dipenda da dinamiche esterne.
Non possiamo rispondere a sfide di questa portata chiudendoci in noi stessi. Non può certo bastare la speranza di esser risparmiati da rischi o contraccolpi gravi. Dobbiamo piuttosto aprirci al di là dei nostri confini, rafforzare un ordine internazionale fondato sulla gestione politica e non solo militare delle crisi e ispirato al diritto internazionale. Dobbiamo promuovere la diplomazia economica e culturale, strumenti essenziali per avvicinare i popoli tra loro e allontanare lo spettro delle guerre. Per l’Italia ora e’ più che mai cruciale rilanciare le ragioni della politica estera, a cominciare dal quadro europeo, per alimentare una visione comune e di tutela dei nostri interessi nazionali. Per farlo servono strumenti efficaci, risorse umane e finanziarie adeguate per la politica internazionale, uno dei settori più penalizzati dai tagli degli ultimi anni. [Continua a leggere]
Col sindaco di Lizzano, Elena Torri, e Charles Bernardini, attivo a Chicago e impegnato nello staff del Presidente Obama, da oggi cittadino onorario del paese dell’Appennino bolognese.
A Palazzo Giustiniani il punto della situazione con l’inviato speciale dell’Onu per la Libia
Alla trasmissione di approfondimento politico di Rai 3 si parla di Libia e di migranti.
Possiamo dare un contributo importante in settori come ambiente e beni culturali
L’intervista di Jacopo Giliberto a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Sole 24 Ore”
Beni culturali, investimenti in ambiente; sviluppo delle tecnologie petrolifere e chimiche sono alcuni dei settori in cui secondo Pierferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, le imprese italiane potrebbero investire in Iran.
Senatore, che le pare dell’intesa con l’Iran?
Ogni accordo presenta incognite, e anche questo – un accordo coraggioso – va verificato sul campo. Ma non si può rimanere prigionieri del passato. L’accordo è stato concepito con clausole di salvaguardia e automatismi che lo espongono a una verifica continua. E qui mi consenta un apprezzamento: l’Italia è stata esclusa impropriamente da questo formato negoziale ma siamo entrati per la porta principale grazie alla professionalità del rappresentante della Ue, nella persona di Federica Mogherini.
Che è cambiato?
Sono passati decenni dalla rivoluzione komeinista del ’79 e molti giovani iraniani sono figli di una stagione diversa, guardano all’occidente. Dovrebbe far riflettere profondamente il fatto di chi è contro questo accordo. [Continua a leggere]
Arbitrato è via d’uscita
Ritengo molto positiva la decisione della Corte suprema indiana: evidentemente per entrambe le parti l’arbitrato internazionale può essere la via d’uscita di una situazione imbarazzante che pregiudica i rapporti tra due grandi Paesi come India e Italia.
Serve impegno Ue e concertazione forte con Usa e Russia
Quando l’Europa capirà che dobbiamo concentrarci tutti sul Mediterraneo sarà sempre troppo tardi. L’attentato di oggi in Egitto è solo l’ultima triste conferma che la minaccia terroristica tenta di destabilizzare i Paesi considerati fondamentali nella lotta al jihadismo e al fondamentalismo. L’Italia da tempo sta facendo la sua parte, ma senza l’aiuto di tutta l’Europa e una concertazione forte con Usa e Russia la sfida rischia di essere persa.