Ospite di Uno Mattina
postato il 26 Novembre 2014Nello spazio di approfondimento di Rai 1, si parla di tematiche internazionali: dall’intervento di Papa Francesco all’emiciclo di Strasburgo, ai rischi legati alla situazione libica
Nello spazio di approfondimento di Rai 1, si parla di tematiche internazionali: dall’intervento di Papa Francesco all’emiciclo di Strasburgo, ai rischi legati alla situazione libica
L’intervenento oggi alla conclusione dei lavori della seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione (Icn2), presso la sede della Fao
Per sconfiggere la piaga della malnutrizione e dell’insicurezza alimentare occorre che i parlamenti e i legislatori di tutto il mondo sostengano risposte piu’ efficaci, garantendo nel contempo che le politiche pubbliche siano salvaguardate da conflitti di interessi. Il dialogo interparlamentare è di grande importanza per condividere le buone pratiche e le esperienze volte a garantire la sicurezza alimentare e una nutrizione adeguata: per questo occorre continuare a lavorare per rafforzare le istituzioni parlamentari.
Tra le conclusioni emerse dalla riunione interparlamentare organizzata alla vigilia della Icn 2, sulla base della Dichiarazione finale e del Quadro d’azione adottati dalla conferenza, vi sono l’adozione di una serie di obiettivi nazionali sulla nutrizione da raggiungere entro il 2025, ; l’adozione di politiche per promuovere l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi; l’adozione di politiche volte alla riduzione della poverta’ e alla creazione di occupazione e di protezione sociale. Inoltre, il sostegno all’empowerment delle donne; l’incremento degli stanziamenti di bilancio per affrontare la malnutrizione e l’insicurezza alimentare; la promozione di accordi di collaborazione in seno ai parlamenti per una migliore nutrizione, incentivando la cooperazione Sud-Sud e la cooperazione triangolare.
Alla conferenza “Parliaments for better nutrition”, organizzata dall’Unione Interparlamentare (UIP) in collaborazione con la FAO e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), presso la Sala della Protomoteca del Comune di Roma, preparatoria dei lavori della seconda Conferenza internazionale (ICN2) contro fame e denutrizione.
La lettera pubblicata su Il Messaggero
Caro Direttore,
mai come adesso il Mediterraneo è il crocevia di una serie di tensioni e di crisi, che impongono all’Europa di far sentire la sua voce. Sulla sponda orientale l’avanzata dell’Isis rappresenta una minaccia straordinaria alla sicurezza globale, oltre che alla stabilità regionale, e rischia di cancellare le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle curda e cristiana. La tragedia della guerra civile siriana sembra quasi passata in secondo piano, ma continua a provocare vittime e ondate di profughi, non più sostenibili dai paesi vicini, a cominciare dal Libano.
E poi c’è la Libia. Alla situazione in questo paese dedichiamo un’attenzione ancora insufficiente. E’ un atteggiamento forse comprensibile, considerata la situazione complicata di tutta la regione, ma miope. Per l’Europa, e per l’Italia in particolare, la situazione in Libia è un’emergenza assoluta. Dalla caduta di Gheddafi, tre anni fa, il paese è precipitato in un’anarchia di cui non si vede la fine. Gli scontri tra le centinaia di milizie armate hanno distrutto ogni parvenza di statualità. L’instabilità libica continua ad avere ripercussioni in tutta la regione, dall’Algeria al Mali, mentre in Tunisia, l’unico paese in cui la “primavera araba” non ha disatteso le sue aspettative, sono affluiti già più di centomila profughi.
E se il paese è allo stremo anche noi occidentali abbiamo qualche colpa. Con l’intervento armato abbiamo favorito la caduta di Gheddafi, ma non ci siamo preoccupati di quello che sarebbe successo dopo. E’ stato un errore capitale, che ha di fatto aperto la strada al caos attuale.
Ancora peggiore è la situazione sul fronte della lotta al terrorismo. [Continua a leggere]
Al Senato della Repubblica, dal 5 al 7 novembre, i lavori della Conferenza Interparlamentare delle Commissione Esteri e Difesa dei 28 Stati membri dell’Ue, e dei Paesi candidati, sulla Politica Estera e di Sicurezza comune (PESC) e la Politica di Sicurezza e Difesa comune (PSDC)
Il colloquio di Vincenzo Nigro con Pier Ferdinando Casini pubblicato su La Repubblica
“L’Europa si deve svegliare o avremo un Califfato anche alle porte della Sicilia: in Libia la mediazione dell’Onu deve essere dotata di poteri persuasivi più forti. Non basta una ‘testimonianza disarmata’ del nostro inviato speciale, Bernardino Leon. Bisogna dargli mezzi, prima che il contagio si estenda a paesi come la Tunisia”.
Il presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini sarà oggi uno degli ospiti italiani dell’Interparlamentare europea che si riunisce a Roma. “La Libia sarà uno degli argomenti principali, la nostra diplomazia parlamentare deve essere sempre più incalzante”.
Presidente Casini, di fronte al caos libico lei ha detto che quasi sarebbe stato meglio tenersi Gheddafi….
È ovvio che questo è un paradosso ma certo abbiamo prodotto troppi guai. Una volta che si decise di intervenire in Libia, la comunità internazionale e innanzitutto l’Europa dovevano continuare nella loro missione, politica e di sicurezza. Con l’Onu dal primo momento bisognava pensare a creare un quadro di garanzia per accompagnare la nascita vera e propria di uno Stato libico, per permettere alle fazioni e alle tribù di deporre le armi e iniziare a negoziare. Non avendo fatto questo abbiamo delle condizioni peggiori di quelle che garantiva Gheddafi: ma dobbiamo lavorare per cambiare le cose.
È ancora possibile fare qualcosa? Un intervento militare è possibile, è utile?
Quello che fu fatto nei Balcani negli anni ’90, quando la comunità internazionale accompagnò la ricostruzione politica con un’operazione di stabilizzazione militare, in Libia andava fatto nel 2011. Ma adesso un’azione di “contenimento militare” è indispensabile.