Archivio per Giugno 2015

Attentati e Isis: ospite di Porta a Porta

postato il 27 Giugno 2015

Nello spazio di approfondimento di Rai 1, condotto da Bruno Vespa, si parla degli attentati in Tunisia, Kuwait e Francia e dell’emergenza migranti.

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Marò: bene arbitrato, istituzioni e paese uniti

postato il 26 Giugno 2015

marò2La nota congiunta dei presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera, Pier Ferdinando Casini, Nicola Latorre, Fabrizio Cicchitto ed Elio Vito.

“Esprimiamo apprezzamento per la decisione del Governo di attivare, come richiesto da tempo dal Parlamento, la procedura dell’arbitrato internazionale per la risoluzione con l’India della vicenda dei Fucilieri di Marina, attivazione della quale eravamo stati informati nelle ore precedenti.

Ora e’ il momento dell’unita’ delle Istituzioni e del Paese per vedere finalmente affermati, secondo le norme del diritto nazionale ed internazionale, l’innocenza e i diritti dei Maro’ e dell’Italia, dopo oltre tre anni di ingiusta detenzione.
A Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rinnoviamo a nome nostro personale e delle intere Commissioni che rappresentiamo, i sentimenti di vicinanza e solidarieta’ che abbiamo piu’ volte manifestato”.

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Un errore isolare il Cremlino

postato il 20 Giugno 2015

È un alleato contro i jihadisti
casini
Il colloquio con Alberto Custodero pubblicato su La Repubblica

«Le sanzioni alla Russia sono un danno gravissimo alla nostra economia». Pier Ferdinando Casini, presidente commissione Esteri del Senato, interviene sui rapporti Italia-Russia dopo la pubblicazione della ricerca dell’istituto Wifo secondo cui le sanzioni costerebbero al nostro Paese 12 miliardi e 215 mila posti di lavoro.
«Il problema vero- dice Casini – è la sbagliata impostazione dell’Ue nei confronti della Russia». Casini non ha dubbi sul fatto che Putin abbia «commesso atti illegali in Crimea e in Ucraina. «Ma – aggiunge – vagheggiare una politica che spinge l’Ue e la Nato ai confini della Russia, non può vedere i russi insensibili».
A proposito delle emergenze internazionali, il presidente della commissione Esteri è chiaro: «Siamo circondati nel Mediterraneo e nel mondo da un nascente jihadismo. Se guardiamo a cosa succede in Libia, in Siria e al Mediterraneo (il caso degli immigrati sono solo l’aspetto visibile del problema), l’aspetto reale è che sono saltati i confini nazionali e il sistema di stati definiti dopo la Prima Guerra mondiale. Sono saltate la Somalia, la Libia, gli Stati Africani, la Siria, l’Iraq».

Insomma, di fronte a questo drammatico scenario, Casini chiede: «Possiamo consentirci anche la Guerra Fredda con la Russia? O la Russia può essere un partner essenziale per stabilire il nuovo ordine mondiale?» «La Russia – osserva ancora – ci sta aiutando nei negoziati con l’Iran e la Siria e ci aiuta in l’Egitto: è un attore fondamentale». «L’Italia deve mantenere questa linea di apertura con la Russia perché questo fa parte della migliore intuizione della nostra politica estera che ha visti uniti Berlusconi e Prodi».
A proposito della linea del governo, Casini spiega: «Fa benissimo Renzi a mantenere una posizione equilibrata nell’ambito della solidarietà atlantica. Con gli Usa, del resto, non ci sono incomprensioni, i rapporti sono talmente forti che tra amici ci si dice la verità, e non le bugie».

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Libia e Migranti: Ospite di SkyTg24

postato il 12 Giugno 2015

Nello spazio di approfondimento a cura di Federica De Santis

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La guerra all’Isis dell’Occidente: così si perde

postato il 4 Giugno 2015

L’intervento pubblicato su “Il Messaggero”

Pier Ferdinando CasiniLe frasi di circostanza e le dichiarazioni ottimistiche non possono occultare la verità: il vertice di Parigi della coalizione anti-Isis è stato deludente. Al di là delle questioni di strategia militare, pure importanti, appare oggi chiaro che senza sciogliere i nodi geopolitici di fondo non c’è possibilità di vittoria nel contrasto all’estremismo terroristico che minaccia la nostra civiltà.
Nel Mediterraneo il progressivo disimpegno americano, favorito dall’auto-sufficienza energetica, ha consentito che tra i paesi dell’area si aprisse una lotta senza esclusione di colpi per l’egemonia regionale. Nello scacchiere più vasto, che va dallo Yemen alla Siria, senza più un quadro di riferimento consolidato, nessuno ha remore a giocare in proprio, anche a costo di finanziare l’estremismo religioso o tirare le fila di sanguinose guerre per procura.
Così la coalizione anti-Isis, senza una forte guida, è in realtà straordinariamente divisa, ostaggio di visioni strategiche antitetiche e di interessi contrastanti, come sono oggi quelli della Turchia e dell’Egitto, dell’Iran, dell’Arabia Saudita e degli altri Stati del Golfo.
E’ un “grande gioco” che si intreccia alle divisioni religiose (la frattura tra sunniti e sciiti ma anche quella interna al mondo sunnita), spesso estremizzate ad arte ed usate a fini puramente politici.
Di fronte a questo scontro, la strategia di contenimento del Daesh passa in secondo piano. E infatti sta fallendo, in Siria come in Iraq. Potrà dipendere dalla limitata efficacia dei raid aerei, dalle divisioni etniche e dalle tante decisioni sbagliate del recente passato (come la dissoluzione dell’esercito baathista dopo la caduta di Saddam), ma anche dal fatto che ci sono governi a cui la caduta di Damasco e l’indebolimento dell’Iran interessano molto di più del destino di Palmira, dei suoi abitanti e dei suoi monumenti. [Continua a leggere]

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