Archivio per Marzo 2012

Il ddl relativo al Pareggio di Bilancio serve a ridurre lo spread dei diritti tra generazioni

postato il 7 Marzo 2012

Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

È stato quasi ultimato l’iter per il disegno di legge costituzionale relativo al Pareggio di Bilancio; per inciso, su tale legge vi è stata una ampissima convergenza, tanto che con 489 voti si è escluso il ricorso al referendum (ricordiamo che l’articolo 138 della Carta prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali debbano essere approvate a maggioranza assoluta da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi).

Cosa prevede questo disegno di legge? Con tale provvedimento si intende inserire nella Carta Costituzionale alcune regole europee sul pareggio di bilancio.
In definitiva, viene prevista l’armonizzazione dei bilanci pubblici (ovvero si modifica l’articolo 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, attribuendo la materia «armonizzazione dei bilanci pubblici» alla competenza legislativa esclusiva statale e non più – come nel riparto vigente – alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni).
Il ddl prevede anche (nell’articolo 4) la modifica dell’articolo 119, primo e sesto comma, della Costituzione e in particolare, il periodo aggiunto alla fine del primo comma dell’articolo 119 (che attiene al principio dell’autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle autonomie territoriali) che condiziona l’autonomia al “rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci”; in secondo luogo, prescrive che le autonomie territoriali concorrano “ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea”. In altre parole, il principio del “pareggio di bilancio” coinvolge la singola autonomia territoriale, pur nell’equilibrio complessivo dell’aggregato regionale degli enti locali.

Per quanto riguarda le politiche di indebitamento delle singole autonomie territoriali, la nuova legge prevede espressamente che si definiscano dei piani di ammortamento (ovvero di rientro dallo sforamento del pareggio di bilancio) e che nell’ambito di ogni Regione, gli enti locali, nel loro complesso, sia rispettato l’equilibrio di bilancio.

Perché questa legge è tanto importante? Sostanzialmente perché impone il rispetto, per le amministrazioni pubbliche, delle regole di bilancio e soprattutto impedisce di sforare l’equilibrio dei conti, aumentando i costi a dismisura e lasciando che siano le generazioni future a pagare il conto.

Per avere una idea basti considerare che, se questa norma fosse stata introdotta negli anni 80, oggi non avremmo il debito pubblico mostruoso che invece si ritrova l’Italia.

Proprio per tale motivo non si può non concordare con l’on.le Occhiuto quando afferma che “questo provvedimento serve, dunque, a far diminuire lo spread dei diritti tra generazioni. Votando per questa modifica costituzionale deve essere chiaro che la politica si impegna a cambiare pagina per sempre. A spendere i soldi dei cittadini tagliando gli sprechi, per concentrare le risorse verso la spesa pubblica produttiva e per la crescita.”

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Angelo Vassallo fu grande esempio di fervida passione per la politica

postato il 5 Marzo 2012
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Al Paese serve alleanza forte moderati-riformisti

postato il 5 Marzo 2012

Il Paese non si può reggere, in una fase così difficile, se non c’è un’alleanza forte, un accordo serio tra moderati e riformisti ed e’ l’alleanza che regge il governo Monti. E’ per questo che tengo al rapporto con Bersani che rappresenta l’anima moderata e riformista del centrosinistra.

Pier Ferdinando

 

 

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Tav, polemiche ad alta velocità

postato il 5 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan

Ho visto e rivisto più volte (non senza fatica) il video che in questi giorni spopola in rete, quello dove un giovane attivista “NoTav” tenta, senza successo, di suscitare una reazione violenta da parte di un altrettanto giovane carabiniere in servizio d’ordine pubblico coprendolo di apprezzamenti ingiuriosi. Ho continuato a guardare quelle due giovani persone divise da un’esile transenna di metallo eppure sideralmente distanti tra di loro a causa delle opposte convinzioni; due ragazzi quasi coetanei, con quasi la stessa storia alle spalle che altrimenti avrebbero potuto essere seduti allo stesso tavolino di un bar a  parlare di ragazze, di sport o, magari per loro, di un nuovo lavoro. Ho guardato quei due ragazzi ed ho ricordato il Pasolini di Valle Giulia.

