Al programma di approfondimento politico di Bruno Vespa
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Signor Presidente,
ci sono dei momenti nella vita delle persone e delle istituzioni, come quelli che noi oggi viviamo, che sono molto importanti, rilevanti e interrogano la coscienza di ciascuno di noi. Pertanto – lo voglio dire in apertura di questo breve intervento – non sono interessato agli applausi degli uni o degli altri, perché so che questa è una posizione minoritaria, ma ritengo doveroso esprimerla.
Anzitutto vorrei rifarmi al principio affermato dal presidente Stefano. Il Presidente ha parlato di difesa dell’istituzione parlamentare. È la difesa dell’istituzione parlamentare che mi porta a presentare una questione sospensiva. [Continua a leggere]
Il Cavaliere è finito?
«E finito il berlusconismo ma non Berlusconi e i suoi voti. Sono cose diverse».
La scissione del Pdl è vera o pilotata?
«È una vera scissione, anche se poi le contraddizioni nella scelta stessa di Alfano non mancano. Sono d’accordo con lui nel sostegno a Letta, ma mi sarebbe piaciuta una qualche autocritica sugli anni del governo Berlusconi».
La scissione è salutare?
«È un elemento di chiarezza che anche nell’area di destra ci sia stata una differenziazione tra i più estremisti e governativi. Anche per noi al centro, si è scavato un solco tra una visione tecnocratica ed elitaria e una più popolare». [Continua a leggere]
Da Berlusconi attacchi assurdi contro Napolitano
L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Mattino” di Corrado Castiglione
Per Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, c’è una strada per evitare il voto al Senato sulla decadenza di Berlusconi: «Io voterò perla decadenza, ma lavorerò perché la discussione prima del voto possa individuare percorsi alternativi. L’Aula è sovrana, ma siamo in attesa di una decisione finale in ordine all’interdizione di Berlusconi dai pubblici uffici. E mi fermo qui. Non voglio preannunciare sui giornali riflessioni e procedure che invece intendo proporre all’attenzione di Palazzo Madama». Casini aggiunge: «Le parole di Berlusconi sono nettamente al di fuori delle righe, esattamente come quelle che il Cavaliere ha pronunciato anche nei confronti del capo dello Stato, per un’accusa che non sta né in cielo, né in terra». E intanto dal Colle è arriva la pesante replica alle parole del Cavaliere: «Non ci sono le condizioni per la grazia, da lui giudizi gravi».
Presidente Casini, al Mattino Berlusconi ha ribadito che se non si è dimesso prima della decadenza è perché vuole che il Parlamento «si assuma la responsabilità di qualcosa di cui dovrà vergognarsi». Sembra una sfida, non le pare?
«Le parole di Berlusconi sono nettamente al di fuori delle righe, esattamente come quelle che il Cavaliere ha pronunciato anche ieri l’altro nei confronti del capo dello Stato, per un’accusa che non sta né in cielo, né in terra. Si tratta di attacchi assurdi. Ma, devo dire: è il contesto che mi preoccupa». [Continua a leggere]
Silvio si sente in un vicolo cieco e reagisce con mosse disperate
L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su ‘la Stampa’ di Michele Brambilla
Era successo anche a lui. A un certo punto, Pier Ferdinando Casini aveva dovuto dire: caro Silvio, addio. I fatti, allora, sembrarono dare ragione a Berlusconi. Ma visto quel che succede ora, chissà: forse il leader dell’Udc aveva torto sul domani, ma ragione sul dopodomani. Nei prossimi giorni, a Roma, ci sarà una manifestazione dei gruppi Popolari, e potrebbe essere il primo tassello di qualcosa di più ampio.
Senatore Casini, Berlusconi continua a perdere i pezzi: Alfano dopo lei e Fini.
«Penso che questa sia una storia diversa. È diverso il tempo, ed è diverso anche lui, Berlusconi».
Il Cavaliere è cambiato?
«Non è più l’uomo al quale ci siamo contrapposti noi. Quello era un Berlusconi al massimo fulgore. Quello di oggi è un leader dimezzato. E lui lo sa: non è un caso se sta attenuando la polemica verso i fuoriusciti. Sa che non può permettersi lo scontro duro». [Continua a leggere]
Ospite del programma di approfondimento politico di Rai 2, condotto da Nicola Porro
La lettera pubblicata su “Il Corriere della Sera” di Pier Ferdinando Casini
Caro direttore,
uno spettro si aggira per l’Europa. È quello del populismo e dell’antieuropeismo! Il punto è che per ricacciarlo indietro non bastano vuoti proclami o dichiarazioni d’intenti. Occorre un deciso cambio di rotta nella gestione di una crisi economica di cui non si vede la fine. Bene ha fatto Romano Prodi, con l’autorevolezza di ex presidente della Commissione europea, a riaprire il dibattito su questi temi. La sua analisi è del tutto condivisibile, sia quando invoca una politica europea che, pur mantenendo gli obblighi di bilancio, favorisca la crescita e non la recessione, sia quando sfata il mito che il peso della crisi sarebbe sulle spalle dei tedeschi.
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Sarà prestigioso successore di Martens
Esprimo le più vive congratulazioni a Joseph Daul, neo presidente del Partito Popolare Europeo. Sono certo che continuerà ad assicurare la sua alta e prestigiosa collaborazione all’Internazionale democratico cristiana di cui lo invito ad assumere la vicepresidenza, sostituendo così il nostro Wilfried Martens che ha cooperato sempre, durante la sua vita politica, per rafforzare nel mondo l’impegno contro il populismo per la libertà e la pace.
Pier Ferdinando
Nello spazio di approfondimento politico di Tgcom24, condotto da Paolo Liguori