Ma nel contempo non ho potuto fare a meno di pensare a come si sia riusciti a creare una situazione del genere, una contrapposizione così radicale tra sostenitori ed oppositori di quel progetto, una divisione manichea che non concepisce vie di mezzo e che appare in realtà quanto più lontano esista dalla saggezza. E pensare che a poche centinaia di chilometri di distanza, nelle Alpi svizzere, un progetto analogo e forse ancor più azzardato come quello della nuova galleria ferroviaria del San Gottardo (57 km!) , nato più o meno in contemporanea, si sta già avviando alle fasi conclusive. Il progetto noto come AlpTransit riceve il “via libera” da un referendum popolare, a livello federale, nel 1992 con quasi il 65% dei voti favorevoli e nel 1998 il Consiglio Federale elvetico ne ridimensiona una parte e lo sottopone a nuovo referendum che ne conferma l’approvazione; i lavori di scavo iniziano subito dopo e terminano nel 2011.

In quest’ottica, cosa è mancato in Val di Susa? Cosa si poteva fare di più e meglio? Le ragioni ed i torti stanno mai da una parte sola? A queste domande correrebbe l’obbligo di dare risposta, chi gestisce la cosa pubblica dovrebbe sentirne la necessità.

Tutto sommato viene voglia, per una volta, di dare ragione a Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, quando dice che nella tanto vituperata “prima repubblica” tra il PCI e la Democrazia Cristiana almeno si riusciva a giungere quasi sempre ad un compromesso accettabile.

E scusate se è poco.

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05 marzo, Roma

postato il 5 Marzo 2012

Ore 17.00 – c/o Sala del Garante (piazza di Montecitorio 123/a)

Partecipaalla presentazione del libro su Angelo Vassallo, “Il sindaco Pescatore” di Dario Vassallo

 

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Un’asticella ci salverà

postato il 3 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Francesco Costa ha messo nero su bianco ciò che i più attenti notisti politici e lo stesso uomo della strada hanno percepito con chiarezza:

Questo è un governo come l’Italia non ne ha mai avuti nella Seconda Repubblica: un governo spesso e forte. Chi vorrà vincere le elezioni e fare parte del prossimo governo dovrà riuscire a essere almeno altrettanto credibile: non basterà agitare le solite parole d’ordine, brandire i simboli storici e rifugiarsi nel copione che conosciamo a memoria, manifestazioni, slogan e manfrine sui giornali. L’asticella si sta spostando verso l’alto.

Probabilmente il fatto che l’asticella di cui parla Costa si sia spostata verso l’alto è uno dei risultati più grandi di Monti dopo il salvataggio del Paese. E sempre questa benedetta asticella dovrebbe dissuadere improvvidi da avventure senza ritorno che rischierebbero di vanificare il lavoro fin qui fatto.

Ecco perché in questo contesto le ripetute proposte di Pier Ferdinando Casini di continuare l’esperienza del governo Monti anche dopo la fine della legislatura non sono un banale invito all’inciucio, ma una presa di coscienza del fatto che in questo momento la politica ed in primis il Paese hanno bisogno di quella propulsione che solo lo sforzo unitario delle forze politiche può dare. Non si tratta di morte della politica, bensì di presa di coscienza della politica: mettere davanti a tutto il bene dell’Italia non è inciuciare, ma essere responsabili.

Certo in democrazia si può sempre scegliere un’altra via, e quindi una delle parti politiche che sostiene l’attuale sforzo unitario potrebbe, per calcolo politico, decidere di mandare questa esperienza a gambe all’aria e provare a conquistare Palazzo Chigi. E’ indubbio però che in questo scenario a competere per il governo sarebbero le vecchie disomogenee e disarticolate coalizioni che in questi anni hanno dato prova di straordinario immobilismo. Pensateci bene, sostituire Terzi, Passera e la Fornero con Calderoli, Ferrero o Di Pietro. Non so voi, ma io continuo a preferire i primi. Effetti dell’asticella.

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